Dopo aver fatto conoscenza di Winterfell ed il Regno del Nord con Jon Snow e di Approdo del Re con Cersei Lannister, è il momento di scoprire l’Essos percorrendo il cammino di Daenerys Targaryen.
Se il vostro animo è affine a Daenerys “della nobile casa Targaryen, prima del suo nome, nata dalla Tempesta, regina degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, signora dei Sette Regni, protettrice del Regno, principessa di Roccia del Drago, Khaleesi del Grande Mare d’Erba, la Non-bruciata, Madre dei Draghi, regina di Meereen, Distruttrice di catene” (e scusate se ho dimenticato qualche pezzo, N.d.A.), allora questo viaggio è perfetto per voi. Insieme visiteremo i luoghi che hanno “impersonato” e reso reali le ambientazioni vissute da Daenerys nella serie TV Game of Thrones.
Mentre con Cersei ci siamo fossilizzati a King’s Landing e con Jon Snow abbiamo esplorato il Regno del Nord, con Daenerys invece ci accingiamo a viaggiare attraverso le terre dell’Essos, oltre il Mare Stretto, prima di approdare a Dragonstone, nel Westeros.
Pronti? Via!
Il lungo viaggio di Daenerys
Nella prima stagione l’erede Targaryen si trova nella città libera di Pentos, insieme al fratello, ospite di Illyrio Mopatis, un magistro ricco e potente. Illyrio e Viserys prendono accordi per far sposare Daenerys, ormai tredicenne, a Khal Drogo, un grande condottiero del popolo dei Dothraki, i nomadi signori dei cavalli. Viserys spera di usare le migliaia di uomini del khalasar di Drogo per riconquistare Westeros e Daenerys non ha altra scelta che piegarsi alla volontà di suo fratello. Al suo matrimonio il cavaliere in esilio Jorah Mormont le offre i suoi servigi. Diventerà in seguito il suo compagno più vicino e fidato. Tra i doni ricevuti da Daenerys al matrimonio vi sono una magnifica puledra bianca e, ancora più importanti e preziose, tre uova di drago pietrificate.
Si parte dunque da Pentos in… Marocco!
Per trovare Pentos sulla cartina geografica bisogna recarsi in Marocco, precisamente a Ait-Ben-Haddou.
Nata come città fortificata, o ksar, lungo la rotta carovaniera tra il deserto del Sahara e l’attuale città di Marrakech, questa location si trova sul fianco di una collina lungo il fiume Ouarzazate.
Il Ksar è protetto dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità. Attualmente solo poche persone risiedono nell’antico abitato (circa 700), la parte “moderna” si è sviluppata al di fuori delle fortificazioni.
Tecnicamente Ait-Ben-Haddou è un raggruppamento di kasbas collettive (le case famiglia del deserto) e di altri edifici comuni, tra cui una moschea, stalle, granai e silos. Il tutto è collegato da un dedalo di stradine strette e tortuose, circondato da mura che, a loro volta, sono rafforzate da torri angolari, realizzate con mattoni di fango ed elaborate decorazioni a zig-zag a forma di porta.
È molto sfruttata come set cinematografico: tra i vari colossal registrati qui ricordiamo Lawrence d’Arabia (1962), Gesù di Nazareth (1977), Il gioiello del Nilo (1985), Agente 007 – Zona pericolo (1987), L’ultima tentazione di Cristo (1988), Il tè nel deserto (1990), La mummia (1999), Il gladiatore (2000) e Alexander (2004).
Imprimetevi bene in testa questa location perché tornerà… oh se torneràhahahahah (e niente, scusate, ogni tanto rido da sola)!
La villa di Illyrio Mopatis
Voliamo ora a Malta, location già visitata per Approdo del Re. Si parla sempre di residenza ufficiale del Presidente di Malta, ma, a differenza del Palazzo San Anton, che ha visto il tradimento ai danni di Eddar Stark, questa volta andiamo alla residenza estiva, al Palazzo di Verdala.
Ci troviamo presso un antico edificio barocco di tre piani a pianta quadrata, con torri ai quattro vertici, arroccato su una collina: Palazzo Verdala fu costruito dall’architetto maltese Girolamo Cassaro su commissione del Gran Maestro Hughes de Verdalle nel 1588, proprio come residenza estiva e, dalla sua terrazza, si può godere di un suggestivo panorama su Malta, fino all’isola di Gozo.
Oltre ai pregevoli affreschi di Filippo Paladini, che illustrano le imprese del committente, il busto dello stesso e ritratti di alcuni dei suoi successori, dipinti da Pietro Paolo Caruana e Salvatore Busuttil, all’interno si possono ammirare mobili di fattura maltese in essenze preziose, riccamente lavorati.
Il palazzo è circondato dagli splendidi Giardini di Buskett, un’area verde molto curata e rigogliosa che i Cavalieri di Malta usavano come riserva di caccia, prima che Napoleone nel XVIII secolo trasformasse il palazzo in una prigione militare. Dopo diversi decenni di decadenza, oggi Palazzo Verdala è stato completamente recuperato e viene utilizzato come residenza di lusso e, seppure chiuso al pubblico, è possibile passeggiare nei suoi splendidi giardini.
Ed è proprio in questi giardini che si assiste al primo incontro tra Daenerys ed il suo futuro sposo, Khal Drogo.
Ecco come Palazzo Verdala si è trasformato nel set di Game of Thrones:
Il matrimonio di Daenerys: Azure Window
La Finestra Azzurra si trova nell’isola di Gozo, vicino alla Baía di Dwejra, non lontano dalla Laguna Blu (un altro paradiso dell’arcipelago maltese) ed è uno dei luoghi prediletti e più conosciuti dai turisti a Malta. È un’opera d’arte naturale di roccia globigerina (tipica di Malta), con un’apertura di circa 28 metri in altezza per 25 metri in larghezza, che forma una finestra straordinaria e irripetibile sul Mediterraneo, ed è la seconda rocca più antica di Malta.
Ne Il Trono di Spade è lo scenario dove si svolge il matrimonio di Daenerys Targaryen e Khal Drogo, ma è stato utilizzato anche in altri film come Furia dei Titani, il Conte di Montecristo e nella miniserie televisiva L’Odissea.
C’è però una brutta notizia: Azure Window, nota anche come Tieqa tad-Dwejra, oggi è come la vedete nella foto di copertina di questo articolo, dato che si è sgretolata la mattina dell’8 marzo 2017. In pratica non esiste più.
Secondo un testimone, Roger Chessell, è collassata intorno alle 9:40. Queste le sue parole al Times di Malta:
Il mare era in tempesta e dopo che una grande onda è passata sotto la grande scogliera l’arco dell’Azure Window è collassato ed è crollato nel mare.
Sembra che Azure Windows non godesse da tempo di buona salute tanto che le autorità maltesi avevano vietato alle persone di camminare sopra l’arco per pericolo di crolli. Azure Windows, oltre ad essere uno dei simboli di Gozo, era anche uno spericolato trampolino dove molti temerari si lanciavano in mare. Quei tuffi e quelle passeggiate romantiche ad un’altezza di 50 metri sul livello del mare ne avevano però indebolito la struttura.
La scogliera bucata e la straordinaria geografia della zona erano nate, secondi i geologi, decine di migliaia di anni fa dal crollo di due grotte calcaree, dando vita anche ad un’altra bellezza naturale: the Blue Hole, uno dei paradisi dei subacquei.
In viaggio verso Vaes Dothrak
Dopo il matrimonio, Daenerys, suo fratello e il khalasar viaggiano verso l’unica città Dothraki, Vaes Dothrak, nel cuore del Mare Dothraki, dove Daenerys sarà presentata alle anziane, conosciute come il Dosh Khaleen.
Noi, per seguirli, dobbiamo volare di nuovo, questa volta verso l’Irlanda del Nord, precisamente nella regione dell’Antrim, contea irlandese settentrionale composta da nove glen, ovvero particolari vallate strette e profonde che raggiungono il mare, a partire dalle sponde del Lough Neagh, in maniera circolare fino alla costa. I Glens offrono scenari naturali selvaggi ed incontaminati, particolarmente affascinanti, e sono un’attrazione turistica importante nella contea e, in generale, nell’Irlanda intera.
Grazie alla loro varietà, i Glens hanno fatto da set a diverse scene ne Il Trono di Spade. Nel nostro viaggio attraverso l’Essos, il meraviglioso paesaggio collinare dai prati erbosi, con uno sfondo montano selvaggio e indomito, tra Pentos e Vaes Dothrak si trova, geograficamente parlando, nella Shillanavogy Valley.
Questa valle si trova sotto il “dominio” della Slemish Mountain, nota per essere stata la prima casa irlandese di San Patrizio. La montagna sorge circa 437 metri sopra la pianura circostante ed è in realtà il nucleo centrale di un antico vulcano spento (dalla forma un po’ lo si intuisce, N.d.A.).
La capitale Dothraki
La parte finale di questo lungo viaggio attraverso il Mare Dothraki è stata registrata sempre in Irlanda del Nord, ma a sud-est, esattamente dalla parte opposta alla Shillanavogy Valley, lungo la Sandy Brae Path, nei pressi delle Mourne Mountains.
Il nome Mourne deriva dal nome di un clan di Scoti che si chiamavano Múghdorna e la montagna più alta del gruppo è Slieve Donard con i suoi 849 metri di altezza.
Il Mourne Wall è la caratteristica più famosa del luogo. Si tratta di un muro a secco di 35 chilometri che attraversa quindici cime, costruito per segnare il confine della terra posseduta alla fine del primo decennio del 1800 dalla Northern Ireland Water, lo stabilimento per la fornitura di acqua dalle Mournes alla città di Belfast. La costruzione del Mourne Wall cominciò nel 1904 e fu completatata nel 1922.
Curiosità: le Mourne Mountains hanno anche ispirato lo scrittore C.S. Lewis per la saga “Le Cronache di Narnia”.
Ricordate l’ingresso a Vaes Dothrak, con i due imponenti cavalli? Eccolo:
Una volta giunti di fronte al Dosh Khaleen, Daenerys deve superare il hrazef zhor, il rituale che la sacerdotessa celebra quando la khaleesi è incinta, che consiste nel mangiare a crudo il cuore intero di un cavallo appena sgozzato.
(Pare che la scena non sia stata particolarmente piacevole da registare per l’attrice).
Il ferimento di Kal Drogo
La felicità della coppia, però, non dura a lungo. Il khalasar di Drogo riparte alla conquista di villaggi e di nuove terre, come da cultura ed abitudini Dothraki, ma senza la presenza di Viserys, ucciso dallo stesso Khal con una colata di oro sulla testa, a mo’ di corona. A parte le insistenze del fratello affinché partissero finalmente per riconquistare il Westeros, pretesa che, in ogni caso, Khal Drogo aveva accordato alla sua khaleesi, Viserys si è reso colpevole di un terribile delitto: ha sguainato la spada nel tempio sacro, nel quale è rigorosamente vietato portare armi.
Per seguirli noi torniamo ancora una volta a Malta (si può dire che ormai siamo di casa): il set di Lhazar, il villaggio assaltato dai guerrieri dothraki, si trova nella parte nord-occidentale dell’isola.
Manikata è un piccolo villaggio nei limiti di Mellieħa, le cui origini sembrano risalire all’Età del Bronzo. Sovrintende le zone agricole nella valle tra il-Ballut e il-Manikata.
L’industria principale di Manikata è l’agricoltura. Le valli attorno a questo villaggio sono ricche di campi curati e coltivati tutto l’anno, i cui prodotti sono molto apprezzati: uva, pomodori, patate, cipolle, meloni (bettiegħ), angurie (dulliegħ), mele, arance, melograni (rummien), fragole e molte altre colture (e no, la barbabietola da zucchero non è fra queste, n.d.A.). Inoltre in quest’area sono presenti molti apicoltori.
Dopo l’assalto al Lhazareen Village, Khal Drogo viene gravemente ferito.
Morte e rinascita
Il ferimento del loro Khal porta il khalazar ad una sosta forzata. Nonostante tutte le opinioni negative, in primis quella di Ser Jorah, Daenerys tenta l’impossibile per salvarlo, affidandosi ad una sacerdotessa salvata dallo stupro proprio a Lhazar. Tradita da quest’ultima, la bionda khaleesi perde tutto: non solo l’amato marito, ma anche il figlio che aveva in grembo.
Nella pira funebre del Khal, dove viene bruciata anche la traditrice (tiè, ben ti sta!), vengono sistemate le tre uova di drago ricevute in dono il giorno del matrimonio. Convinta di dover morire insieme al suo sposo, anche Daenerys entra nelle fiamme.
L’incredibile fatto di essere ritrovata, la mattina dopo, non solo in vita, ma senza nemmeno un graffio (a parte qualche sbaffo di fuliggine qua e là) e con tre uova di drago dischiuse, fa sì che anche i suoi detrattori più convinti nel khalasar si inginocchino ai suoi piedi.
Le imponenti falesie che fanno da sfondo alla zona in cui i Dothraki erigono l’accampamento dopo il ferimento di Khal Drogo, e dove viene celebrato il suo funerale, si trovano a Mthaleb, vicino a Dingli Cliffs, situata nella zona ovest dell’isola di Malta ed è l’area più alta di tutta la costa maltese, con circa 253 metri sul livello del mare.
Ultima destinazione
Daenerys, insieme al suo ormai fedele khalasar, riprende il cammino fino a giungere alle rovine di una città che sembra abbandonata da tempo. Nomina la città Vaes Tolorro, il termine dothraki per “città delle ossa”, e si attiva per trovare cibo, acqua e per poter sistemare la propria gente.
Vaes Tolorro è un miglioramento rispetto alla Desolazione Rossa da cui provengono: ci sono case, foraggio per i cavalli ed un pozzo di acqua pulita. Daenerys però non vuole fermarsi troppo a lungo, costantemente preoccupata per la sua vulnerabilità e temendo un attacco da parte di un khalasar rivale. Invia perciò tre fidati emissari in direzioni diverse, per pianificare le mosse e la destinazione successive.
Uno di loro ritorna con tre rappresentanti della ricca città portuale di Qarth, “La Città dei Mercanti”, dove sorge la Casa degli Eterni, nel continente di Essos. Nella realtà è l’isola di Lokrum, di fronte a Dubrovnik, in Croazia.
Il nostro viaggio in compagnia di Daenerys ripartirà da qui, nel prossimo appuntamento.
Non mancate!
Annalisa A.
Postilla: la lingua Dothraki
Il linguaggio Dothraki, al pari degli altri come High Valyrian, Skroth e Asshai’i, è stato creato da David J. Peterson, che non è nuovo a questi “compiti”, avendo creato anche gli idiomi che si possono sentire in Defiance di Syfy, Shannara di MTV, The 100 di The CW e Emerald City di NBC.
Al momento attuale la lingua Dothraki conta quasi 10 mila vocaboli, creati tenendo in considerazione la cultura e la società Dothraki. Ad esempio non esiste nessuna parola che indichi il “mare”, in quanto il popolo Dothraki vive da sempre nel continente e pertanto non sa cosa sia il mare.
Queste le parole di Peterson sulla creazione di questo complesso linguaggio:
Two major factors come into play. First, the topography of the area, which helps determine what these people do and don’t have words for, and what their lifestyle is like. I think about these people and ask: “What are their lives supposed to be like?”, “Who do they interact with on a regular basis?” and “How do those interactions shape their own culture?”
The second factor is their level of technology. The world of ‘Game of Thrones’ is at a significantly lower level of technology than the modern world. And in the case of Dothraki, they are at a technology level that’s below even that. It seems that their culture is very insular. They don’t let their interactions with other people influence their lifestyle. What that said to me is that the Dothraki are going to have words for their own lifestyle, and they may borrow other terms. For example, the Dothraki word for “book” is borrowed from Valyrian.
David J. Peterson ha prodotto un libro-guida per imparare la lingua Dothraki: “Living Language Dothraki”, pubblicato in Ottobre 2014.
E, se vi aggrada, esiste anche un corso universitario, a Berkeley, in California. In questo articolo trovate alcuni dettagli.
Giunta qui sicuramente da un mondo parallelo e da un universo temporale alternativo, in questa vita sono una grammar nazi con la sindrome della maestrina, probabilmente nella precedente ero una signorina Rottermeier. Lettrice compulsiva, mi piace mangiare bene, sono appassionata di manga, anime e serie TV e colleziono Lego.
In rete mi identifico col nick Lunedì, perché so essere pesante come il lunedì mattina, ma anche ottimista come il “primo giorno di luce”.
In Inchiostro Virtuale vi porto a spasso, scrivendo, nel mio modo un po’ irriverente, di viaggi, reali o virtuali.
Sono inoltre co-fondatrice, insieme a Jessica e Virginia, nonché responsabile della parte tecnica e grafica del blog.
Mi potete contattare direttamente scrivendo: a.ardesi@inchiostrovirtuale.it