“Essere superstiziosi è da ignoranti, non esserlo porta male!”
L’anno è iniziato da poco meno di un mese e abbiamo ancora negli occhi quei giorni di festeggiamenti. Abbiamo passato le feste con amici e parenti e scommetto che in molti hanno brindato al nuovo anno con addosso un grazioso completo intimo rosso fuoco. Questa tradizione ha origini lontane: già in epoca romana, durante il Capodanno, i patrizi indossavano qualcosa di rosso per attirare potere, salute, amore e fertilità.
Altri avranno mangiato lenticchie o i canonici 12 chicchi d’uva, tradizione presente anche in Spagna e chiamata uva de la suerte, o fatto qualcosa che piace perché “se è fatta a Capodanno, è fatta tutto l’anno” (un click al seguente link per scoprire tutte le tradizioni del Capodanno).
Riti scaramantici quotidiani
Insomma tutti, chi più chi meno, abbiamo dei riti per attirare la buona sorte o perlomeno scacciare la sfortuna. Anche il più razionale degli uomini ha una piccola pratica, una mania, qualcosa che mette in campo nei momenti importanti per far sì che le cose vadano per il verso giusto.
Che siano le mutande fortunate, bere il caffè sempre nello stesso bar o semplicemente scendere dal letto col piede giusto, le occasioni in cui si prova a garantirsi la dose di fortuna quotidiana sono innumerevoli.
Se vi siete trovati a pensare ai vostri riti personali non temete, la cosa è più comune di quel che si pensi. Di base nascono dal timore per il futuro, ignoto e imprevedibile. Convinto che la vita sia governata da forze indomabili, fin dall’antichità l’uomo ha cercato ogni modo per propiziarsi un destino prospero. Inoltre la confusione tra casualità e causalità ha fatto sì che fossero ritenuti dannosi e pericolosi eventi totalmente fortuiti.
La superstizione negli animali
Dagli studi di Burrhus F. Skinner, psicologo americano esperto di comportamentismo, si evince che non solo l’uomo ma anche gli animali sono soggetti al condizionamento operante.
Per i suoi studi (che avevano l’obiettivo di guidare il comportamento animale, facendo sì che i piccioni indirizzassero volutamente “le bombe” verso un obiettivo preciso) chiuse un piccione in quella che poi venne denominata Skinner’s box.
La scatola era dotata di una leva che, quando veniva azionata dal volatile, rilasciava una porzione di cibo. Successivamente modificò la scatola in modo che la somministrazione del cibo fosse temporizzata. Il risultato evidenziò che nessun piccione percepì la modifica, ma ognuno di essi arrivò ad associare un’azione particolare al rilascio di cibo, creandosi di fatto una personale superstizione.
La superstizione nell’uomo
Studi successivi teorizzarono che il comportamento dei piccioni fosse legato alle dimensioni dell’ippocampo: una parte del cervello che aiuterebbe a cogliere le vere relazioni di causa-effetto; perciò Koichi Ono dell’Università Konazawa di Tokio decise di replicare l’esperimento, costruendo una Skinner’s box dotata di tre leve e di cambiare il soggetto dello studio: al posto dei piccioni usò l’uomo.
L’obiettivo era fare più punti possibile, ma il contatore era collegato a un timer; ovviamente questa informazione non venne divulgata ai partecipanti. Così, 40 minuti dopo, un gruppo di studenti analizzava le sequenze per capire come ottenere punti e un altro aveva adottato dei comportamenti bizzarri che nulla avevano a che fare con le leve (come arrampicarsi sul tavolo, saltare fino a toccare il soffitto, picchiare contro il muro).
Ciò dimostro che, a prescindere dalla presenza e dalle dimensioni dell’ippocampo, l’uomo può assumere ugualmente comportamenti superstiziosi.
Mappe della superstizione
Come abbiamo detto la superstizione è insita nella natura umana e non dipende da etnia, ceto o titolo di studio, ma un evento considerato malevolo in un Paese, in un altro può significare fortuna e prosperità. Scopriamolo con questo breve giro per il mondo!
Superstizione in America e Asia
Negli Stati Uniti non troverete il numero 13: non c’è la fila tredici in aereo e non c’è il tredicesimo piano in un albergo; mentre in Giappone il numero sfortunato è il 4 perché la grafia evoca la morte. I giapponesi sono così convinti che spesso non si trovano neanche le confezioni di cibo con 4 pezzi!
Sempre in Giappone, vedere un ragno alla sera porta male, mentre vederlo al mattino porta fortuna; in Belgio pare sia il contrario.
In Argentina, non poggiare la borsa sul pavimento e non far cadere mai il portafoglio o avreai ingenti perdite finanziarie!
Ad Haiti camminare indossando una sola scarpa, spazzare il pavimento di notte e andare in giro a carponi, porta alla morte della madre.
In Cina viene consultato l’oroscopo sia per fare un viaggio sia per trovare moglie/marito, così come viene consigliato di lasciare sempre aperta una porta o una finestra per consentire agli spiriti di circolare senza restare chiusi in una stanza.
In Russia sono vietati i secchi vuoti perché si riempiono di sfortuna, perciò gli spazzini ci infilano la scopa o gli arnesi quando comunicano il turno. Sconsigliati anche alcuni regali: niente sciarpe perché portano lacrime, niente coltelli che creano inimicizie, niente orologi perché sono segno di separazione (gli orologi non vanno regalati neanche in Cina perché indicano morte, quindi il concetto di separazione rimane come filo conduttore).
Superstizione in Europa
Andando in Finlandia non dovremmo mai fischiettare in un locale chiuso o si attireranno piccoli demoni dispettosi.
In Gran Bretagna, il ferro di cavallo porta bene se è appeso con le estremità verso l’alto, mentre porta male appeso verso il basso. In questo caso abbiamo la spiegazione: Saint Dunstan, un fabbro che poi diventò arcivescovo di Canterbury, inchiodò un ferro di cavallo allo zoccolo del diavolo, mentre gli era stato chiesto di ferrare il suo cavallo. Il diavolo fu liberato solo dopo aver promesso di non entrare più in un luogo protetto da un ferro di cavallo sulla porta.
Sempre in Inghilterra, se un gatto nero vi attraversa la strada porta bene ed è di buon auspicio per i matrimoni.
Non sono superstiziosa, ma…
Personalmente non penso di essere superstiziosa, per esserlo è necessaria una certa dose di costanza e abnegazione che francamente mi manca. Ciò detto, devp prendere atto del fatto che ho adottato il succitato aforisma di Eduardo de Filippo come filosofia di vita.
Così, magari, mi butto (non vista) tre piccole prese di sale dietro la schiena quando lo rovescio, ma vivo tranquilla se incrocio un gatto nero e non mi dispero se le mie figlie aprono ombrelli in giro per casa (se non rompono niente, ma non sono certa che in quel caso si dovrebbe scomodare la sfortuna).
Accettavo di buon grado che mi spazzassero i piedi quando il fidanzato non era quello adatto e mi presentavo alle sessioni d’esame anche quando la nonna mi diceva “Hai un esame? Auguri!”.
La verità è che sposo la teoria secondo la quale se il pensiero irrazionale serve a gestire l’ansia dell’impossibilità di dare un senso compiuto alle nostre esistenze, e di conseguenza farci vivere meglio, allora è più che benvenuto.
Spero che abbiate trovato interessante l’argomento e che continuerete a seguirmi, in ogni caso io incrocio le dita.
Consigli di lettura
Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche quello sulla scaramanzia in Cina: quali sono i numeri fortunati?
Mi chiamo Cristina, sono nata di giovedì e sono un sagittario!
Mi piace chiacchierare, conoscere persone e sono a mio agio anche a una festa in cui non conosco nessuno. Cerco sempre il lato positivo delle cose e il mio motto è “c’è sempre una soluzione”!
Maniaca della programmazione, non posso vivere senza la mia agenda.
Ho studiato linguaggi dei media e da quasi 20 anni mi occupo di comunicazione per una grande azienda di telefonia.
Nel tempo libero mi piaceva leggere, viaggiare, guardare i film, andare a teatro. Ora invece ho due gemelle di 7 anni che, se da una parte assorbono quasi tutte le mie energie, dall’altra mi hanno donato un nuovo e divertente punto di vista.
Per tutti questi motivi vi parlerò di storie e leggende.