La curiosa missione del VHEMT
Portare l’umanità all’estinzione sembra un fine folle e grottesco, degno di un supercattivo dei fumetti o di invasori alieni usciti da un film di fantascienza. E invece, dal 1991, esiste un gruppo che lavora proprio verso questo traguardo, in modo però assolutamente pacifico e con motivazioni tutt’altro che malevole: si tratta del VHEMT (stessa pronuncia del termine inglese “vehement”, “veemente”), ovvero Voluntary Human Extinction Movement, il movimento per l’estinzione umana volontaria.
Animato dal pensiero dell’ambientalista statunitense di lungo corso Les U. Knight (uno pseudonimo che richiama la frase “let’s unite”, “uniamoci”), insegnante supplente, “anarchico evoluzionista” e editore della testata These EXIT Times, il VHEMT non è un’organizzazione dalla rigida struttura gerarchica, con dogmi o un registro ufficiale di membri e simpatizzanti, bensì un movimento d’opinione globale che promuove la rinuncia alla riproduzione e quindi la progressiva scomparsa della specie umana.
Niente a che fare con l’odio per le persone in generale o per i bambini in particolare, ma molto con l’amore per il pianeta e con l’accettazione di alcuni dati di fatto, primo tra tutti il peso che la popolazione umana e le sue attività non sempre benevole impongono all’ecosistema terrestre: una realtà che spesso la società non è disposta a riconoscere, ma che secondo i sostenitori del movimento è sempre stata parte della nostra coscienza collettiva, come sarebbe testimoniato dall’esistenza già in diverse culture antiche di miti simili a quello del diluvio universale citato nella Bibbia.
Ambientalismo radicale ma pacifico
Forte di tale convinzione, e rifacendosi a opere di fama come “The Population Bomb” di Paul e Anna Ehrlich (1968), il VHEMT vuole tutelare la natura convincendo l’umanità a uscire gradualmente di scena, e persegue il proprio obiettivo con una serie di campagne di sensibilizzazione che includono materiale informativo, partecipazioni a eventi pubblici, incontri a tema, numerose apparizioni sui media da parte di un instancabile Knight e una presenza su internet ormai di lunga data (lanciato nel luglio del 1996, il sito web del gruppo è oggi disponibile in diverse lingue, incluso l’italiano).
Nonostante la “veemenza” suggerita dal nome stesso del movimento, i suoi sostenitori non disdegnano affatto la riflessione, e sono consapevoli di essersi posti un obiettivo molto ambizioso, probabilmente irrealizzabile; tuttavia, ritengono che ogni persona guadagnata alla causa attraverso l’informazione e il dialogo costituisca comunque una vittoria, perché ogni nascita umana prevenuta rappresenta sofferenza evitata al nascituro, al resto dell’umanità e in ultima analisi a tutta la biosfera.
Nello stesso spirito, e nel rispetto per l’autodeterminazione individuale, gli attivisti non mirano a misure coercitive di controllo demografico (come ad esempio la famigerata “politica del figlio unico” praticata fino a tempi recenti nella Repubblica Popolare Cinese), bensì al sostegno per tutti i provvedimenti a favore dei diritti dei cittadini (e soprattutto delle cittadine) a evitare una gravidanza indesiderata, a cominciare dall’accesso all’educazione sessuale e ai metodi contraccettivi.
Controversie legate al VHEMT
Com’è immaginabile, l’ambientalismo pacifico ma radicale del VHEMT ha suscitato negli anni reazioni contrastanti, quando non apertamente negative: senza contare i numerosi insulti gratuiti ricevuti da più parti, le accuse mosse nel tempo al gruppo e al suo portavoce Knight spaziano infatti dalla misantropia alla sessuofobia, fino all’istigazione al suicidio – tesi che i membri del movimento respingono da sempre con fermezza e almeno altrettanta pazienza, ribadendo ogni volta il proprio impegno per un’estinzione umana pienamente consapevole, volontaria e incruenta, così come la loro convinzione che fermare ulteriori nascite sia essenziale per garantire un’esistenza davvero decorosa nonché più sostenibile per chi è già qui.
Proprio l’approccio pacato all’attivismo è un tratto distintivo del VHEMT e di Les U. Knight, caratteristica che nel corso degli anni ha permesso loro di affrontare non solo le naturali perplessità dell’opinione pubblica ma anche l’aperta ostilità di figure pubbliche in ambienti conservatori e persino di personaggi del calibro di Elon Musk – il quale da sempre promuove al contrario la lotta al calo demografico, e che su Twitter/X ha ferocemente criticato l’idea dietro il movimento, definendola senza mezzi termini un effetto del “virus mentale” iperprogressista.
That the mind virus is pushing humanity towards extinction is not hyperbole pic.twitter.com/1BaiMRSvAy
— Elon Musk (@elonmusk) November 26, 2022
Fonte d’ispirazione per i giovani attivisti
Allo stesso tempo, e a dispetto delle critiche, il movimento per l’estinzione umana volontaria continua a ispirare nuove generazioni di attivisti, resta parte attiva del dibattito tra le varie organizzazioni ambientaliste e si guadagna articoli e interviste sul Guardian, sul New York Times e su altre testate di fama internazionale – un’attenzione senza dubbio favorita non solo dalla disponibilità e dall’atteggiamento cordiale di Knight, ma anche e forse soprattutto dalla crescente consapevolezza della crisi climatica innescata dai nostri processi produttivi e di consumo.
Sullo sfondo delle ansie per i destini della Terra, il VHEMT sta inoltre trovando convergenze con altre correnti di pensiero a loro volta tornate d’attualità su forum digitali e social network, come ad esempio il movimento childfree e la filosofia antinatalista, a cui è accomunato dall’opposizione alle tante pressioni familiari, religiose e sociali che ancora oggi spingono molte persone e coppie alla procreazione.
“May we live long and die out“, “si possa noi vivere a lungo ed estinguerci“: questo il motto ufficioso dei sostenitori del VHEMT, che avvertono: “senza un freno ai nostri trend autodistruttivi già in corso, la scomparsa del genere umano potrebbe essere già cosa fatta, ma assai meno volontaria e di sicuro molto meno pacifica di quella da loro propugnata“.
In poche parole, il rischio è quello di estinguersi in ogni caso, ma senza aver prima vissuto a lungo. Più che una minaccia da cattivi di fantasia, un accorato appello da parte di brave persone in carne e ossa, dal singolare ma a suo modo benevolo intento.
Fonti consultate:
- sito web del VHEMT in inglese e in italiano;
- “This Extreme Sect of Vegans Thinks Your Baby Will Destroy the Planet“, articolo di Virginia Pelley per Marie Claire, 29 gennaio 2018;
- “Experience: I campaign for the extinction of the human race“, articolo scritto da Les U. Knight su The Guardian, 10 gennaio 2020;
- “Earth Now Has 8 Billion Humans. This Man Wishes There Were None“, profilo di Les U. Knight e del VHEMT sul New York Times, 23 novembre 2022.