Ovvero i conflitti scoppiati per le ragioni più assurde
La prima cosa che faccio quando cominciano le vacanze è comprare la settimana enigmistica. È un mio piccolo rito, sancisce la possibilità per i giorni a venire di poter gestire il tempo e di leggere amenità. Così, prendendo ispirazione dalla pagina “Forse non tutti sanno che…”, ho deciso di proporvi un pezzo estivo basato su curiosità storiche o meglio belliche.
Vi racconterò, quindi, delle guerre e dei conflitti scoppiati per le ragioni più assurde, la guerra più corta e quella più lunga, iniziata nel 1600 e conclusasi solo venticinque anni fa. Ma andiamo con ordine e cominciamo con un conflitto nostrano!
1) Guerre più curiose: la battaglia di Zappolino o della secchia rapita
Le fazioni che si diedero battaglia furono Guelfi e Ghibellini (un grande classico) e il fattaccio accadde in una notte del 1325. Pare che alcuni soldati modenesi, forse ubriachi o forse per dispetto, una notte rubarono il secchio, anzi “la secchia”, che si usava per abbeverarsi dal pozzo. Il giorno dopo, papa Giovanni XXII inviò 30.000 soldati contro i ghibellini per recuperare secchio e onore.
Scoppiò, così, una delle più grandi battaglie medioevali, quella di Zappolino, che lasciò sul campo più di 2.000 morti. Battaglia tra l’altro del tutto inutile: pochi mesi dopo, le due città rivali firmarono una pace che riportò i confini e le proprietà esattamente com’erano prima della battaglia.
La questione della secchia, ovviamente, è stato un mero pretesto ma il casus belli ispirò il poema eroicomico di Alessandro Tassoni.
«Vorrei cantar quel memorando sdegno
ch’infiammò già ne’ fieri petti umani
un’infelice e vil Secchia di legno
che tolsero a i Petroni i Gemignani.
[…]
Ma la Secchia fu subito serrata
ne la torre maggior dove ancor stassi,
in alto per trofeo posta e legata
con una gran catena a’ curvi sassi;
s’entra per cinque porte ov’è guardata
e non è cavalier che di là passi
né pellegrin di conto, il qual non voglia
veder sì degna e glorïosa spoglia».
Ah, per la cronaca, la secchia sta ancora a Modena: prima la rinchiusero nella Ghirlandina e poi la trasferirono nella sua attuale locazione, il palazzo Comunale di Modena, dov’è visibile tuttora.
2) La guerra più lunga: Paesi Bassi vs Isole Scilly
A vincere il titolo di guerra più lunga fu quella tra i Paesi Bassi e le Isole Scilly, che si trovano al largo della costa sud-orientale della Gran Bretagna.
Tra il 1642 e il 1652 infuriava la guerra tra parlamentari e realisti. Questi ultimi avevano parte della flotta stanziata in quelle isole per attaccare i mercantili olandesi, perché durante la guerra civile supportavano i repubblicani.
Gli olandesi, quindi, chiesero di rimborsare i danni causati alla marina mercantile, ricevendo un rifiuto dai monarchici; l’Ammiraglio olandese Tromp decise di dichiarare guerra alle isole nell’aprile del 1651. Dopo un mese e mezzo i monarchici si arresero e consegnarono la flotta.
Fu così che sia gli inglesi sia gli olandesi si scordarono la guerra, come noi scordiamo a casa la mascherina. Tra l’altro, poiché Tromp non aveva rispettato la procedura standard per la dichiarazione di guerra (quanto mi fa ridere questa cosa considerando che mi occupo di processi e procedure!), la definizione di guerra è controversa. Comunque tutti si dimenticarono della necessità di stipulare un contratto di pace.
Fu solo nel 1986 che Roy Duncan, rappresentante delle Isole Scilly e storico, chiese all’ambasciata olandese notizie del conflitto. Inaspettatamente l’ambasciata confermò la guerra, che tecnicamente era ancora in corso. Fu così che, in quell’anno, gli ambasciatori dei due Paesi s’incontrarono e firmarono un trattato di pace, per chiudere definitivamente un conflitto che era durato ben 335 anni senza peraltro che venisse sparato alcun colpo.
3) La guerra più corta: la Guerra di Zanzibar
Passiamo da un conflitto durato 335 anni a uno durato appena 38 minuti, ma che portò a più di 500 morti! Le parti in causa sono la Gran Bretagna e l’isola di Zanzibar.
Era il 25 agosto del 1896, quando il sultano Hamad bin Thuwaini, filobritannico, morì improvvisamente. Succedette al trono Khalid bin Barghash, che però non aveva il benestare del console inglese, come prevedeva l’accordo del 1886.
Il nuovo sultano, tuttavia, non aveva intenzione di cedere e si preparò alla battaglia schierando 2.800 uomini in difesa del palazzo, reclutando anche la popolazione civile, mentre 900 erano schierati al porto. I britannici, invece, allestirono una flotta con 5 navi e 1.050 uomini.
Alle 09:02 iniziò il bombardamento inglese, che sbaragliò la difesa; successivamente i Marines si diressero verso il palazzo, dove alle 9:40 fu ammainata la bandiera reale. Come dicevo, rimasero a terra 500 zanziberiani, mentre i britannici ebbero un solo ferito.
Per quanto la letteratura inglese commemori questa come una vittoria schiacciante e fulminea, le forze in gioco erano decisamente troppo diverse per renderla una vera impresa militare.
4) Guerre bestiali
Se queste guerre vi possono essere sembrate strane, quello che vi propongo è un breve excursus di battaglie in cui il casus belli è imputabile a degli animali. Sì, avete letto bene, ma andiamo in ordine cronologico!
La guerra del maiale
Questa volta lo scontro è tra l’Impero Britannico e gli Stati Uniti.
Siamo sull’isola di San Juan, vicino a Vancouver, in una zona molto popolata dai coloni americani ed entrambi gli stati rivendicavano, senza troppa convinzione, un lembo di terra di confine.
La blanda diatriba andò avanti anni fino a quando un americano, nel 1859, sparò a un maiale che gironzolava attorno ai suoi campi. Il problema fu che quello non era un maiale qualunque, bensì un maiale inglese!
Quello che avvenne dopo è molto comune (almeno la prima parte) per chi abita in campagna e ha un cane che a volte visita le galline del vicino… Beh, per parlarci chiaro fu aperta una trattativa. Vennero offerti dieci dollari di risarcimento mentre il proprietario ne pretendeva cento. Non ottenendo ciò che voleva, l’inglese scrisse in patria reclamando giustizia e ottenne così 2.000 soldati inglesi schierati a fronteggiare i 400 americani.
Se pensate che la cosa sia ridicola, beh… Non avete sentito tutto! La diatriba non trovò risoluzione tanto facilmente e i due eserciti si fronteggiarono scambiandosi insulti ma mai pallottole, per ben 15 anni.
Non sappiamo chi fece salsicce del maiale.
La guerra del cane smarrito
Questa volta siamo nella zona balcanica e si sa, i balcani sono già per loro stessa natura frizzantini.
Le zone contese sono sempre le stesse da secoli, tra la Tracia e la Macedonia. Il problema sorse quando, il 18 ottobre del 1925, il cane di un soldato greco (che chiameremo Fuffy per la privacy) decise di farsi una corsetta oltre la frontiera, nei pressi della cittadina bulgara di Petrich.
Il padrone, senza pensarci troppo, lo inseguì nel tentativo di riprenderlo, senza contare però che le guardie bulgare potevano non vedere di buon occhio un soldato greco che li invadeva. Ovviamente la tensione si alzò e i soldati gli spararono.
Il governo greco colse l’occasione per ordinare l’invasione di Petrich. Dopo divesti giorni di conflitto, la Bulgaria riconobbe lo sbaglio e offrì una commissione d’indagine. La Grecia, però, rifiutò chiedendo i danni per le famiglie delle vittime.
Per fermare questa follia dovette intervenire la Società delle Nazioni che ordinò alla Grecia di pagare 45.000 sterline come risarcimento. Le vittime accertate furono 171, del cane non si hanno notizie certe ma si ritiene che restò in Bulgaria.
La guerra degli emù
Dopo la Prima guerra mondiale, a molti veterani fu data la possibilità di coltivare dei campi ma gli emù, che razzolavano per i campi, erano diventati un problema serio e pertanto fu deciso di abbatterli.
Nel novembre del 1932, il comando di una coppia di mitraglieri, armati con due fucili automatici e 10.000 cartucce, venne affidato al maggior G.P.W. L’obiettivo era di sfoltire i pennuti, ma i risultati furono deludenti.
Il 2 dicembre, vista l’inutilità degli assalti, l’operazione venne conclusa. I numeri degli abbattimenti variano molto: si dice tra i 50 e i 500, ma il maggiore ci tenne a precisare che nessun soldato rimase ferito.
Pennuti: 1 – Uomo: 0.
Mi sembra evidente che l’essere umano è una ” testa calda” e, anche se alcune di queste guerre fanno sorridere, è meglio ribadire che la guerra è sempre sbagliata.
Consigli di lettura
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Mi chiamo Cristina, sono nata di giovedì e sono un sagittario!
Mi piace chiacchierare, conoscere persone e sono a mio agio anche a una festa in cui non conosco nessuno. Cerco sempre il lato positivo delle cose e il mio motto è “c’è sempre una soluzione”!
Maniaca della programmazione, non posso vivere senza la mia agenda.
Ho studiato linguaggi dei media e da quasi 20 anni mi occupo di comunicazione per una grande azienda di telefonia.
Nel tempo libero mi piaceva leggere, viaggiare, guardare i film, andare a teatro. Ora invece ho due gemelle di 7 anni che, se da una parte assorbono quasi tutte le mie energie, dall’altra mi hanno donato un nuovo e divertente punto di vista.
Per tutti questi motivi vi parlerò di storie e leggende.