Alba di una nuova guerra tra USA e Iran

Il 2020 si è aperto con la minaccia potenziale della terza guerra mondiale, ma (per fortuna) l’escalation non è arrivata

Con un vero e proprio atto di guerra, nella notte tra il 2 e il 3 gennaio Trump, senza informare preventivamente il Congresso, ha ordinato un attacco coi droni all’aeroporto internazionale di Baghdad, capitale irachena, con obiettivo il generale iraniano Soleimani, uno degli uomini più potenti e popolari dell’Iran.

Soleimani era il capo delle forze Quds, corpo speciale delle Guardie Rivoluzionarie (cd. Pasdaran), della raccolta informazioni dell’intelligence iraniana ed era molto vicino all’Ayatollah Khamenei, la figura politica e religiosa più importante del Paese.

Tra le persone rimaste uccise nell’attacco risultano anche Abu Mahdi al Muhandis, comandante di Hezbollah e leader delle Forze di mobilitazione popolare, e Mohammed Ridha Jabri, il capo delle pubbliche relazioni delle Forze di mobilitazione popolare.

Il ministero della Difesa americano ha fatto sapere in un comunicato che:

Il generale Soleimani stava attivamente sviluppando piani per attaccare diplomatici americani e altro personale in Iraq e in tutta la regione.

In realtà, dalle prime ricostruzioni è emerso che la missione perpetrata dagli Stati Uniti facesse parte di una mini-escalation iniziata lo scorso dicembre. Infatti l’uccisione di un contractor statunitense, avvenuta proprio il mese scorso al culmine di altre azioni iraniane a cui gli USA non avevano risposto, aveva portato a un attacco militare americano contro Hezbollah, che a sua volta aveva determinato l’assalto all’ambasciata statunitense di Baghdad.

Il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, ha definito l’attacco statunitense un atto di terrorismo internazionale, riferendosi a Soleimani come la forza più efficiente nella guerra contro l’ISIS, in relazione all’impegno delle milizie irachene filo-iraniane, coordinate proprio dal generale, nella guerra contro il sedicente Stato Islamico.

Nuova guerra tra Usa - Iran - Tweet di Javad Zarif

Durante le celebrazioni funebri del generale Soleimani, centinaia di migliaia – milioni, secondo la tv di Stato iraniana – hanno invaso le strade di Teheran invocando vendetta per la morte del generale.

Funerali di Soleimani

La risposta iraniana non si è fatta attendere troppo e, infatti, nella notte tra martedì e mercoledì, due basi militari statunitensi, al-Asad ed Erbil, sono state bombardate con dozzine di missili.

La televisione iraniana, dopo aver annunciato la morte di 80 “terroristi americani” – senza però fornire alcuna prova – ha diffuso un video che mostrerebbe il lancio di missili contro la base di al-Asad. Il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, in un tweet ha parlato di risposta “proporzionata” sottolineando che l’Iran non vuole arrivare ad una guerra vera e propria.

Nuova guerra tra USA e Iran - Altro tweet di Javad Zarif

In realtà, come annunciato da Trump in un tweet e poi confermato da fonti americane accreditate, non ci sono state conseguenze in termini di vite umane a seguito dei bombardamenti.

Nuova guerra tra USA e Iran

Sembrerebbe infatti che il Primo Ministro iracheno, Adil Abdul Mahdi, fosse stato preventivamente informato dell’imminente attacco iraniano e abbia provveduto a girare l’informazione agli Stati Uniti così che potessero essere prese le misure necessarie. L’Iran ha minacciato che la sua risposta in caso di una eventuale reazione americana sarà più dura e violenta.

Nonostante le rivendicazioni e le notizie contraddittorie diffuse dalla stampa iraniana, l’attacco ha dimostrato come l’Iran non abbia alcuna intenzione di alzare troppo la tensione e provocare una guerra contro gli Stati Uniti. A seguito dell’attacco iraniano, però, la concentrazione internazionale si è accesa su un sospetto disastro aereo avvenuto proprio la notte dei bombardamenti.

Un aereo della Ukrainian Airlines, infatti, dopo 5 minuti dal decollo dall’aereoporto di Teheran, è misteriosamente precipitato, provocando la morte di tutte le 176 persone a bordo, tra passeggeri e membri dell’equipaggio.

Giovedì il New York Times aveva diffuso un video contenente gli ultimi secondi del volo prima dello schianto, il quale mostrava una piccola esplosione, probabilmente riferibile al momento in cui un missile aveva colpito l’aereo. Nel video era visibile l’aereo che cambiava rotta nel tentativo di tornare in aeroporto, prima di iniziare a precipitare.

L’iran, che da subito aveva negato un qualsiasi coinvolgimento nell’incidente avallando solamente la tesi di un guasto al motore, ieri mattina ha ammesso di aver abbattuto per errore l’aereo ucraino. Il comandante Amirali Hajizadeh, capo della divisione aerospaziale delle Guardie Rivoluzionarie iraniane, ha tenuto una conferenza stampa in cui ha ricostruito l’accaduto.

Stando a quanto riportato dal comandante Hajizadeh, era stata richiesta una no-fly zone la notte del lancio dei missili contro le basi americane, tuttavia questa non era stata autorizzata. Nell’eventualità di una risposta militare statunitense, era stato attivato il sistema di difesa aerea iraniano, al fine di intercettare eventuali missili. L’aereo ucraino è stato, pertanto, scambiato per un velivolo nemico e abbattuto con un missile a corto raggio.

Il presidente iraniano Rouhani, che apparentemente sarebbe stato informato, insieme a Khamenei, dei reali avvenimenti solamente venerdì sera, ha commentato in un tweet:

    

 

 

Gli studenti di Amirkabir, Sharif e altre due università della capitale non credono alla versione ufficiale fornita dalla Guardia Rivoluzionaria e, soprattutto, rifiutano di credere che Khamenei fosse davvero all’oscuro dell’accaduto.

Al grido di “Guardiani della Rivoluzione, giù le mani dall’Iran” e “Khamenei, assassino, dimettiti”, i manifestanti hanno chiesto a gran voce giustizia per le vittime del disastro aereo. È intervenuta anche la polizia per fermare le proteste, cercando di disperdere la folla con l’uso gas lacrimogeni.

Tanto il Presidente Trump quanto il segretario di Stato statunitense, Mike Pompeo, hanno twittato i video delle proteste e mostrato appoggio ai manifestanti iraniani:

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Scritto da:

Virginia Taddei

Avvocato e redattrice, nonché co-fondatrice di Inchiostro Virtuale.
Potete contattarmi inviando una mail a v.taddei@inchiostrovirtuale.it