Ho scoperto Zorin OS poche settimane fa, attirato dalla sua premessa/promessa: “Zorin OS is the alternative to Windows and macOS designed to make your computer faster, more powerful, secure, and privacy-respecting”.
No, non sto cercando alternative a macOS, ma ho il dente avvelenato verso Microsoft e Windows, questo sì. In parte già da tempo, ma sicuramente da quando ho scoperto che il mio pc non è tra gli eletti su cui gira Windows 11.
In realtà, atterrato in via stabile su macOS, non utilizzavo più il pc Windows, se non per qualche stretta necessità: recuperare vecchi file, generare pennette USB per Linux (devo ancora individuare il tool per farlo su macOS). E poi per qualche screenshot didattico su Windows. Però l’idea che il pc comprato nel febbraio del 2018 sia dichiarato obsoleto da Microsoft fa girare le scatole.
Ovvia quindi la tentazione di provare Zorin OS.
Cos’è Zorin OS
Distribuzione Linux basata su Ubuntu, si caratterizza, a mio avviso, per tre aspetti fondamentali:
- una grafica molto curata e gradevole, lontana dallo stile nerd che scorgo in altre distribuzioni Linux;
- facile da installare e utilizzare, ha una buona efficenza e stabilità, grazie alla derivazione da Ubuntu LTS (long term support);
- un’intelligente proposizione di offerta, differenziando un ramo standard e uno lite, incrociati con una composizione standard e una Education.
Accanto ai prodotti Free, è anche presente un’offerta Pro che, al costo di 39€, offre migliori versioni grafiche e una scelta di software open source preinstallati.
Da dove arriva il nome Zorin OS
Nel 2008 due adolescenti irlandesi, i fratelli Artyom e Kyrill Zorin di 12 e 14 anni, mettevano insieme la prima versione del loro sistema Linux.
Il lavoro era cominciato sulla versione 7.10 di Ubuntu, che avevano trovato incredibilmente più flessibile e maneggevole di Windows. Ma allora perché Ubuntu era così poco utilizzato, rispetto a Windows? Era possibile migliorare User Interface (UI) e User Experience (UX), per renderle più simili a quelle di Windows?
Quattro anni di lavoro ed eccoci alla prima robusta versione commerciale del loro Zorin OS, con una start up fondata quando i due hanno 16 e 18 anni rispettivamente, e ancora frequentano uno il liceo (St. Conleth’s College) e l’altro l’università (il Trinity College di Dublino).
Poi, anno dopo anno, vengono i primi successi commerciali. Uno, decisamente vicino a noi, riguarda il comune di Vicenza che, nel 2016, tramuta le sue postazioni di lavoro da Windows a Zorin OS. L’operazione consente al comune di rivitalizzare i pc della propria dotazione informatica, rinviandone il rinnovo.
Oggi, 2022, siamo alla versione 16 del sistema operativo, uscita proprio mentre tanti possessori di pc stanno scoprendo, come me, che ai loro pc Windows 10 rimangono ancora tre anni di supporto, poi il buio.
Qui un articolo sugli inizi dei fratelli Zorin.
Windows 11, i vecchi PC e Chrome OS Flex
La questione a cui accennavo in apertura è l’incompatibilità di Windows 11 con pc relativamente recenti, ben carrozzati (il mio ha 4 GB di RAM e 128 GB di SSD). Vero è che, comunque, Windows 10 sarà supportato fino al 14 ottobre 2025, quando saranno passati 7 anni dall’acquisto da parte mia, ma quello che fa storcere il naso è la discontinuità forzata.
Esistono alternative?
Google si è tuffata a pesce sull’opportunità, con il suo Chrome OS Flex. Google ha infatti acquisito la società CloudReady e il suo prodotto, capace di trasformare una piattaforma Intel in un Chromebook. Il passaggio da Windows a Chrome OS Flex, quindi, dovrebbe assicurare una longevità del pc che va oltre l’ottobre del 2025. Ma deve trattarsi di una piattaforma non proprio spartana: almeno 4 GB di memoria RAM, e non troppo antiquata.
A suo tempo avevo provato il CloudReady, sul mio muletto, un netbook Acer Aspire One del 2011 (anche detto il catorcetto), che avevo portato a 2 GB di memoria. Confermo che le prestazioni erano non accettabili.
E poi ci sono i Linux
Esiste un’alternativa percorribile per macchine così poco performanti ed è passare a una distribuzione Linux, leggera.
In cosa si traduce la leggerezza? Le distribuzioni Linux offrono diversi tipi di desktop, che è poi l’interfaccia di utilizzo del sistema operativo. Il desktop più leggero è l’XFCE, che è alla base di tutte le distribuzioni Linux lite.
È quindi XFCE il desktop di XUBUNTU, e anche Manjaro offre una versione con XFCE. Zorin OS ha XFCE nelle due versioni lite: quella standard e quella Education.
Education Lite sul mio muletto
Dopo aver giocato per diversi mesi con Manjaro, ho installato sul catorcetto il sistema operativo Zorin OS 16, Education Lite.
Sensazioni?
Manjaro è probabilmente meno pesante, mentre Zorin è un pochino in affanno su una macchina così poco dimensionata. Per contro, la gestione di Zorin OS è molto più semplice, la prima installazione è alla portata di chiunque (basta seguire le indicazioni fornite dal sito); gli aggiornamenti sw sono meno frequenti (alla base c’è una versione LTS, quindi solida, di Ubuntu). E la grafica è decisamente più gradevole.
Il pacchetto Education è stato poi una piacevole sorpresa.
Per un appassionato di matematica è una gioia trovare già installati programmi come Octave (equivalente open source di Matlab) e KAlgebra, calcolatrice con capacità grafiche 2D e 3D.
Non manca nemmeno il classico GeoGebra. Molto semplice anche l’installazione dell’ambiente Anaconda con il Notebook Python.
Insomma, un’oretta di lavoro ha trasformato il catorcetto in una piccola ma completa macchina da calcolo.
Sulla versione Education trovano spazio anche diversi programmi educativi per le scuole primarie e secondarie, più qualche gioco divertente e un Ebook Reader.
In conclusione
Questo sembra il momento dei Chromebook di Google, basta farsi un giro da MediaWorld per convincersene. Personalmente, sono rimasto scottato anche da questa esperienza: si tratta infatti di sistemi chiusi, ed occorre prestare attenzione al tempo di vita definito da Google. Ho nel cassetto un Chromebook con una buona capacità di calcolo, ma che Google non aggiorna più dal novembre dell’anno scorso. Stesso problema del passaggio Windows 10 – Windows 11, per intenderci.
Per contro, una distribuzione Linux garantisce meglio il valore della propria piattaforma, grazie alla possibilità di passare, quando si vuole, a una distribuzione diversa.
Viva Linux, insomma.
Mi chiamo Pasquale Petrosino, radici campane, da alcuni anni sulle rive del lago di Lecco, dopo aver lungamente vissuto a Ivrea.
Ho attraversato 40 anni di tecnologia informatica, da quando progettavo hardware maneggiando i primi microprocessori, la memoria si misurava in kByte, e Ethernet era una novità fresca fresca, fino alla comparsa ed esplosione di Internet.
Tre passioni: la Tecnologia, la Matematica per diletto e le mie tre donne: la piccola Luna, Orsella e Valentina.
Potete contattarmi scrivendo a: p.petrosino@inchiostrovirtuale.it