La Rivoluzione cinese fa riferimento all’insieme di eventi che portarono alla nascita della Repubblica Popolare Cinese.
Quando si parla di rivoluzione, con riferimento ad uno Stato, si fa riferimento ad un cambiamento epocale dello stesso. Le prime che ci vengono in mente sono quella francese, con la presa della Bastiglia, e quella russa, con la Rivoluzione d’ottobre. Eppure, nonostante la grande importanza, nessuno penserebbe mai alla Rivoluzione cinese. Si deve infatti ad essa, in cui primeggiò la figura di Mao Zedong, la nascita dell’attuale Repubblica Popolare Cinese (RPC).
Per capire meglio l’impatto della Rivoluzione cinese occorre fare un passo indietro al primo decennio del secolo scorso. Fino a quel periodo, infatti, esisteva ancora l’impero cinese, che, con numerosi imperatori di varie dinastie succedute nei secoli, esercitava il proprio potere da circa 2.000 anni.
La prima Rivoluzione cinese ebbe inizio il 10 ottobre 1911 con la Rivolta di Wuchang. Questo episodio diede inizio a sua volta alla Rivoluzione Xinhai, la quale portò, il 1° gennaio 1912, alla nascita della Repubblica di Cina e, il 12 febbraio dello stesso anno, alla caduta dell’ultimo imperatore.
In merito a questi episodi potete trovare maggiori informazioni nel mio articolo relativo alla Rivoluzione Xinhai.
La Repubblica di Cina, però, non deve essere confusa con la RPC. La prima, infatti, sebbene rappresentasse il governo cinese dell’epoca, fa oggi riferimento all’isola di Formosa, meglio conosciuta come Taiwan. Ma andiamo con ordine, e vediamo in che modo si è arrivati a questa situazione!
Nascita del Kuomintang e dittatura di Yuan Shikai
La presidenza del nuovo governo provvisorio venne assegnata, tramite elezioni, a Sun Yat-sen (孙逸仙), uno dei principali artefici della Rivoluzione Xinhai. Fu lui, infatti, già decenni prima, a teorizzare la caduta dell’impero in favore di una repubblica democratica. L’11 marzo 1912 promulgò inoltre la Costituzione provvisoria della Repubblica di Cina.
Il successivo 25 agosto, invece, nacque ufficialmente il partito nazionalista Kuomintang (abbreviato in KMT, 中国国民党, noto anche come Guomindang), il quale rappresentò l’espressione politica delle forze rivoluzionarie.
Per capire come mai molti nomi cinesi del passato, come ad esempio l’appena citato Kuomintang, sono conosciuti con più nomi, vi rimando al mio articolo di lingua cinese sul pinyin.
Tuttavia la situazione era ancora caotica poiché, come detto, l’impero cinese cadde solo un mese e mezzo dopo la nascita della Repubblica. Per tentare di arginare le forze rivoluzionarie, il principe reggente affidò l’incarico di primo ministro a Yuan Shikai (袁世凯), il quale poteva contare sul fortissimo esercito Beiyang.
Forte della sua potenza militare, Yuan Shikai tradì il principe reggente e, dopo aver raggiunto un accordo con i ribelli, costrinse l’imperatore ad abdicare. L’oggetto dell’intesa era l’incarico di Presidente della Repubblica, il che venne ufficializzato il 10 marzo 1912.
Yuan Shikai era però assetato di potere e instaurò ben presto una dittatura. Iniziò pertanto ad eliminare i propri avversari politici, tra cui Song Jiaoren, sciolse il parlamento a maggioranza Kungmintang, represse costantemente quest’ultimo e costrinse Sun Yat-sen all’esilio.
Superato anche l’ostacolo delle ventuno richieste formulate dal Giappone nel 1915, l’anno seguente Yuan cercò di reinstaurare la monarchia per farsi nominare imperatore. Tuttavia morì pochi mesi dopo, impedendogli di assumere l’incarico desiderato.
Il partito comunista cinese
In questo periodo non c’era ancora una forza politica in grado di affermarsi su tutte le altre. La morte di Yuan Shikai permise, nel 1917, il rientro in patria di Sun Yat-sen e la rifondazione del KMT. La zona settentrionale, però, era in mano ai signori della guerra, caratterizzando un periodo di anarchia che si estenderà fino al 1928.
L’evento più importante, col senno di poi, risale però al 1921, anno di fondazione del partito comunista cinese. Inizialmente questo si alleò con il KMT per contrastare il governo di Pechino controllato dai Giapponesi.
Tuttavia la morte di Sun Yat-sen nel 1925 alterò gli equilibri. Il suo posto nel KMT venne preso da Chiang Kai-shek (蒋介石), il quale, irritato dalle agitazioni contadine e operaie dei comunisti, represse questi ultimi dando inizio a una guerra civile. Ben presto anche il suo governo, caratterizzato dalla rottura dei rapporti con l’Unione Sovietica, si tramutò in una dittatura di stampo militare.
In quest’epoca, detta delle “basi rosse”, i comunisti testarono, nei territori controllati, gli istituti giuridici e politici della futura Repubblica Popolare Cinese. Nel 1931 venne fondata la Repubblica Sovietica Cinese, uno Stato socialista guidato da un personaggio ben noto: Mao Zedong (毛泽东, conosciuto anche come Mao Tse-tung).
L’invasione del Giappone cambiò però i piani. Per combattere il nemico comune, i comunisti sciolsero il proprio Stato e si allearono provvisoriamente con il KMT. Furono questi gli schieramenti che combatterono nella seconda guerra sino-giapponese, che, complici i ben noti avvenimenti della seconda guerra mondiale, portarono i nipponici alla sconfitta.
Nascita della RPC e fine della Rivoluzione Cinese
Risolti i problemi esterni, il Kuomintang, supportato dagli USA, e il partito comunista, aiutato invece dall’URSS, ricominciarono la guerra civile, dando inizio alla Rivoluzione comunista cinese. Le truppe nazionaliste, a causa delle numerose battaglie combattute negli anni, erano decisamente più stanche e demoralizzate rispetto agli avversari comunisti.
Con la conquista di questi ultimi di Nanchino, l’allora capitale della Repubblica di Cina, terminò la Rivoluzione cinese e, l’1 ottobre 1949, Mao Zedong proclamò la nascita della Repubblica Popolare Cinese.
I nazionalisti, invece, si misero in fuga e trovarono rifugio nell’Isola di Formosa, comunemente nota come Taiwan, proclamando Taipei come capitale provvisoria. La Repubblica di Cina, dunque, esiste tuttora, anche se ufficialmente la RPC la considera una sua provincia.
La Rivoluzione cinese ha portato dunque ad un cambiamento epocale. È solo grazie ad essa, infatti, che oggi possiamo parlare di governo cinese con riferimento al partito comunista. Inoltre ha posto le basi per i rapporti glaciali tra la Cina continentale e Taiwan.
Classe 1986. All’università ho scoperto la lingua cinese ed è stato amore a prima vista, tanto che da allora ho continuato a studiarla da autodidatta.
Nel blog, oltre a parlarvi della cultura cinese, cercherò di rendervi più familiare una delle lingue più incomprensibili per antonomasia.
Potete contattarmi scrivendo a: m.bruno@inchiostrovirtuale.it