Allergie al polline. Foto di Corina da Pixabay

Guida alle pollinosi, le allergie al polline

Le allergie al polline sono reazioni immunitarie di entità variabile, infatti si va dal semplice starnuto allo shock anafilattico, che si possono manifestare sotto forma di rinite, congiuntivite o asma, a seconda della porta d’ingresso dai granuli pollinici.1

Sintomi della rinite allergica

Nel caso della rinite allergica, le vie di accesso sono il naso e gola. I sintomi includono:

  • rinorrea (naso che cola);
  • congestione nasale (naso tappato);
  • prurito al naso o alla gola;
  • iposmia o anosmia, ovvero la capacità ridotta o assente di percepire gli odori;
  • starnutazione;
  • mal di testa da sinusite.

Sintomi della congiuntivite allergica

Invece quando gli allergeni penetrano nella congiuntiva, la mucosa dell’occhio, provocano:

  • arrossamento e prurito agli occhi;
  • lacrimazione più o meno copiosa;
  • fotofobia, il fastidio provocato dalla luce intensa.

Sintomi dell’asma allergica

Infine, qualora il polline penetri attraverso i bronchi, possono manifestarsi:

  • tosse e respiro sibilante;
  • difficoltà respiratorie e fame d’aria;
  • costrizione toracica.

A causa di questi sintomi, i pazienti soffrono d’insonnia con ripercussioni negative sulle attività quotidiane.

Diagnosi delle allergie al polline

La diagnosi delle pollinosi viene fatta dall’allergologo attraverso l’intervista al paziente, la valutazione dei segni e sintomi e, se non dovessero bastare, i test cutanei e la misurazione degli anticorpi nel siero.2

1) Test cutanei

Consistono nell’inoculazione cutanea di una dose standard di allergene: sono positivi se entro 15-20 minuti si sviluppano i pomfi (segni delle punture d’insetto) di diametro superiore a 3-5 mm.

Prick test

Nella pelle si deposita una goccia della sostanza imputata, dopodiché si punge in corrispondenza della stessa goccia affinché l’allergene venga a contatto con gli anticorpi eventualmente presenti. Il test permette d’individuare buona parte delle allergie ma può dare falsi positivi.

Test intradermico

In questo test l’allergene s’inocula direttamente nel derma, lo strato più profondo della cute. Si usa quando il prick test dà risultati equivoci.

Tutti i test sono controindicati nei pazienti con patologie cutanee o trattati con farmaci β-bloccanti o ACE-inibitori, perché annullerebbero gli effetti salvavita dell’adrenalina in caso di shock anafilattico.

2) Test per gli anticorpi specifici nel siero

Qualora i test cutanei risultassero inefficaci o rischiosi, si possono ricercare gli anticorpi (IgE) nel siero.

Trattamento delle allergie al polline

Il trattamento delle pollinosi prevede sia l’assunzione di specifici farmaci, sia la ridotta esposizione al polline.

1) Farmaci per la rinite allergica

I farmaci di prima scelta sono i corticosteroidi per via inalatoria, con o senza antistaminici, che riducono la produzione dei leucotrieni responsabili dei sintomi allergici. Tra i più utilizzati vi sono il beclometasone, la flunisolide e la budenoside; in alternativa si può ricorrere agli antistaminici e agonisti adrenergici per via orale.3

2) Farmaci per la congiuntivite allergica

Il trattamento di prima scelta è un collirio antistaminico, per esempio a base di azelastina od olopatadina.

3) Farmaci per l’asma allergica

Il trattamento di prima scelta prevede l’inalazione dei corticosteroidi e broncodilatatori, ad esempio beclometasone e formoterolo.

4) Terapia desensibilizzante

Quando il paziente è affetto da una forma molto grave di pollinosi e refrattaria ai farmaci, può effettuare la terapia desensibilizzante, che consiste nella somministrazione dell’allergene sotto forma di compresse sublinguali. L’allergene si assume in piccole dosi, che vengono via via aumentate, dai 4 mesi che precedono la stagione allergica e per tutta la sua durata; in questo modo si riduce la severità di eventuali reazionu.

La prima dose si prende in ospedale, affinché i medici possano monitorare la reazione nei 30 minuti successivi; se tutto va bene, si potranno assumere le altre dosi a casa.

5) Ridurre l’esposizione al polline

Innanzitutto bisogna consultare il calendario e il bollettino dei pollini. Il primo permette di conoscere il periodo di fioritura delle piante, quindi la diffusione dei pollini nelle varie regioni, il secondo i livelli di pollini nell’aria, per programmare gli spostamenti e i soggiorni, nonché la terapia desensibilizzante.

Inoltre bisogna modificare le proprie abitudini per ridurre l’esposizione al polline:

  1. fate arieggiare le stanze la mattina presto o la sera, perché c’è meno polline in giro;
  2. pulite regolarmente i filtri del condizionatore;
  3. passate l’aspirapolvere anziché la scopa;
  4. lavate spesso cuscini, lenzuola e tappeti, ma anche viso e capelli, dove si possono accumulare i granuli;
  5. fate l’aerosol con soluzione fisiologica, anche più volte al giorno, per ripulire le vie respiratorie;
  6. uscite la mattina presto o la sera, quando le concentrazioni di polline sono più basse;
  7. non uscite prima dei temporali, perché l’aria è carica di polline;
  8. se non potete fare a meno di uscire nelle ore centrali, o se c’è vento, usate mascherine e occhiali da sole;
  9. in macchina viaggiate con i finestrini chiusi e i filtri dell’aria attivi.
Riferimenti bibliografici:
  1. i granuli pollinici, a cura di Renato Ariano (UOC di Medicina interna A.S.L. n. 1 Imperiese – Ospedale “Saint Charles” di Bordighera);
  2. panoramica sulle malattie allergiche e atopiche dal Manuale MSD:
  3. rinite allergica dal Manuale MSD.
Crediti fotografici

Foto di Corina da Pixabay.

L’articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non sostituisce il rapporto medico-paziente.

Scritto da:

Jessica Zanza

Pubblicista, ex collaboratrice de L'Unione Sarda.
Sono cofondatrice e caporedattrice di Inchiostro Virtuale.
Potete contattarmi scrivendo a j.zanza@inchiostrovirtuale.it