Ultima stagione di Game of thrones - le domande più frequenti e alcune considerazioni sulle scelte di D&D

Alcune considerazioni sul finale di stagione di GoT che ha deluso molti fan e sul perché non abbia funzionato così come molti speravano

Qualche settimana fa ci eravamo posti dei quesiti ai quali confidavamo che l’ultima stagione di Game of Thrones avrebbe dato risposta. Giunti al termine dell’ultimo atto di un cammino lungo otto stagioni e otto anni, possiamo dire che parte di questi interrogativi non sono stati affrontati dalle ultime sei puntate della serie. Ad oggi, dunque, Tyrion resta un Lannister a tutti gli effetti e le visioni di Bran non hanno svelato alcun segreto del passato, mentre ancora non abbiamo capito perché il Signore della Luce stravedesse per il Mastino.

Il finale di GoT (in particolare le ultime due puntate) è stato aspramente criticato da una buona parte dei fan, mentre altri hanno continuato a difendere strenuamente il lavoro dei creatori della serie, David Benioff e D. B. Weiss (chiamati semplicemente D&D). Senza pretendere di fare una vera recensione né dell’ultima stagione né, men che meno, di tutta la serie, facciamo qualche considerazione su quello che ha portato e ha lasciato la serie. Per mero scrupolo (nel caso non fosse già evidente) precisiamo che questo articolo parlerà apertamente dell’ultima puntata. Chi deve ancora terminare la visione della serie è avvisato.

D&D avevano fretta di chiudere la serie

Se dovessimo stilare una graduatoria delle critiche che sono state rivolte a GoT, la più diffusa (ed anche la più condivisibile) è quella circa l’evidente fretta che D&D hanno mostrato nel voler chiudere la serie. Un primo paradosso è che a partire dalla quinta stagione ci sono state puntate e mini-cicli riempitivi che hanno “allungato il brodo” ma che, a conti fatti, hanno tolto tempo prezioso all’epilogo della serie. L’impressione è che la consapevolezza di dover andare avanti senza il supporto dei libri di Martin abbia portato D&D prima a prendere tempo per riorganizzare le idee, salvo poi accelerare vertiginosamente in chiusura di serie.

A parziale discolpa degli sceneggiatori c’è da dire che il numero di intrecci da sviluppare era tale che non potevano bastare otto stagioni per risolvere tutto in maniera compiuta e lineare. Oltre a questo, è probabile che molti attori non volessero rimanere legati ulteriormente alla serie, perciò forse, anche volendo, non era possibile andare avanti. Insomma, D&D hanno delle colpe nella gestione dei tempi e nello sviluppo della trama, ma hanno anche qualche attenuante.

Alcuni personaggi hanno avuto uno sviluppo incoerente

La prima e più grave conseguenza di ciò è uno sviluppo confusionario e incoerente di alcuni personaggi. Alcuni, non tutti, perché D&D hanno saputo chiudere degnamente dei cerchi (su tutti, quelli di Sansa e Jon), mentre altri protagonisti hanno comunque avuto uno sviluppo lineare per tutta la durata della serie (ad esempio Arya). Con altri personaggi, purtroppo, è stata fatta un po’ di confusione.

Un esempio su tutti è quello di Jaime, la cui evoluzione nel corso delle stagioni è andata in fumo negli ultimi minuti della serie. Il problema non è stato far tornare il personaggio nuovamente da Cersei, che resta la donna che ama e che sapeva l’avrebbe rovinato, ma che questo sia accaduto dopo una serie di eventi che stridono con questa scelta (in particolare, dopo essersi mandati reciprocamente Bronn per eliminarsi, sviluppo questo assolutamente inconcludente). Anche Tyrion è involuto, divenendo un personaggio incapace di leggere le azioni di alleati e nemici, salvo avere un riscatto di spessore proprio sul finale. Per assurdo, la follia di Daenerys non è apparsa così forzata, essendo emersa nel corso di tutta la stagione e tenendo a mente qualche botta di sadismo del passato.

Le aspettative su GoT erano parecchio alte

Di fronte queste considerazioni bisogna però fare la tara delle aspettative che c’erano su Game of Thrones, prodotto televisivo entrato nell’immaginario collettivo come mai era capitato ad una serie tv. La qualità delle prime stagioni era oggettivamente difficile da mantenere, ma la fretta con cui D&D hanno chiuso la serie stride con la meticolosità alla quale ci avevano abituato. Non sappiamo però se possiamo parlare di superficialità dei due autori o se, più semplicemente, non sono stati in grado di gestire condizioni di lavoro totalmente differenti rispetto a quelle iniziali (come detto: mancanza dei libri di Martin, probabile volontà di alcuni attori di lasciare e via dicendo).

Si poteva fare sicuramente meglio (in alcuni casi molto meglio) eppure non sembra giusto additare come unici colpevoli i creatori della serie, quando probabilmente la progressione di GoT è stata gestita male da tutta la produzione. Inutile fare petizioni per girare nuovamente l’ultima stagione perché si ritengono D&D incompetenti, per quanto simbolica fosse l’iniziativa (non per tutti però!). Bisogna accettare con maggiore serenità la qualità finale del prodotto, senza parlare di oltraggio ai fan o robe simili, limitandosi a non apprezzarla. A nessuno conveniva deludere buona parte del pubblico, soprattutto con diversi prequel/spin-off in lavorazione, che sicuramente risentiranno dell’andamento di queste ultime puntate.

D&D e Star Wars

Una certezza per D&D c’è: per loro il peggio deve ancora arrivare. La prossima fanbase con la quale si andranno a confrontare – quella di Star Wars – è una delle più intransigenti. Se possibile, il loro prossimo lavoro sarà ancora più difficile. In bocca al lupo di cuore.

I finali alternativi

Fra i tanti finali alternativi pensati dai fan, condivido quello che reputo il migliore per idea e realizzazione. Un Bran in versione Keyser Söze avrebbe trovato il mio favore assoluto. Avrebbe rispecchiato perfettamente la frase di Ramsay Bolton con la quale avevamo chiuso lo scorso pezzo: “If you think this has a happy ending, you haven’t been paying attention”. 

Consigli di lettura

A proposito di Star Wars, leggete l’articolo dedicato a Andor, Star Wars oltre Star Wars.

Scritto da:

Lorenzo Picardi

Avvocato e pubblicista, non giudicatemi male. Per deformazione professionale seguo qualunque fatto d'attualità. Non sono malato di sport, mi limito a scandire i periodi dell'anno in base agli eventi sportivi. Ogni tanto provo a fare il nerd, con risultati alterni.
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