Le pandemie nella storia

Breve storia delle pandemie

Anche se probabilmente ne abbiamo perso la consapevolezza, le pandemie (o, per dirla all’antica, le “pestilenze”) hanno sempre fatto parte della storia dell’uomo. I flagelli più comuni che lo hanno accompagnato nella storia e di cui abbiamo documentazione sono, fondamentalmente, il vaiolo, il tifo, la peste, il colera e la spagnola.

Vaiolo

Variola maior si diffuse dall’Asia tra 400 e 1600 anni fa ed è responsabile della forma più grave di vaiolo; insieme al Variola minor è stato riscontrato anche in America e Africa. Entrambi sembrano derivare da un ceppo principale, le cui origini risalgono probabilmente a più di 6.000 anni fa.

Tifo

Il tifo comparve durante la guerra del Peloponneso nel 430 a.C. e uccise un quarto della popolazione ateniese in quattro anni. I danni furono contenuti (per così dire) a causa della grande aggressività del virus, che uccideva talmente in fretta da diffondersi con difficoltà. A distanza di secoli, nel 2006 un gruppo di studiosi dell’Università di Atene trovò tracce del batterio nei resti umani rinvenuti nelle fosse comuni.

Pandemie di peste

Sotto questo nome raccogliamo almeno tre morbi:

  • peste antonina (probabilmente vaiolo) che si presentò intorno al 160 d.C. ma ebbe il suo picco circa cento anni dopo, quando a Roma arrivarono a morire 5.000 persone al giorno;
  • nel 541 d.C. fu la volta del morbo di Giustiniano, prima epidemia nota di peste bubbonica. Partì dall’Egitto, giunse a Costantinopoli, si estese nei territori confinanti uccidendo un quarto della popolazione del Mediterraneo orientale;
  • tra il 1347 e il 1352 la peste nera sterminò tra il 25 e il 50% della popolazione europea, provocando profonde mutazioni economiche, geopolitiche e religiose;
  • un’altra ondata di peste molto famosa è quella del 1630, raccontata da Alessandro Manzoni ne I promessi sposi.
Pandemie nella storia - Scene di vita con la peste
Pandemie nella storia: scene di vita quotidiana ai tempi della peste.

Colera

Famigerate sono le ondate di colera che colpirono Napoli, tra l’ottobre del 1836 e l’ottobre nel 1937, e uccisero il 50% dei malati. In città l’epidemia si diffuse ovunque, soprattutto nei quartieri popolari, malsani e sovraffollati. Tra le vittime illustri vi fu anche Giacomo Leopardi!

Colera a Napoli - stampa
Pandemie nella storia: il colera a Napoli.

Spagnola

Di questa influenza esistono ancora testimoni diretti, come la signora Angela Tiraboschi che ha compiuto 110 anni il 19 aprile. A otto anni, Angela si ritrovò nel pieno dell’esplosione di un’influenza rivelatasi mortale: fra il 1918 e il 1920 morirono 100 milioni di persone in tutto il mondo. Il nome le fu dato perché i primi a parlarne furono i giornali spagnoli. La Spagnola era causata da un ceppo virale H1N1.

Pandemie nella storia: un ospedale di emergenza per malati di Spagnola nel 1918 a Camp Funston, Kansas, una delle zone da cui potrebbe essersi diffusa la pandemia.

Pandemie moderne: la Covid-19

Rispetto a quanto raccontato finora, quella del 2020 è una pandemia social, vissuta in tempo reale non solo sulla propria pelle ma anche e soprattutto attraverso i mezzi di comunicazione ufficiali (stampa e telegiornali) e quelli ufficiosi, quali i social.

La socializzazione digitale

Sorvolerei su tutto quello che riguarda i telegiornali, le conferenze stampa o i bollettini giornalieri, perché siamo già abituati alle maratone giornalistiche in caso di grandi eventi politici o di cronaca, ma mi concentrerei sull’utilizzo di Internet e dei social network.

Dopo anni di lotta per la tutela della privacy, il copyright, la manipolazione dell’opinione pubblica e l’impoverimento del senso critico, d’improvviso non si può più vivere senza connessione. Come è cambiata la nostra vita con la quarantena digitale!

Flashmob sui balconi e appuntamenti social

Poiché il problema sembrava confinato alla zona di Codogno o comunque alla Lombardia, i primi quindici-venti giorni la vita sociale digitale era quasi assente. La svolta negli appuntamenti virtuali l’abbiamo il 15 marzo, quando il blocco è diventato nazionale.

Sulla falsa riga di ciò che accadeva a Wuhan, dove gli abitanti, confinati in casa da un rigido coprifuoco con tanto di esercito in strada, urlavano dalle finestre la loro voglia di vivere, in Italia si è cominciato a organizzare eventi nei balconi. Dall’inno nazionale ai concerti sui tetti, si è resa necessaria una vera e propria agenda per chi volesse partecipare a questi eventi social!

Personalmente posso raccontare solo quanto visto in tv o sui social, perché mi sono ritrovata a vivere la quarantena in un paesino di campagna, tanto che qui non si è visto né sentito alcunché.

Dopo alcuni giorni, quando ormai era chiaro che la situazione non si sarebbe risolta velocemente, le kermesse sono state relegate a eventi istituzionali, come cantare Bella ciao alle 15:00 del 25 aprile. Soluzione a cui non si sono sottratte nemmeno le autorità.

Dagli all’untore online

Finito il tempo spensierato dei primi giorni di quarantena, ecco che comincia la caccia al “chi è stato?”

Questa disinvolta pratica è stata raccontata anche dal Manzoni ne I promessi sposi. Il nostro Renzo, a Milano in cerca di Lucia, chiede a una vecchia indicazioni per la strada del Lazzaretto. La donna, credendolo un untore, comincia a gridare richiamando una folla inferocita che cerca di linciarlo.

Certo, la peste è quella del 1340 ma oggi la situazione non è cambiata granché, semplicemente è stata amplificata dai nuovi mezzi di comunicazione, così il linciaggio è più ampio e duraturo.

I primi giorni di questa sciagura abbiamo assistito ad atti di violenza contro i cinesi e gli asiatici in generale (chi attacca briga col primo che passa non è certo in grado di differenziare tra cinese, giapponese, coreano, vietnamita, ma spesso neanche con un cingalese).

Ora che siamo chiusi in casa da sei settimane (personalmente sono uscita l’ultima volta ai primi di marzo, quindi posso vantare una clausura di un certo rispetto), l’attenzione si sposta sul vicino che porta fuori il cane o la spazzatura. Tutti concentrati a vedere chi non rispetta le regole, spesso non chiare neanche all’improvvisato giustiziere della notte, pronti a mettere alla gogna mediatica chiunque.

E non sto parlando di cose accadute lontano: più di una volta mi è capitato di leggere pesanti insulti o vedere foto di persone fuori casa legittimamente (non che, se le loro uscite si fossero rivelate illegittime, questo barbaro concetto della giustizia fai da te possa essere giustificato).

In ogni caso questo dagli all’untore digitale è ancora più comodo: non devi manco alzarti dal divano!

Notizie, fake news e teorie complottiste

Come abbiamo detto, in questa situazione critica l’informazione è stata potenziata. Ad ogni ora puoi leggere notizie, dati del contagio e proiezioni. In mezzo a tutte queste informazioni, si fanno strada notizie false più o meno palesi (nel dubbio, non condividere) o frutto di una distorta interpretazione di una notizia vera.

Per alcuni giorni, ho seguito le dirette degli amici di #Bufale che cercavano di districarsi tra notizie vere e false e alcune di esse (molte, a dir la verità) erano palesemente false. Ma si sa, quando ci si annoia qualcosa si deve pur fare: così, accanto alle bufale, che sono una piaga di loro, si sono affiancate svariate teorie del complotto.

Per dovere di cronaca ne riporto alcune, ma mi astengo da ogni tipo di commento. Il virus:

  • è stato prodotto in un laboratorio in Cina per vendicarsi di Trump;
  • è stato prodotto in laboratorio per farci stare in casa e montare nottetempo le antenne 5G;
  • non esiste, è un’invenzione dell’Europa per distruggere l’Italia.

Non vorrei dilungarmi troppo, ce ne sarebbe per tutti (ebrei, gesuiti, mussulmani). Personalmente, invece, penso che sia andata così:

Pandemie nella storia - Vignetta comica su COVID-19
Ecco cosa potrebbe aver causato la COVID-19! 😉

Pandemie moderne e telelavoro

Ma la quarantena dettata dal Coronavirus ha portato anche qualche evento positivo. L’italia ha dovuto forzatamente e prepotentemente adottare il telelavoro, permettendo così a una gran quantità di lavoratori di continuare a svolgere il proprio compito tra le mura domestiche.

Dopo la pandemia, se e quando ci sarà un dopo, sarà difficile per le aziende sostenere che la modalità di lavoro da remoto è inadatta o poco efficiente e questo comporterà sicuramente un vantaggio per il lavoratore; ma c’è sempre un rovescio della medaglia, rischi di lavorare in pigiama fino alle 12, ma soprattutto più ore di lavoro. Riducendo i tempi ci si trova spesso a lavorare 10-12 ore di seguito senza accorgersene.

Scuola online ai tempi delle pandemie

Altro tasto problematico è la scuola: la verità è che noi non eravamo preparati e quando dico noi intendo stato, istituzioni, scuole, insegnanti, genitori, bambini. Così ci ritroviamo a combattere coi compiti, poco avvezzi alle tecnologia, mentre gli insegnanti e bambini cercano di non buttare alle ortiche un intero anno scolastico.

A dirla tutta, però, il disagio è solo di noi adulti. I bambini si adattano facilmente e, se non fosse che hanno nostalgia dei compagni, accetterebbero di buon grado anche la DAD (didattica a distanza) una volta apportati gli aggiustamenti del caso.

Una risata ci seppellirà

La cosa per me più interessante è il lato ironico della pandemia: in fondo siamo un popolo d’inventori e i motti di spirito rientrano tra le idee geniali.

Così il web affronta a modo suo le difficoltà quotidiane. Di meme ce ne sono tanti, alcuni molto divertenti, ma non sempre riportabili. Così vi presento una selezione di quelli che preferisco.

Autocertificazione
pandemia sui social - autocertificazione
Pandemie moderne: l’autocertificazione ai tempi della COVID-19.
 Lavoro da remoto
pandemia sui social -smartworking
Pandemie moderne: lavoro da remoto per tutti!
Laviamoci le mani

Questo video vietnamita, che ha come passi base la procedura per lavarsi le mani, ha spopolato sul web.

Divieto d’assembramento spinto all’ennesima potenza

pandemia sui social :L'ultima cena senza commensali. Evitiamo assembramenti

L’importante è uscire utilizzando adeguati dispositivi di sicurezza personale!

Dispositivi personali di sicurezza - meme

Uno dei drammi della quarantena è che, potendo fare poche cose, ci si dedica alla cucina!

Pandemie nella storia: effetti del cibo in quarantena

La difficoltà di far coincidere vita lavorativa e vita familiare…

Pandemie nella storia: battuta sulla difficoltà di far coincidere lavoro e vita famigliare

Si potrebbe proseguire per molto, ma credo di aver reso l’idea. E voi come state vivendo in chiave social la vostra quarantena?

Consigli di lettura

Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche quello dedicato all’igiene e pestilenze nel Medioevo.

Scritto da:

Cristina Stecchini

Mi chiamo Cristina, sono nata di giovedì e sono un sagittario!
Mi piace chiacchierare, conoscere persone e sono a mio agio anche a una festa in cui non conosco nessuno. Cerco sempre il lato positivo delle cose e il mio motto è "c'è sempre una soluzione"!
Maniaca della programmazione, non posso vivere senza la mia agenda.
Ho studiato linguaggi dei media e da quasi 20 anni mi occupo di comunicazione per una grande azienda di telefonia.
Nel tempo libero mi piaceva leggere, viaggiare, guardare i film, andare a teatro. Ora invece ho due gemelle di 7 anni che, se da una parte assorbono quasi tutte le mie energie, dall'altra mi hanno donato un nuovo e divertente punto di vista.
Per tutti questi motivi vi parlerò di storie e leggende.