Scelta e modalità d’uso delle calze per la circolazione
Le calze a compressione graduata sono dispositivi medici che assicurano una compressione sulle gambe decrescente dal basso verso l’alto.1 L’obiettivo è quello di riattivare la circolazione venosa e, di conseguenza, prevenire o rallentare la progressione dell’insufficienza venosa cronica; tuttavia si usano anche per favorire il recupero dopo l’esercizio fisico o dopo avere trascorso la giornata in piedi, nel qual caso si parla di calze riposanti. Fatta questa piccola ma doverosa premessa, prepariamoci a conoscere la classificazione e le tipologie di questi presidi.
Classificazione delle calze a compressione graduata
È possibile classificare questi presidi sulla base di tre criteri:
1) Indicazioni delle calze elastiche
Una prima classificazione viene effettuata in base alle indicazioni. In base a ciò si distinguono calze elastiche:
- preventive, che appunto prevengono lo sviluppo delle malattie venose;
- terapeutiche, che si usano nel trattamento conservativo delle malattie suddette;
- sportive, indicate durante e dopo la pratica sportiva.
2) Grado di compressione delle calze elastiche
Una seconda classificazione tiene conto del grado di compressione. In particolare, secondo lo standard RAL GZ 387, si distinguono calze elastiche a compressione:
- leggera (classe I, 18-21 mmHg);
- moderata (classe II, 23-32 mmHg);
- forte (classe III, 34-46 mmHg);
- molto forte (classe IV, ≥ 49 mmHg).
Il grado di compressione è decrescente dalla caviglia alla coscia e invariabile nel tempo, per via dei materiali (poliammide ed elastan) e della tecnica di cucitura delle calze.
3) Modello e colore delle calze elastiche
Infine, una terza classificazione tiene conto del modello (collant, monocollant, gambaletti, autoreggenti, a punta aperta o chiusa) e del colore (bianco, nero, carne, fluo, etc.).
Tipi di calze a compressione graduata
In base alle indicazioni (il criterio di classificazione più utilizzato) vediamo le principali tipologie di calze elastiche presenti sul mercato:
1) Calze elastiche preventive
Le calze elastiche preventive, come dice il nome stesso, servono per prevenire lo sviluppo delle malattie venose. Il loro uso è consigliato nelle persone a rischio, anche molto giovani, come coloro che stanno molte ore in piedi per lavoro o soffrono di gambe pesanti con l’arrivo dell’estate.
Spesso vengono usate come collant – realizzato per operare una sorta di micromassaggio, anche in seguito a lievi movimenti degli arti – che favorisce il movimento del sangue verso l’alto e allevia la sensazione di pesantezza e indolenzimento alle gambe.
Oltre a ciò stimolano la microcircolazione – cioè lo scorrimento del sangue nei piccoli vasi, come capillari e venule – nel tessuto sottocutaneo e, in tal modo, attenuano gli inestetismi della cellulite.
Attenzione: la pressione esercitata dalle calze preventive varia dai 6 ai 21 mmHg.
2) Calze elastiche terapeutiche
In caso di malattia venosa conclamata e sue complicanze è necessario ricorrere alle calze elastiche terapeutiche, che esercitano una compressione non inferiore ai 22 mmHg.
Questa categoria include le calze per le vene varicose e i gonfiori permanenti, usate sotto forma di collant o autoreggenti con punta aperta o chiusa, ma anche:
- le calze antitrombo, usate sotto forma di autoreggenti, che mantengono il sangue fluido;
- le calze antiulcera, usate sotto forma di gambaletti, che mantengono la pelle intatta.
È importante sapere che queste calze non sono curative, bensì rallentano la progressione della malattia (trattamento conservativo) in associazione ad altri trattamenti, quali massaggi e venotonici.
Calze elastiche sportive
Veniamo, infine, alle calze elastiche sportive che possono essere indossate:
- durante lo sport, per mantenere l’ossigenazione muscolare e limitare i danni alle fibre;
- dopo lo sport, per favorire il recupero muscolare.
Anche in questo caso i modelli a disposizione sono numerosi – collant, gambaletto, etc. – e la scelta varia in base al tipo di sport praticato.
Calze elastiche: guida all’acquisto e all’uso
Le calze a compressione graduata si possono acquistare solo con la prescrizione dello specialista, che abbia accertato la presenza di disturbi circolatori e l’assenza di controindicazioni.
Controindicazioni delle calze elastiche
Le calze elastiche non possono essere usate in caso di:
- gambe molto grosse;
- edema polmonare e disturbi vascolari di origine cardiaca;
- eritema, dermatite localizzata e necrosi cutanea.
Dunque, una volta accertata l’idoneità, lo specialista prescriverà il modello più adatto al paziente, il grado di compressione ed eventualmente la taglia, che varia in funzione di peso, altezza, circonferenza di caviglia, gamba e coscia.
Quanto costano le calze a compressione graduata?
Il prezzo dipende da diversi fattori come la marca, la tipologia e il rivenditore e varia dai 10 ai 50€; tuttavia, trattandosi di dispositivi medici di Classe I, secondo il Regolamento UE 2017/745 sono detraibili dall’IRPEF ai sensi dell’Art. 15 del TUIR.
Consigli per un corretto utilizzo
Prima di salutarci, ecco alcune dritte per indossare correttamente le calze elastiche:
- infilate le calze elastiche al mattino, prima che le gambe si gonfino;
- indossate i guanti, per non sfilarle con le unghie, e aiutatevi con l’infilacalze se avete difficoltà;
- una volta indossate, le calze non devono fare pieghe ma nemmeno essere troppo in tensione.
Come lavare le calze elastiche?
Per mantenerle integre, oltre a infilarle con i guanti, bisogna lavare le calze elastiche con molta cura:
- lavatele a mano, con detergenti delicati, sotto i 40°;
- non strizzatele eccessivamente durante il lavaggio e risciacquatele con acqua tiepida;
- non stendetele in verticale ma fatele asciugare distese su un piano.
Consigli di lettura
Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche la guida all’ecocolordoppler.
Riferimenti bibliografici:
- Jünger M. “Progressive” elastic compression stockings as future standard. Vasa. 2019 Aug;48(5):379. DOI: 10.1024/0301-1526/a000805. PMID: 31436516.
Crediti fotografici
In apertura, foto di Bernd Hildebrandt da Pixabay.
L’articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non sostituisce il rapporto medico-paziente.
Giornalista pubblicista, ex collaboratrice de L’Unione Sarda.
Sono cofondatrice e caporedattrice di Inchiostro Virtuale.
Per contattarmi, inviate una mail a: j.zanza@inchiostrovirtuale.it