sale iodato

Guida al sale iodato: quali sono le differenze con il sale comune? Perché bisogna usarlo e in quali quantità? Ha controindicazioni? Scopriamone di più!

Il sale iodato si ottiene aggiungendo lo iodio (sotto forma di iodato di potassio) al sale da cucina. Colore, odore e sapore sono gli stessi del sale comune, ma in virtù dello iodio – indispensabile per la produzione degli ormoni tiroidei – il Ministero della Salute, attraverso la Legge n.55 del 21/03/2005,1 ne raccomanda l’uso per eradicare i disturbi da carenza iodica, quali:

  • anomalie congenite, aborto spontaneo e morte prima della nascita, perché tali ormoni sono necessari per lo sviluppo del feto;
  • morte del neonato nel primo mese di vita o cretinismo in caso di sopravvivenza, in quanto gli ormoni tiroidei sono importanti per l’accrescimento corporeo e lo sviluppo del sistema nervoso;
  • ipotiroidismo, una sindrome che può manifestarsi a tutte le età con i seguenti sintomi:
    • ritenzione idrica e aumento di peso;
    • difficoltà di memoria e concentrazione;
    • mal di testa, debolezza e sonnolenza;
    • apatia e depressione;
    • pelle secca e perdita di capelli;
    • sensibilità al freddo e alterata percezione degli stimoli;
    • mestruazioni irregolari e stipsi;
    • eloquio e movimenti lenti.
  • gozzo, ossia l’ingrossamento della tiroide – che può arrivare a pesare diversi etti – nel tentativo di normalizzare i livelli ormonali.
sale iodato - gozzo in uomo etiope
Gozzo in paziente etiope. Crediti: endocrinologiaoggi.it.

L’aggiunta del sale iodato alle pietanze rappresenta il metodo più economico ed efficace per prevenire i disturbi succitati (iodoprofilassi), poiché fornisce iodio di facile assimilazione. Ma quanto ne serve?

Dosi raccomandate e controindicazioni

Dal momento che 1 g di sale fornisce 30 μg di iodio, si dovrebbero assumere 3-5 g di sale iodato al giorno per soddisfare il fabbisogno di iodio per la popolazione italiana,1 ovvero:

  • 90 μg fino ai 6 anni;
  • 120 μg dai 7 ai 12 anni;
  • 150 μg dai 13 anni in su;
  • fino a 250-300 μg in gravidanza e allattamento, soddisfatti con specifici integratori.

Dosi superiori sono controindicate per ragioni legate al sodio, il cui eccesso è pericoloso per il cuore, le ossa e lo stomaco.

È bene sottolineare che il sale iodato non è un farmaco, dunque lo possono assumere anche i pazienti con disturbi della tiroide, ma serve cautela se si consumano abitualmente le alghe marine (tipici ingredienti della cucina orientale), naturalmente ricche di iodio.

Consigli di lettura

Se l’articolo vi è piaciuto, scoprite come ridurre il sale in poche mosse!

Riferimenti bibliografici:
  1. Legge n.55 del 21/03/2005;
  2. Ministero della salute: “Poco sale e solo iodato” (PDF).
Crediti fotografici

In apertura, foto di Marek da Pixabay.

L’articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non sostituisce il rapporto medico-paziente.

Scritto da:

Jessica Zanza

Pubblicista, ex collaboratrice de L'Unione Sarda.
Sono cofondatrice e caporedattrice di Inchiostro Virtuale.
Potete contattarmi scrivendo a j.zanza@inchiostrovirtuale.it