The English Game

The English Game è una delle ultime produzioni di Netflix ed è incentrata sugli albori del calcio nel Regno Unito e, soprattutto, sul suo contesto storico

Fra i prodotti seriali usciti nelle ultime settimane, in Italia è passato un po’ in sordina The English Game, show Netflix composto da sei puntate, che racconta il contesto socioculturale in cui si è affermato il gioco del calcio. Altrove la serie ha avuto una maggiore eco, soprattutto perché il suo creatore è Julian Fellowes, padre di un prodotto di successo come Downtown Abbey.

In questa recensione spiegheremo quali sono i suoi punti di forza e, in fondo all’articolo, faremo un fact-checking – contenente anche SPOILER ben segnalati – sulla corrispondenza fra quanto raccontato e le vicende reali dei protagonisti, alcuni dei quali veramente esistiti.

La recensione senza spoiler

The English Game prende il la dal trasferimento del giocatore scozzese Fergus Suter (Kevin Guthrie) dal Partick al Darwen, seguito dal suo amico Jimmy Love (James Harkness), anche lui calciatore che effettua lo stesso percorso. Il trasferimento, realmente avvenuto, ha un’importanza storica notevole, dal momento che all’epoca i giocatori non potevano essere pagati per giocare.

Suter, non a caso ritenuto il primo calciatore professionista della storia e, insieme a Love, uno dei pionieri del gioco, approda a Darwen dietro compenso del presidente del Darwen (nonché proprietario della fabbrica della città). Proprio questa circostanza sarà uno dei temi centrali di The English Game, poiché gli aristocratici, che fino a quel momento avevano monopolizzato l’FA Cup, non accettano che la purezza del loro gioco sia corrotta dall’intromissione del denaro.

The English Game prende questa vicenda come presupposto non solo per narrare un calcio primordiale e ancora molto grezzo, ma soprattutto per descrivere il contesto socioculturale dell’epoca, della distanza fra proletariato e aristocrazia, qui ben restituita. Il calcio, dunque, è leggermente meno centrale di quanto ci si possa aspettare, soprattutto nella parte centrale della serie, ma resta comunque uno dei protagonisti della vicenda.

Le tematiche

La sceneggiatura mette in bocca ai personaggi delle riflessioni talvolta un po’ premature per l’epoca, ma che ben restituiscono la differenza fra il calcio dell’Ottocento e quello contemporaneo.

The English Game fa affrontare ai protagonisti due tematiche in particolare: quella del nascente business intorno al gioco (maglie, giocatori professionisti) e quella della violenza di alcuni tifosi, aspetti che preoccupano non poco gli aristocratici. Lo spettatore, col senno del poi, non può neanche biasimare i timori dei nobili, vista la deriva che in alcuni casi il calcio ha preso.

I personaggi

Questo, fra l’altro, è uno dei meriti di The English Game: portare sullo schermo personaggi molto diversi fra loro senza che nessuno sia totalmente negativo (se non il padre di Fergus Suter, che comunque rimane in secondo piano per gran parte della serie). Non c’è un antagonista a tutto tondo: ogni personaggio agisce per determinati motivi e, dopo averli compresi, sarà difficile non empatizzare con loro neanche per un momento.

Arthur Kinnaird (Edward Holcroft), il grande rivale di Suter, inizialmente sembra essere il classico aristocratico molto spocchioso e classista, mentre col passare delle puntate diverrà probabilmente il personaggio più virtuoso, divenendo il co-protagonista della serie. Anche John Cartwright (Ben Batt), presidente del Blackburn, che sembrava destinato a essere un personaggio estremamente negativo, viene messo sotto una luce diversa col passare degli episodi. Per quanto si tenda a parteggiare prevalentemente per la classe proletaria, la nobiltà non viene ridotta a macchietta stereotipata.

Gli attori, con una recitazione mai sopra le righe, restituiscono pienamente le caratteristiche dei propri personaggi. Note di merito in particolare per Edward Holcroft, che riesce a dare tante sfaccettature diverse al suo Arthur Kinnaird, e per Kevin Guthrie, bravo a rendere credibile Suter sia nella vita quotidiana, in cui appare piuttosto mite, sia sul campo di calcio, lì dove Fergus appare molto più pugnace.

I meriti

Oltre a un’ottima fotografia, The English Game ha un altro merito visivo: quello di rendere credibili le partite di calcio. Viene aiutato dal contesto storico, dal momento che, per essere rappresentato, il calcio ottocentesco non richiede la perfezione tecnica (e tattica) di quello contemporaneo, elemento che spesso smaschera il “dilettantismo” degli attori. Al netto di ciò, con un uso sapiente delle inquadrature, le partite non risultano troppo artificiali, eccezion fatta per alcuni non-interventi dei portieri che farebbero gridare al calcioscommesse.

The English Game è un prodotto valido, che tratteggia bene i suoi personaggi e sintetizza con efficacia il contesto storico nel quale è ambientato. Risulterà un po’ deluso chi si aspettava una ricostruzione storica precisa e dettagliata degli albori del football inglese e della sua competizione più antica, la FA Cup, ma probabilmente non era questa l’intenzione della serie, quanto più una speranza degli appassionati di calcio. D’altronde, che la perfetta ricostruzione storica dei fatti non sia prioritaria per gli autori di The English Game lo si può capire meglio leggendo il fact-checking qui sotto, subito dopo lo spoiler alert.

Spoiler alert

La recensione con spoiler

Nella realtà, Love andrà al Darwen prima di Suter, che deciderà solo in un secondo momento di seguirlo. Il lavoro che Suter praticò a Darwen fu quello di scalpellino.

Arthur Kinnaird

Nelle varie scene di gioco, Arthur Kinnaird viene rappresentato come un giocatore molto fisico e irruento, cosa che corrisponde alle descrizioni dell’epoca. Leggenda vuole che un giorno sua moglie gli abbia detto che, prima o poi, sarebbe tornato a casa con una gamba rotta e che, in risposta, un suo amico le avrebbe risposto:

Non si preoccupi, Signora. Se lo farà, non sarà la sua (di gamba, ndr).

I numeri di Kinnaird

I numeri da giocatore di Kinnaird, per quanto vadano parametrati su un’epoca storica totalmente differente, sono strabilianti: detiene il record di finali di FA Cup dispuntate (nove). Di queste, ne ha vinte ben cinque (tre con i Wanderers e due con gli Old Etonians, la squadra che vediamo in The English Game).

Detiene, però, anche uno sfortunato primato: è suo il primo autogol in un match ufficiale di calcio, in una partita contro la squadra dell’Oxford University. Fino agli anni Ottanta, questo autogol era stato cancellato dai risultati ufficiali per motivi non chiari. Le cronache parlavano di una partita finita 2-0, ma che era stata decisa ai supplementari dopo che i Wanderers erano andati i vantaggio nei tempi regolamentari (cosa ovviamente non possibile). Alla fine, il risultato ufficiale è stato corretto col veritiero 2-1 che ha assegnato a Lord Kinnaird il triste primato.

Suter al Blackburn

Sul trasferimento di Suter al Blackburn è stata fatta un po’ di confusione (oppure è stata piegata la realtà a esigenze narrative): Suter si trasferì ai Blackburn Rovers, club che tuttora gioca in Championship (Serie B) e che ha un palmarès prestigioso, che conta in particolare tre titoli d’Inghilterra (compreso lo storico titolo della stagione 1994-95) e sei FA Cup.

Negli anni in cui è ambientato The English Game, a Blackburn giocava anche un’altra squadra, l’Olympic. Non viene specificato il nome della compagine in cui si trasferisce Fergus (né è menzionata la data del trasferimento), ma viene detto che è la prima squadra proletaria a vincere il titolo e viene mostrato il suo trionfo in finale sugli Old Etonians.

Questi avvenimenti combaciano con la storia dell’Olympic che, nel 1883, primo fra i club operai, vinse la coppa in finale sugli Old Etonians. Ebbene, Suter non ha mai giocato nell’Olympic ma, come detto, è stato un calciatore dei Rovers. Con questa maglia perse la finale del 1882 (proprio con gli Old Etonians) ma poi vinse la coppa per tre anni consecutivi, dal 1884 al 1886.

Non risulta, invece, che Love abbia mai giocato col Blackburn, né che la sua carriera sia stata stroncata da un fallo di gioco.

Le indagini della Federazione Inglese

La Federazione Inglese investigò realmente squadre come il Darwen e il Blackburn per il pagamento dei giocatori. All’epoca, come spiegato, il calcio era strettamente amatoriale e non era consentito pagare i giocatori. Come scritto nei titoli di coda di The English Game, dal 1885, preso atto del cambiamento in corso, tale prassi venne consentita dal regolamento.

Le vicende personali

Nel caso fosse necessario sottolinearlo, le vicende personali di Suter (dal triangolo amoroso ai problemi familiari) sono romanzate.

Consigli di lettura

Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche quello dedicato al Wigan, un azzardo di troppo.

Scritto da:

Lorenzo Picardi

Avvocato e pubblicista, non giudicatemi male. Per deformazione professionale seguo qualunque fatto d'attualità. Non sono malato di sport, mi limito a scandire i periodi dell'anno in base agli eventi sportivi. Ogni tanto provo a fare il nerd, con risultati alterni.
Potete contattarmi scrivendo una mail: l.picardi@inchiostrovirtuale.it