I farmaci rappresentano il trattamento di base per il disturbo bipolare; il loro obiettivo primario è quello di riportare e mantenere l’umore entro i limiti della norma (stato eutimico), in modo tale che i pazienti possano condurre una vita il più normale possibile; spesso vengono associati ad altri trattamenti, come la modifica dello stile di vita e la psicoterapia, per ottenere risultati più soddisfacenti.
Quali sono i farmaci per il disturbo bipolare?
La categoria in questione è molto eterogenea e include farmaci stabilizzanti dell’umore:
- in senso stretto – litio;
- antiepilettici – acido valproico, lamotrigina, carbamazepina;
- antipsicotici – quetiapina, olanzapina, asenapina, aripiprazolo, risperidone, ziprasidone.
La scelta dipende dalla fase che sta attraversando il paziente, dalla presenza di controindicazioni o patologie coesistenti e dalla risposta al trattamento di prima linea: il litio.
Litio
Il litio è considerato il farmaco di elezione per il trattamento del disturbo bipolare, dal momento che:
- riduce sia i sintomi maniacali e sia i sintomi depressivi durante le fasi acute (episodi);
- previene le ricadute (il riacutizzarsi dei sintomi) in fase di continuazione;
- previene le recidive (i nuovi episodi) in fase di mantenimento;
- ha un’efficacia antisuicidio comprovata dagli studi di metanalisi;
- potrebbe prevenire il declino cognitivo e la demenza nei pazienti bipolari, secondo alcuni studi epidemiologici.
Risulta particolarmente efficace nelle forme con episodi ben definiti di mania o depressione senza cicli rapidi (il passaggio repentino da un episodio all’altro) e quanto prima viene iniziato il trattamento; tuttavia solo il 30% dei pazienti risponde appieno al litio e ciò comporta l’associazione con altri stabilizzanti.
Antiepilettici
Gli antiepilettici si usano in associazione al litio oppure al suo posto quando è controindicato, inefficace o tossico. In particolare, l’acido valproico è molto utile negli episodi con caratteristiche miste, mentre la lamotrigina previene gli episodi depressivi in fase di mantenimento.
Antipsicotici
Gli antipsicotici sono d’importanza fondamentale nelle fasi di mania acuta (un’emergenza medica in cui il paziente può far male a se stesso o agli altri) perché agiscono rapidamente. La quetiapina possiede un ampio spettro d’azione, essendo efficace sia nel trattare e sia nel prevenire gli episodi di mania, ipomania o depressione; si associa al litio o all’acido valproico.
Reazioni avverse ai farmaci stabilizzanti
Il trattamento con farmaci stabilizzanti non è scevro da rischi, giacché possono manifestarsi reazioni avverse (anche molto gravi) quali:
- aumento del peso corporeo;
- alterazioni ormonali e metaboliche;
- sonnolenza;
- eruzioni cutanee;
- agitazione motoria;
- tossicità epatica o renale;
- malformazioni dell’embrione in gravidanza;
- interazioni farmacologiche.
Consigli di lettura
Se l’argomento trattato è di vostro interesse, vi consigliamo di leggere anche gli altri articoli a tema:
L’articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non sostituisce il parere del medico.
Sitografia e bibliografia
- “Trattato di farmacologia” (L. Annunziato e G. Di Renzo).
- The New England journal of medicine: “Bipolar disorder” (2020).
- The Lancet: “Bipolar disorders” (2020).
Giornalista pubblicista, ex collaboratrice de L’Unione Sarda.
Sono cofondatrice e caporedattrice di Inchiostro Virtuale.
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