IV Awards 2018: lo sportivo dell'anno

Le competizioni sportive di ogni disciplina sono fermate dall’emergenza Coronavirus. Vediamo come le diverse organizzazioni la stanno affrontando

Di fronte all’emergenza causata dalla Covid-19, lo sport è stato inevitabilmente costretto a fermarsi. In alcuni casi è stato fatto tempestivamente, in altri meno. Qui proponiamo una rassegna delle decisioni (e dei loro tempi) adottate in ogni sport e delle prospettive di ripresa che ognuno di questi ha, con una postilla finale sulle Olimpiadi. Tra le competizioni sportive che si sono fermate per ultime, vi sono le partite di calcio.

Il calcio in Italia

In Italia, visti i numeri del contagio, la questione ha assunto rilevanza in anticipo rispetto ad altre nazioni, ma l’azione è stata comunque confusionaria e tardiva.

Il caos è iniziato due settimane fa, quando, a poche ore dall’inizio della giornata di campionato, la Lega (senza consultare i club) ha sovvertito la precedente decisione di giocare a porte chiuse alcune partite, rimandandole a data da destinarsi, mentre un’altra metà del campionato continuava regolarmente a giocarsi.

Molte polemiche hanno riguardato soprattutto il match di cartello Juventus-Inter, che il presidente della Lega Calcio Dal Pino aveva sciaguratamente proposto di far giocare a porte aperte lunedì invece di domenica (le restrizioni della regione Piemonte, infatti, non sarebbero state più valide proprio a partire da lunedì).

Alla fine gli incontri non disputati sono stati recuperati a porte chiuse la settimana successiva, prima dell’inevitabile sospensione della Serie A. L’arrivo di questo provvedimento è comunque tardivo, dal momento che in questi giorni sta emergendo la positività dei primi giocatori.

Il calcio in Europa

Il resto dell’Europa ha impiegato qualche giorno in più a interrompere le attività, nonostante la UEFA abbia continuato a far giocare le competizioni internazionali a porte aperte fino a questa settimana; in quest’ottica, emblematica è la scelta di far giocare a porte aperte Liverpool-Atletico Madrid, così come vedere la Premier League regolarmente disputata (e anche diversi giocatori della Premier stanno risultando positivi al Coronavirus).

Al momento non è dato sapere se le competizioni riprenderanno o se non saranno completate. L’opzione più quotata sembrerebbe quella di rimandare l’Europeo al 2021 per permettere di concludere regolarmente la stagione in corso. Meno quotata – ma che non può essere esclusa – è l’ipotesi di non assegnare titoli e cancellare la stagione in corso, fatta salva giusto l’assegnazione dei posti per le coppe europee.

Le ultime alternative sono quella di chiudere i campionati e assegnare i titoli secondo le attuali classifiche parziali oppure concludere la stagione con dei play-off, per ridurre il numero di partite da disputare. Inoltre resterebbe un problema di ancor più difficile soluzione inerente alle promozioni e alle retrocessioni, per alcuni risolvibile proponendo l’anno prossimo un campionato a 22 squadre, idea che avrebbe notevoli ripercussioni sulla prossima stagione.

Queste problematiche sono comuni a praticamente tutti i Paesi comunitari e riguardano anche le coppe europee. Nessuna previsione è possibile dal momento che non siamo in grado di prevedere con esattezza i numeri del contagio, senza conoscere le strategie che adotteranno gli altri Paesi e senza sapere se queste saranno attuate correttamente.

Le competizioni di basket

Bisogna fare una distinzione fra basket europeo e quello americano della NBA.

Partendo dal nostro Paese, la parabola è stata simile a quella del campionato di calcio, nonostante lo strumento delle porte chiuse sia stato applicato con più decisione. Dopo aver inizialmente disputato incontri senza pubblico, il campionato è stato costretto a fermarsi, così come tutte le competizioni europee. Anche in questo caso, fare previsioni sul destino della competizione ancora in corso è difficile.

Nel momento in cui scriviamo, c’è una spaccatura fra chi vorrebbe portare a termine la stagione, magari giocando i play-off sulla base di una classifica parziale o accorciando le serie di incontri da disputare, e chi invece vorrebbe chiuderla.

Una considerazione che quest’ultima fazione sta particolarmente valorizzando riguarda i giocatori stranieri (soprattutto americani), molti dei quali stanno tornando nelle rispettive nazioni e il cui ritorno in tempi utili non è certo, viste le restrizioni alla circolazioni che aumentano di giorno in giorno; chiaramente avere rose castrate da ciò falserebbe la competizione.

Il campionato NBA

Spostandoci dall’altra parte dell’oceano, fino a pochi giorni fa in NBA non era stata adottata alcuna misura per cercare di contenere il Covid-19. La situazione è radicalmente cambiata quando il giocatore degli Utah Jazz, Rudy Gobert, è risultato positivo al Coronavirus.

Le competizioni sono state sospese immediatamente e il commissioner della NBA, Adam Silver, ha annunciato che la sospensione durerà almeno trenta giorni. Anche qui, non conoscendo ancora i provvedimenti che adotterà il governo statunitense, è difficile fare previsioni sulla ripresa della competizione.

Gobert si comportava così per dimostrare di non aver paura del Coronavirus e di non temere il contagio. Dopo essere stato il primo contagiato, ha deciso di donare 500.000 dollari ai lavoratori che rimarrano senza busta paga a causa della sospensione della NBA.

Le competizioni tennistiche

Il mondo del tennis è uno di quelli che si è mosso più tempestivamente. Da subito in Italia molti tornei Challenger (tornei di seconda fascia) sono stati interrotti. Ha fatto scalpore la scelta adottata per il torneo di Bergamo: con la sola finale da giocare, il torneo è stato interrotto, rimanendo senza un vincitore.

La situazione dei tornei di prima fascia

Misure pesanti non sono tardate ad arrivare neanche per quanto concerne le competizioni di prima fascia. Il primo torneo a essere stato colpito è stato il Master 1000 di Indian Wells, probabilmente il migliore fra i tornei Master 1000. A causa di un caso di Coronavirus nella Coachella Valley, l’organizzazione del torneo ha preferito non correre rischi e cancellare il torneo.

In realtà, parlare di cancellazione è ancora improprio, giacché tecnicamente il torneo è sospeso, nella speranza di trovare una nuova collocazione nel fitto calendario ATP (magari dopo gli US Open). Tale ricollocazione sarà estremamente complicata dal momento che l’ATP ha sospeso qualunque competizione per sei settimane, lasciando in sospeso anche alcuni Challenger (con una partita, Draper-Simon, interrotta per pioggia, che non avrà mai un vincitore).

Non avranno luogo diverse competizioni, fra le quali i Master 1000 di Miami e di Montecarlo (quest’ultimo rimandato direttamente al 2021). Il futuro rimane però incerto anche per le prove Slam: sia il Roland Garros che Wimbledon stanno valutando se, nel caso, sia sostenibile (soprattutto economicamente) un torneo a porte chiuse. Al momento trapela che gli organizzatori di entrambi i tornei preferirebbero saltare un’edizione piuttosto che giocare senza spettatori.

Altro problema concerne la classifica mondiale, basata sui punti raccolti negli ultimi 365 giorni. Senza competizioni in corso, i giocatori non potranno difendere i punti guadagnati, per questo si sta pensando di congelare la classifica e non far scadere i punti che i tennisti avrebbero perso durante le settimane di sospensione.

La WTA (Women’s Tennis Association) inizialmente non ha seguito l’ATP, cercando di scongiurare l’interruzione delle competizioni, ma poi è stata costretta ad arrendersi e ha dovuto cancellare diversi tornei, anche se ancora non ha deciso il da farsi sull’inizio della stagione su terra battuta, rimandando il più possibile la decisione in un momento in cui invece sarebbe richiesta fermezza.

Formula Uno

La Formula Uno ha resistito fino all’ultimo alle richiesta di annullamento delle gare, ma alla fine è stata costretta ad arrendersi e a fermarsi, cancellando il GP di Melbourne. Nonostante in Australia non vi sia ancora una situazione di emergenza, per le proprie competizioni la Formula Uno sposta persone da ogni parte del mondo, comprese le zone con un alto numero di contagiati.

Non a caso, motivo principale della sospensione è stata la positività di un uomo della squadra Mercedes, che ha spinto la F1 a posticipare il suo inizio. Sono stati rinviati anche i GP del Bahrain e del Vietnam, oltre a quello di Shangai (già da tempo posticipato). Al momento si pensa di far iniziare la stagione automobilistica direttamente in Azerbaijan nel mese di giugno, ma tutte le ipotesi sono ancora sul tavolo.

MotoGP

Il primo provvedimento adottato è stato piuttosto singolare: mentre, infatti, la MotoGP ha cancellato la gara in Qatar, le competizioni di Moto2 e Moto3 si sono svolte ugualmente, seppur senza pubblico. Come per la Formula Uno, al momento vi è stato un rinvio delle altre gare, con la stagione che potrebbe direttamente iniziare a maggio a Jerez. Probabilmente vi sarà una compressione del calendario per recuperare i GP rinviati, a meno che ulteriori sviluppi della pandemia non portino alla cancellazione di altre tappe del Motomondiale.

Le competizioni sciistiche

Lo sci alpino era giunto agli sgoccioli della Coppa del Mondo, perciò da un lato gran parte della stagione era stata disputata, mentre dall’altro la tentazione di disputare comunque le ultime gare era forte. I vertici dello sci non hanno avuto dubbi e hanno cancellato le ultimissime tappe della Coppa del Mondo, assegnando così i titoli a chi era in testa alla classifica. Questa decisione, che non sminuisce assolutamente i titoli dei vincitori, è valsa la Coppa del Mondo a Federica Brignone.

Lo sci di fondo inizialmente aveva cancellato solamente le gare di Canmore, ma poi è stato costretto a cancellare le ultime competizioni che si sarebbero dovute tenere a Quebec City. Anche in questo caso, i titoli sono stati assegnati anzitempo.

Il biathlon, invece, è riuscito a portare termine la Coppa del Mondo, nonostante le polemiche di atleti e addetti ai lavori, fra cui Dorothea Wierer, che ieri si è aggiudicata per il secondo anno consecutivo la Coppa del Mondo.

Pallavolo

Anche i campionati di volley (maschili e femminili) sono stati sospesi e non è dato sapere se e quando riprenderanno le competizioni. Al momento ha destato stupore la decisione del campionato tedesco di chiudere qui la stagione e di non assegnare il titolo (maschile e femminile).

Anche in questo caso, si sta registrando un problema analogo a quello del basket, con diversi atleti stranieri che stanno rientrando nelle proprie nazioni senza sapere se saranno in grado di rientrare in tempo utile per la ripresa delle competizioni. Ancora una volta, non si può escludere nessuno scenario.

Rugby

I campionati nazionali, a partire dalla Top12 (la massima serie del campionato italiano), sono stati sospesi almeno fino al 3 aprile. La Guinness Pro14, la più importante competizione europea per club, al momento è sospesa a tempo indeterminato. Ci sono state ovviamente ripercussioni anche sul Sei Nazioni, il più importante torneo europeo per Nazioni, con diverse gare rinviate, fra cui anche i match dell’Italia contro l’Irlanda e l’Inghilterra, che potrebbero slittare addirittura fino a ottobre.

Ciclismo

Dopo il rinvio della Milano-Sanremo, della Tirreno-Adriatico e del Giro delle Fiandre, anche il Giro d’Italia ha annunciato che sarà posticipato a data da destinarsi. La scelta avverrà non prima del 3 aprile. Difficilmente tutti gli eventi potranno essere recuperati nell’anno solare ed è possibile che anche altre competizioni ciclistiche saranno rinviate, perciò bisogna essere pronti anche a perdere definitivamente buona parte della stagione.

Le competizioni olimpiche

In questo clima di incertezza, il destino del più importante evento sportivo al mondo non può essere stabilito con certezza. Il presidente americano Donald Trump ha ventilato l’ipotesi di rinviare le competizioni al 2021, pur consapevole della difficoltà di tale spostamento. In settimana è uscita un’indiscrezione (da prendere con le pinze) secondo la quale un membro del Comitato organizzatore avrebbe ammesso che le Olimpiadi non si riusciranno a tenere e dovranno essere posticipate, se non direttamente annullate.

Il premier giapponese Abe, forse anche per calmare le acque, ha però ribadito che i Giochi si terranno regolarmente. Il destino delle Olimpiadi è tutt’altro che certo. Tokyo potrebbe essere costretta per la seconda volta ad annullare i Giochi; la prima volta, neanche a dirlo, fu nel 1940 a causa della guerra.

La speranza è quella di vedere le competizioni svolgersi regolarmente, non per l’evento in sé, ma perché potrebbe essere il segnale che la battaglia al Covid-19 procede nella giusta direzione.

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Scritto da:

Lorenzo Picardi

Avvocato e pubblicista, non giudicatemi male. Per deformazione professionale seguo qualunque fatto d'attualità. Non sono malato di sport, mi limito a scandire i periodi dell'anno in base agli eventi sportivi. Ogni tanto provo a fare il nerd, con risultati alterni.
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