La cosa bella di un appuntamento annuale come il CICAP Fest è poter costruire un flusso narrativo senza soluzione di continuità.
Poter riprendere agevolmente il racconto della scienza in luoghi che ormai sono diventati familiari, come se fosse passato solo un giorno dall’ultima volta.
Ed ecco che, nel primo weekend di giugno, Padova si è riempita delle consuete T-shirt arancioni dei volontari; soprattutto – chi scrive è un po’ di parte – è approdato in città il gruppo social del CICAP, con l’allegria tipica dei componenti di un dream team e un pizzico di astio verso i disguidi ferroviari.
Al CICAP Fest 2022 la scienza del mondo che verrà
L’anno scorso abbiamo navigato l’incertezza e i lati positivi del dubbio, quel pungolo che ci fa mettere in dubbio le nostre convinzioni, fondamentale per evolverci come società.
L’incertezza, per definizione, non appartiene al momento presente.
Sarebbe più semplice ignorarla se ci trovassimo tutti in una gigantesca stanza bianca, e non in città e campagne vive, nelle quali fiumi e canali sono prosciugati dalla siccità e persone e animali muoiono di caldo, letteralmente.
Il filo rosso che ha legato insieme i relatori e gli eventi del CICAP Fest era una semplice domanda: quale domani ci attende?
Di sicuro i nostri figli e nipoti vivranno un domani più difficile del nostro.
La sfida più importante che la nostra generazione ha il dovere di superare è mettere a punto tutti gli aggiustamenti necessari per rendere il pianeta un posto ancora vivibile e ricco di diversità biologica.
La speranza collettiva è che la scienza, le nuove scoperte e tecnologie ci aiutino a lottare contro la devastazione antropica e permettano di raggiungere il sospirato equilibrio.
Testimone di questa speranza è il movimento culturale solarpunk, il quale si contrappone alla visione pessimistica propria del cyberpunk proponendo un futuro permeato di ottimismo, di città verdi, dove la tecnologia fa affidamento sulle energie rinnovabili.
Scienza, crisi e incertezza raccontate al CICAP Fest 2022
Tuttavia, il modo con il quale stiamo affrontando emergenze come quella climatica smorzano questo ottimismo e allontanano il futuro ecosostenibile.
Nel corso del CICAP Fest abbiamo scoperto che ci sono vari fattori cognitivi e psicologici umani alle radici della nostra difficoltà trasversale a cambiare abitudini.
Per il principio di riprova sociale, se le persone intorno a noi non sono allarmate, noi stessi non lo siamo, e questo a prescindere dalle evidenze scientifiche.
Inoltre, la nostra storia evolutiva e la nostra narrativa ci hanno abituato che le emergenze sono rapide e hanno una scadenza. Facciamo fatica a adattarci a una transizione inesorabile.
Spesso la società richiede che la scienza faccia qualcosa, sebbene da sola non possa fare nulla.
La scienza non prescrive e non dà obblighi, se non quello di fare ricerca con rigore e trasparenza.
Il suo compito è descrivere e scattare una fotografia onesta degli eventi.
Oltretutto non esiste scoperta che possa farci tornare al modo di vivere di trent’anni fa, ma solo possibili soluzioni per adattarci a quest’epoca di transizione.
Il dilemma di come comunicare la scienza, oggi
Se la scienza descrive e non prescrive, come può aiutarci a cambiare il mondo parlare della scienza che verrà?
La risposta è semplice. Le evidenze scientifiche, specialmente se parliamo di crisi climatica o di emergenza sanitaria, entrano nel dibattito pubblico.
Nel momento in cui i dati aiutano a maturare decisioni ragionate e consapevoli, la scienza ha fatto centro.
Un po’ meno semplice è comunicarli al pubblico, questi dati.
Le persone vogliono sempre di più essere informate, ma al tempo stesso desiderano che le informazioni ricevute contengano una certezza.
Sta a chi per mestiere – o per vocazione, se parliamo del CICAP – si occupa di comunicare la scienza, rendere il pubblico consapevole che in ogni ambito esistono più decisioni probabilistiche che certezze.
La nostra forza sta nell’essere sempre più bravi a confutare le nostre certezze di ieri.
Saper costruire un dibattito sano con le persone
Confutare delle certezze, specialmente quando siamo affezionati a un’idea, diventa problematico se affrontiamo temi polarizzanti, come la salute, oppure se ci addentriamo nel mondo delle pseudoscienze e dei complotti.
Di una cosa siamo sicuri: non è più il tempo di una comunicazione paternalistica e calata dall’alto.
Saper raccontare il processo scientifico significa anche saper sostenere una discussione, come veniva richiesto agli oratori di antico corso.
Nel dibattito sano chi fa divulgazione non rompe con l’interlocutore, per quanto sia arroccato sulle sue posizioni. Accoglie le sue premesse con gentilezza, ma rifiuta le sue conclusioni basandosi sul valore dei fatti scientifici.
Vuoi rivivere i momenti salienti del CICAP Fest 2022? Sul canale YouTube del CICAP trovi una playlist dedicata proprio al Fest!
La scienza del mondo che verrà
Che cosa possiamo aspettarci dal mondo scientifico negli anni a venire?
Sicuramente uno sviluppo delle intelligenze artificiali e una maggiore compenetrazione con quella umana, con tutte le le conseguenze positive e negative del caso.
Di ottenere conoscenze più dettagliate e profonde sul cosmo e sulla vita terrestre e – magari – extraterrestre.
Una maggiore capacità di utilizzare le conoscenze che già possediamo per risolvere problemi nuovi.
Al CICAP Fest abbiamo avuto un assaggio di cosa può fare una solida base conoscitiva in condizioni di emergenza e carenza di risorse: un esempio è la storia di Soberana, il vaccino anti-COVID creato a Cuba.
Infine, vogliamo aspettarci nuove scoperte rivoluzionarie, ma inaspettate. È la cosiddetta serendipità: cominciare una ricerca scientifica con un intento e concludere con un risultato inatteso.
Nelle scoperte serendipiche c’è molta conoscenza pregressa, accumulata con anni di ricerche, ma c’è anche l’immaginazione dell’essere umano, un grande teatro gestito da piccole correnti elettriche nel buio della scatola cranica.
La conclusione del CICAP Fest 2022
Credimi, se ti dico che non basterebbero venti articoli per raccontare tutto ciò che abbiamo vissuto a Padova in un singolo weekend.
In mezzo ci sono anche i dietro le quinte, i piccoli imprevisti della diretta, le risate… favorite dai monologhi dei comici che hanno calcato il palco del CICAP Fest Comedy Club.
Avrei potuto raccontarti degli appunti perduti di Lombroso, pare che si chiedesse se la tiroide avesse sapore di lampone e se la calotta cranica fosse adatta a conservare il gelato al cocco.
Meglio rimanere scettici su questo, ma capisci? Il modo migliore per apprezzare un evento come il CICAP Fest è viverlo in prima persona.
Io ringrazio tutto il dream team dei social, potrei mettere i nomi ma preferisco lasciare un po’ di mistero.
Ma se proprio ci tieni a sapere chi siamo e cosa facciamo, puoi trovarci qua.
Ringrazio il CICAP per la gentile concessione dell’immagine di copertina e delle foto, e il fotografo Fabrizio Balestrieri per averci dato una mano.
Ci risentiamo al prossimo CICAP Fest, e nel frattempo continuate a pensare CICAP!
Giada Zanza
Nella vita di tutti i giorni sono una SEO Copywriter, ma qui su Inchiostro Virtuale mi dedico a qualcosa che amo molto: la storia.
Ogni soggetto può essere raccontato, se hai la pazienza di conoscerlo a fondo.