Belle ma insidiose, ecco cinque piante di Natale da evitare se avete animali in casa
Le piante ornamentali sono spesso presenti nelle case addobbate per le festività, tuttavia chi ha animali domestici dovrebbe pensarci due volte prima di comprarle vere, dal momento che potrebbero essere velenose; le piante natalizie elencate qui sotto lo sono sicuramente:
- l’abete, il cui olio essenziale è irritante per cute e mucose, mentre gli aghi possono otturare o perforare il tubo digerente;1
- l’agrifoglio, che induce vomito, diarrea, torpore, coma e morte, a causa dei tannini e della licina contenuti nelle bacche (venti sono letali per i cani);2
- il vischio, che oltre ai disturbi motori, visivi e gastrointestinali, causa ipersalivazione, sovrapproduzione di urina, pressione bassa e morte, a causa delle viscotossine dei frutti;2
- la stella di Natale, che raramente causa intossicazioni gravi. I fusti e le foglie, incluse quelle rosse che sembrano petali (brattee), contengono un lattice che provoca dermatite, bruciore e vesciche nel cavo orofaringeo, disturbi digestivi come vomito, diarrea e crampi addominali (nei gatti pure ipersalivazione);2-3
- la rosa di Natale, poco nota ma non per questo meno pericolosa. Ogni sua parte è nociva a causa dei glicosidi cardiotossici (che causano aritmie e morte per fibrillazione ventricolare), saponine e ranuncolina, che provocano vomito, dermatite e cherato-congiuntivite.3
Piante natalizie velenose: cosa fare in caso di contatto o ingestione?
Se si sospetta un’intossicazione, bisogna rivolgersi al veterinario e fornirgli quante più informazioni possibili riguardo alla pianta (specie, parte e quantità ingerite); ciò è importante per una corretta diagnosi, difficile a causa di sintomi – spesso aspecifici – che possono comparire anche a distanza di tempo.2-3
Come si trattano le intossicazioni da piante?
Il trattamento è puramente sintomatico e prevede la pulizia della parte contaminata (pelle, bocca, occhi) seguita, solo in caso di evidenti sintomi d’intossicazione (che si verificano nel 6,8% dei casi), dalla somministrazione di sciroppo di ipecacuana o altri farmaci che inducono il vomito, qualora l’animale non avesse già provveduto da sé.3
A distanza dallo sciroppo si possono somministrare il carbone attivo, che intrappola eventuali tossine, e un lassativo che ne promuove l’espulsione; dopodiché si reidrata l’animale con il ringer lattato e si procede con le eventuali terapie di supporto, quali:
- metoclopramide, contro la nausea e il vomito;
- loperamide, per bloccare le scariche di diarrea;
- prednisolone, per ridurre l’infiammazione;
- ampicillina o amoxicillina e acido clavulanico, per prevenire le infezioni.2
In caso di avvelenamento da rosa di Natale bisogna monitorare l’attività del cuore e, se necessario, somministrare l’atropina per riportare la frequenza cardiaca ai valori normali.3
Consigli di lettura
A proposito di piante natalizie, vi consigliamo di leggere l’articolo sull’albero di Natale: origini, storia e leggende.
Riferimenti bibliografici:
- Clinica veterinaria città di Saronno: “Piante natalizie: pericolo per gli animali domestici“;
- Portale didattico veterinario: “Piante tossiche per gli animali” di Paola Roncada;
- Gabriele Ghisleni e Federico Caretto: “Alcune piante d’appartamento velenose per il cane e il gatto“. Veterinaria, Anno 13, n. 3, Giugno 1999.
Crediti fotografici
In apertura, foto di Jacques GAIMARD da Pixabay.
L’articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non sostituisce il rapporto medico-paziente.
Giornalista pubblicista, ex collaboratrice de L’Unione Sarda.
Sono cofondatrice e caporedattrice di Inchiostro Virtuale.
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