L’artista che coniugò l’arte e la matematica
Nato a Leeuwarden, nel 1898, Maurits Cornelis Escher è passato alla storia come l’artista che riuscì ad avvicinare l’arte e la matematica, due discipline apparentemente distanti. Fin dalla più tenera età manifestò passione e talento per l’incisione del legno, che da grande lo portarono a intraprendere gli studi di architettura e arti decorative ad Haarlem.
Relatività
Escher divenne ben presto noto come l’artista dei mondi impossibili in cui tutto si capovolge, pur tuttavia avendo un rigore e una logica propri, anche se non evidenti a primo impatto. Ne è un esempio Relatività, dove non sembra esserci un netto inizio, né una fine.
Mani che si disegnano
Invece Mani che disegnano è uno straordinario esempio dell’uso della prospettiva. Una mano disegna l’altra allo stesso tempo, tanto da farci chiedere: ma quale delle due ha iniziato?
Mano con sfera riflettente, l’autoritratto di Escher
La matematica nelle opere di Escher entra in gioco con il piano cartesiano di cui egli si serve, a detta sua “in modo del tutto inconsapevole”, così come la geometria, grazie alla rappresentazione di figure quali il cubo o la sfera.
Mano con sfera riflettente è ad oggi considerato uno degli autoritratti più originali mai realizzati. Fa sorridere il fatto che lo stesso Escher si sia sempre ritenuto ignorante in materia per poter fondere matematica e arte in maniera consapevole; perciò rimase molto sorpreso dal successo delle sue opere nei circoli scientifici, così come sapere che Albert Einstein fosse tra i suoi ammiratori.
Galleria di stampe
Amante dell’Italia e dei suoi paesaggi, Escher subì il fascino anche del surrealismo italiano, e la sua Galleria di stampe (forse una delle più famose) è un chiaro omaggio al movimento surrealista.
L’immagine appare in movimento, quasi come se si stesse accartocciando su se stessa, in una sorta di spirale. Al centro vediamo una sorta di buco (o spazio bianco) da dove verosimilmente l’immagine si è generata e nel quale tornerà una volta accartocciatasi su se stessa.
Tra le sue opere è forse quella che più di tutte gioca sull’illusione, su quel mondo impossibile del quale lui amava tanto parlare.
Escher, un genio incompreso
Nonostante il suo talento, le sue opere non hanno ricevuto una calda accoglienza ma tante critiche, alcune ai limiti della ferocia: erano ritenute troppo filosofiche e vaneggianti, troppo… strane. Come spesso accade ai grandi artisti, Escher ebbe la risonanza più che meritata solo dopo la morte.
In Olanda vi è un museo che porta il suo nome e oggi le sue opere sono esposte in tutto il mondo. Ad esempio, a Catania (fino al 17 settembre a Palazzo delle Cultura) sarà possibile visitare una mostra in suo onore. Forse Escher non riuscirà a farvi comprendere i segreti della matematica, se non siete ferrati, ma di certo ve la mostrerà in maniera diversa… per non dire alternativa. Alla prossima!
Consigli di lettura
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Lettrice vorace e scrittrice per diletto. Raramente mi interesso ad un solo argomento, mi piace scoprire nuove cose e mi piace confrontare le mie idee con quelle degli altri, cosa che spero accadrà con i miei articoli.