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Anche questa domenica torna l’appuntamento con il blog Eco Internazionale. Spostiamoci in Europa per parlare della vicenda dell’European Medicines Agency, comunemente conosciuta come EMA, che ha visto protagoniste l’Italia e l’Olanda. L’EMA infatti, a causa della Brexit, sarà spostata dalla sua sede storica di Londra proprio ad Amsterdam; ma l’Italia, che ha perso a causa di sorteggio, non ci sta e tenta una battaglia legale. Parola ad Alessandra Fazio.
Un articolo di Alessandra Fazio
L’European Medicines Agency, comunemente conosciuta come EMA, è un’agenzia decentralizzata a livello europeo, il cui scopo è quello di tutelare la salute umana ed animale, attraverso il monitoraggio e la valutazione di farmaci, vaccini e tutto ciò che attiene ad essi, nonché di vigilare sull’intero mercato europeo dei farmaci.
Londra è stata la sede storica dell’EMA, sede che dopo la Brexit, con l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, sarà spostata ad Amsterdam il 30 Marzo del 2019. Infatti, esattamente il 20 Novembre scorso, a Bruxelles si è svolta la votazione in tre turni a scrutinio segreto, diretta a scegliere, tra le 19 città candidate, quella che sarebbe, poi, divenuta la nuova sede dell’agenzia. Le città votate al primo turno, di comune accordo tra i 27 Stati membri, furono Copenaghen, Amsterdam e Milano. Successivamente, Milano ed Amsterdam, a parità di voti sono state soggette ad un sorteggio la cui sorte ha determinato la vittoria di Amsterdam su Milano.
Una candidatura sconfitta da un sorteggio. Una beffa!
È cosi che il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha descritto la sconfitta di Milano, ritenendo, poi, assurda l’attribuzione di una sede a locali ancora in costruzione. L’Italia, per tale ragione, ha presentato ricorso all’Ue sostenendo, infatti, che il fatto stesso che i locali che dovranno essere utilizzati dall’EMA, ovvero la “Vivaldi Building”, non saranno disponibili entro la data prevista, rappresenta un problema rilevante; cosi come il fatto che, nell’attesa che essi siano usufruibili, in sostituzione saranno utilizzati locali di dimensioni ridottissime che possono compromettere le stesse funzioni dell’agenzia. E il tutto mentre Milano sarebbe già pronta ad “ospitare” l’EMA, nei tempi concordati.
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