Incidente Nucleare Putin

L’incidente nucleare di Nyonoska (Russia) ha numerosi punti oscuri, facciamo ordine su quello che sappiamo

Siamo stati abituati a valutare l’importanza di una notizia dalla sua eco mediatica: maggiore è il risalto che le testate giornalistiche le danno, maggiore è la considerazione che riceve fra i lettori, a prescindere dal rilievo e dall’attualità dei suoi contenuti. Un meccanismo che imbocca il lettore e che sceglie al suo posto gli argomenti sui quali informarsi prioritariamente.

Nonostante sia evidente il tipo di notizie che attualmente i giornali prediligono, lascia comunque interdetti che l’incidente nucleare avvenuto nella regione di Arkhangelsk (Russia) non abbia avuto una trattazione presso gli organi di informazione principali. Potrebbe anche accadere che il lettore apprenda da queste prime righe dell’incidente in questione. Personalmente, ho scoperto con qualche giorno di ritardo di questo fatto e solo perché amici che studiano l’energia nucleare, durante le loro ricerche, si sono imbattuti casualmente nella notizia per corrispondenza di parole chiave.

Inizialmente ho dubitato della mia attenzione nella lettura di giornali e siti online, poi cercando di saperne di più mi sono reso conto che la negligenza non era la mia ma degli organi di informazione. Fatta questa premessa possiamo ricostruire la vicenda per quello che sappiamo, perché oltre alla reticenza della stampa nel parlare bisogna aggiungere la difficoltà nel venire a conoscenza dei fatti, dal momento che dalla Russia fanno trapelare poche notizie ma ben confuse (ricordiamo che la limpida e trasparente Russia deve essere la nostra democrazia di riferimento, secondo alcuni prestigiosi personaggi politici italiani).

Incidente nucleare di Nyonoska: i fatti

L’incidente è avvenuto lo scorso 8 agosto e, inizialmente, i contorni della notizia erano abbastanza diversi da quelli emersi successivamente. Leggendo i primissimi articoli in merito, si faceva riferimento all’esplosione di un motore jet a combustibile liquido, avvenuta in una base della regione di Arkhangelsk sulla costa del Mar Bianco, con un bilancio iniziale di due morti. Praticamente in contemporanea erano già uscite le rassicurazioni del ministero della Difesa in merito al rischio di contaminazione radioattiva.

Col passare dei giorni, tuttavia, il quadro è sensibilmente cambiato. Anzitutto le vittime sono passate da due a sette, di cui cinque erano scienziati che probabilmente lavoravano nella base, mentre non si sa altro degli altri due morti. Quel che però maggiormente preoccupa è quella che sembra essere la vera causa dell’incidente nucleare, ossia un esperimento fallito su un prototipo di missile, noto in Russia come 9M730 Burevestnick e in Occidente come SSC-X-9 Skyfall.

La pericolosità di quest’arma (ancora in fase di sperimentazione) non risiederebbe tanto nella sua forza distruttrice, quanto piuttosto nella sua gittata e nella sua velocità. Il missile, infatti, non sarebbe alimentato da combustibili (come avviene attualmente) ma sfrutterebbe una propulsione nucleare, per muoversi a velocità talmente elevate da poter superare le difese antimissilistiche che attualmente la tecnologia è stata in grado di fornirci.

Inoltre la potenza di questa propulsione permette di avere una gittata senza precedenti, potendo raggiungere qualunque parte del mondo. Come detto, però, questo tipo di missile è tutt’altro che perfezionato e la sua messa a punto è tutt’altro che semplice (come dimostrerebbe l’incidente). Al momento sembra che solo la Russia stia ancora lavorando su questo tipo di arma, mentre gli altri Paesi la ritengono troppo pericolosa o semplicemente irrealizzabile. L’incidente, dunque, avrebbe riguardato un reattore nucleare che serviva ad alimentare proprio la propulsione nucleare dello Skyfall.

Al momento non possiamo catalogare come certa neanche questa ipotesi (che, ad oggi, sembra comunque la più probabile), dal momento che l’agenzia russa per l’energia nucleare (Rosatom) ha diramato una versione ufficiale diversa, secondo la quale l’incidente è stato causato da una:

Fonte isotopica di energia per il motore di un missile a propellente liquido.

Ad oggi, invece, il Cremlino non ha fornito una propria ricostruzione dell’accaduto, limitandosi a definire l’incidente una tragedia.

Ma quali sono le possibili conseguenze dell’incidente?

Al di là di qualunque discorso inerente la corsa alle armi supersoniche (letteralmente supersoniche, giacché la propulsione nucleare permetterebbe di superare nettamente la velocità del suono) che potrà essere valutata solamente con indagini più approfondite – democrazia della Russia permettendo – la preoccupazione di questi primissimi giorni post-incidente è verificare quale sia effettivamente il livello di radiazioni nelle zone interessate.

Di fronte alle summenzionate dichiarazioni del ministero della Difesa, Greenpeace ha affermato che il livello di radioattività arriva ad essere anche 20 volte superiore al normale. Inoltre si sta cercando di comprendere l’estensione di questa possibile contaminazione, cercando di capire se le radiazioni siano giunte fino alle vicine acque finlandesi.

Oltre al livello di radioattività è necessario capire anche il tipo di materiale nucleare utilizzato, dal momento che ognuno ha caratteristiche diverse (fra le quali, per esempio, il grado di tossicità). L’importanza di acquisire queste informazioni è stata sottolineata dal CRIIRAD, centro di ricerca francese molto valido ed autorevole. Senza di queste, adottare delle misure di contrasto adeguate è impossibile (a tal proposito, consigliamo la lettura dell’articolo al seguente link, che spiega i rischi dell’incidente in maniera chiara e tecnica (cosa che chi scrive non può fare per amor di sintesi e soprattutto per mancanza di competenze specifiche).

In ultimo, rimangono anche incertezze sulle misure di sicurezza adottate dalla Russia e sulle modalità dei soccorsi. Non è ancora chiaro se le annunciate evacuazioni delle città di Nyonoska (nota anche come Nenoska), dove si trova la base missilistica, e della vicina Severodvinsk siano effettivamente avvenute. Ad oggi non sono ancora arrivate notizie in merito.

L’ultimo aggiornamento disponibile riguarda i soccorritori: il Moscow Times ha scritto che i medici che hanno visitato i feriti non erano stati avvertiti che questi ultimi fossero radioattivi. Come conseguenza di ciò, sarebbe stato rilevato del cesio-137 (un isotopo radioattivo) nel tessuto muscolare di uno dei medici, anche se non si sa in che misura sia stato contaminato.

Nello stesso articolo il Moscow Times, inoltre, riporta la testimonianza di tre medici che affermano che gli agenti dei servizi di sicurezza abbiano fatto scomparire qualunque informazione sull’incidente acquisita dall’ospedale (abbiamo già detto che la Russia è la più bella democrazia del mondo?).

Attualmente il quadro delineatosi è questo. Avere una ricostruzione completa al momento sembra una chimera: il governo russo sta cercando di insabbiare l’accaduto e i media italiani di riferimento hanno archiviato la notizia dell’incidente prima ancora che fosse trattata con una certa dignità professionale.

In attesa e nella speranza che sia fatta chiarezza, soprattutto per poter rimediare ad un possibile disastro ambientale (l’ennesimo) e per poter tutelare la salute degli abitanti delle zone coinvolte, abbiamo avuto solamente la conferma che il modello russo attuale non è compatibile in alcun modo con quello delle democrazie occidentali. Sarebbe anche arrivato il momento di smettere di inneggiare a questo sistema e di cercare altrove i valori ai quali ispirarsi.

Consigli di lettura

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Scritto da:

Lorenzo Picardi

Avvocato e pubblicista, non giudicatemi male. Per deformazione professionale seguo qualunque fatto d'attualità. Non sono malato di sport, mi limito a scandire i periodi dell'anno in base agli eventi sportivi. Ogni tanto provo a fare il nerd, con risultati alterni.
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