Cal'a cinema, ad Arbaatx, dal 30 luglio all'1 agosto 2025.

Il programma 2025 della rassegna “Cal’a Cinema” esplora il confine tra memoria, giustizia, affetti e libertà.

Arbatax, 26 luglio 2025. In certi angoli di mare le storie trovano riparo. Ad Arbatax, tra la ruggine dei moli e il respiro lento delle notti estive, torna Cal’a Cinema. Dal 30 luglio all’1 agosto 2025, la Caletta dei Genovesi si fa di nuovo sala cinematografica sotto le stelle, in uno dei luoghi più intimi e vivi della costa ogliastrina.

Un cinema a pelo d’acqua, tra le luci dei pescherecci e le voci della comunità, in cui ogni seduta portata da casa diventa testimone di un rito collettivo: ascoltare, vedere, sentire. Un festival che nasce da dentro, da quella parte di mondo che non ha mai smesso di credere nel valore della cultura condivisa. A costruirlo, anno dopo anno, sono i ragazzi di Musikasurda. Ancora ragazzi, sì. Perché chi continua a immaginare non invecchia mai davvero. La loro dedizione, silenziosa e potente, ha trasformato la caletta in un punto fermo dell’estate.

Tre serate, tre visioni, tre modi di raccontare il presente attraverso il cinema d’autore. Con la direzione artistica di Marcello Murru, il sostegno del Comune di Tortolì e della Fondazione di Sardegna, il programma 2025 esplora il confine tra memoria, giustizia, affetti e libertà.

Mercoledì 30 luglio, ore 21:00

Paterson” di Jim Jarmusch (2016, 118 minuti – Premio Palm Dog al Festival di Cannes).
Paterson è un autista di autobus che scrive poesie nel silenzio dei suoi giorni uguali. In una cittadina che porta il suo stesso nome, ogni gesto ripetuto si fa canto e ogni dettaglio una rivelazione. Jarmusch firma un’opera luminosa e pacata, dove la bellezza si annida nell’abitudine, e la poesia salva senza clamore.

Giovedì 31 luglio, ore 21:00

Mulholland Drive” di David Lynch (2001, 147 minuti – Miglior regia a Cannes, inserito tra i migliori film del XXI secolo).
Un enigma cinematografico, un sogno lucido che si trasforma in incubo. Lynch ci guida tra i chiaroscuri di Hollywood, tra identità smarrite, amori spezzati e narrazioni che si piegano su se stesse. Mulholland Drive è un capolavoro sull’illusione, sull’inconscio e sulla potenza ambigua del desiderio. Un film che non si guarda, si attraversa.

Venerdì 1 agosto, ore 21:00

Perfect Days” di Wim Wenders (2023, 123 minuti – Miglior attore a Koji Yakusho, Festival di Cannes).
A Tokyo, Hirayama lava i bagni pubblici. È un lavoro meticoloso, quasi sacro. Ogni giorno scorre identico, tra cassette degli anni Ottanta, alberi, ombre e piccoli incontri, che accendono lo stupore. Wenders costruisce un film di una semplicità disarmante, un inno silenzioso alla dignità del quotidiano e alla gioia nascosta nelle cose minime.

“La Caletta dei Genovesi è un’idea di mondo. È lì che ogni estate torniamo a cercare la linea fragile tra visione e realtà”, dice Marcello Murru, direttore artistico. “Quest’anno abbiamo scelto tre film che parlano piano, ma arrivano lontano. Perché ci siamo accorti che abbiamo tutti bisogno di rallentare, di ascoltare, di ritrovare ciò che ci unisce. A Cal’a Cinema il cinema è vita che risuona tra le persone”.

Proiettare questi tre titoli, oggi, non solo per un gesto culturale: è scelta etica. Paterson ci ricorda che la gentilezza e la poesia resistono anche nei giorni più ordinari. Perfect Days ci chiede di riconsiderare il valore delle vite invisibili, dei gesti ripetuti, della bellezza minima. La proiezione di Mulholland Drive assume oggi un valore ancora più profondo: è anche un omaggio silenzioso a David Lynch, maestro del mistero e dell’inconscio, recentemente scomparso. Nessuno come lui era capace di trasformare l’enigma in poesia visiva.

In un’epoca che accelera senza sosta, Cal’a Cinema resta un tempo sospeso. E non è mai scontato: fare cultura, soprattutto in piccoli territori, è sempre una sfida, una salita senza scorciatoie, fatta di telefonate, riunioni serali, corse contro il tempo. Ma quando si accende il proiettore e la Caletta si fa silenziosa, tutto quel lavoro si trasforma in magia. Perché è un posto dove la bellezza sa essere profonda, e la comunità si stringe attorno a un’idea di futuro che passa per lo sguardo degli altri.

Come sempre, la sedia è da portare da casa. Il resto lo mettono il cinema e il mare.

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Crediti fotografici

Foto di apertura free press.