Donna con melasma (macchie brune sul volto). Immagine generata da Google Gemini.

Il melasma è un inestetismo cutaneo che interessa soprattutto le donne, ma perché compare? Si può rimuovere? Se sì, quali sono le tecniche più adatte? Vediamolo assieme.

Il melasma è caratterizzato dalla presenza di macchie brune (iperpigmentazione) puntiformi o confluenti, dai bordi poco definiti, in aree del viso quali fronte, ponte nasale, labbro superiore, guance e mento, conseguenti a un’esposizione solare smodata. Quindi, è a tutti gli effetti un invecchiamento precoce della pelle provocato dalla luce (fotoinvecchiamento), che colpisce in prevalenza le donne – 9 volte in più rispetto agli uomini – e in particolar modo le gestanti, in percentuali stimate tra il 15% e il 50%.1

Cause e fattori di rischio

Come anticipato poc’anzi, la causa del melasma è identificabile nelle radiazioni solari, principalmente i raggi ultravioletti. L’esposizione agli UV, infatti, aumenta la produzione di radicali liberi, innescando un processo infiammatorio che attiva la melanogenesi (produzione di melanina, il pigmento cutaneo) e la vascolarizzazione (formazione di nuovi capillari) con conseguente comparsa di chiazze marroncine o grigiastre.

Le donne sono più predisposte degli uomini per via degli ormoni femminili (estrogeni e progestinici), sia quelli endogeni, i cui livelli sono più alti nel terzo trimestre di gravidanza, sia quelli assunti con la pillola contraccettiva, che stimolano l’ormone melanotropo e di conseguenza la melanogenesi.

Il rischio aumenta ulteriormente nelle persone con la pelle scura (fototipi III e IV della scala di Fitzpatrick) che abitano a basse latitudini, dove le radiazioni sono più intense, ma anche nei pazienti con disturbi della tiroide, epilessie trattate con fenitoina o farmaci della stessa classe (che sensibilizzano la pelle alle radiazioni) o familiari con il melasma.

Rimozione del melasma: i trattamenti più indicati

I risultati di una revisione sistematica di 174 test clinici controllati, pubblicati sull’Indian Dermatology Journal,2 supportano l’uso dei farmaci topici come trattamento di elezione del melasma, eventualmente associati (o sostituiti in caso di ipersensibilità) dai farmaci orali.

Tuttavia, se le macchie sono molto profonde (melasma dermico) e dunque resistenti ai trattamenti summenzionati, si può ricorrere al peeling chimico o al laser. Vediamo in maggior dettaglio i singoli trattamenti.

1) Farmaci topici

La formula schiarente più efficace è una crema a base di idrochinone 4% (un inibitore della tirosinasi, l’enzima chiave della melanogenesi3), tretinoina 0,05% (un derivato della vitamina A, che favorisce il ricambio cellulare) e fluocinolone acetonide 0,01% (un corticosteroide, che riduce l’infiammazione provocata dagli UV).

La fase di attacco prevede un’applicazione serale per 6-8 settimane, a cui segue una fase di mantenimento che richiede due applicazioni settimanali, per una durata complessiva di 6 mesi (massimo 1 anno); in fase di mantenimento, la triplice combinazione può essere sostituita dalle creme al 2% di acido cogico o al 20% di acido azelaico. Durante e dopo il trattamento, è necessario applicare prodotti con un SPF alto o molto alto (≥ 30) per migliorare l’efficacia del trattamento e prevenire la formazione di nuove macchie.

La triplice combinazione richiede la prescrizione del dermatologo e la preparazione da parte del farmacista (medicinale galenico), giacché in Europa l’uso dell’idrochinone nei cosmetici è vietato ai sensi del Regolamento (CE) n. 1223/20094 a causa della tossicità per i melanociti (le cellule che producono la melanina).

2) Farmaci orali

L’acido tranexamico apporta miglioramenti da lievi a moderati (alla dose di 500-750 mg al giorno per 6 mesi) riducendo la produzione di fattori attivanti la melanogenesi quali plasmina, prostaglandine, leucotrieni, fattore di crescita dei fibroblasti e ormone melanotropo.5

In Italia l’uso dell’acido tranexamico per il melasma è off-label, ossia legalmente consentito sebbene non autorizzato con questa indicazione (al momento, infatti, si impiega nel trattamento del flusso mestruale abbondante o altri tipi di emorragie), purché il medico prescrittore se ne assuma la piena responsabilità.

3) Peeling chimico

L’esfoliazione con acidi è indicata per le macchie brune refrattarie ai farmaci. La durata complessiva del trattamento, il numero di sedute, il tipo di acido (glicolico, salicilico, etc.) e la sua concentrazione dipendono dalla profondità del melasma e dal fototipo.

4) Laser

In caso di melasma molto esteso e profondo, resistente anche al peeling chimico, si può valutare il trattamento laser. Tra i più indicati per le macchie brune vi è il laser Q-Switched, che attraverso l’emissione di impulsi luminosi molto potenti ma di breve durata (pochi millisecondi) agisce selettivamente sulle aree iperpigmentate senza intaccare i tessuti circostanti.

L’Nd Yag laser toning a bassa fluenza, un sottotipo di laser Q-Switched, distrugge solo i prolungamenti dei melanociti (un processo noto come termolisi selettiva subcellulare) risultando ancor più selettivo e meno dannoso per la pelle.

Il laser richiede l’applicazione di una pomata anestetica un’ora prima della seduta, in quanto può causare bruciore. Il numero di sedute e la durata complessiva del trattamento dipendono dall’estensione e dalla profondità delle macchie.

Rischi e controindicazioni

Le tecniche sovraelencate non sono esenti da rischi. Ad esempio, l’uso della triplice combinazione (soprattutto se prolungato) può causare la comparsa di:

  • xerosi (secchezza) e atrofia (assottigliamento) della pelle;
  • teleangectasie (capillari in evidenza);
  • dermatite da contatto;
  • raramente ocronosi, cioè una colorazione cutanea grigio-bluastra o nero-bluastra, dovuta in particolare all’idrochinone.

In seguito al peeling chimico o al laser, invece, si possono manifestare:

  • eritema (arrossamento), bruciore desquamazione;
  • iperpigmentazione post-infiammatoria, soprattutto nelle pelli scure.

Tutti questi trattamenti causano altresì fotosensibilizzazione, perciò è fondamentale proteggere la cute con i filtri solari. Rappresentano delle controindicazioni alle varie tecniche di rimozione:

  • i mesi primaverili ed estivi, perché la luce è più intensa;
  • le terapie con farmaci fotosensibilizzanti, come i succitati antiepilettici;
  • gravidanza e allattamento, giacché l’idrochinone viene assorbito per il 35-45% dopo l’applicazione;
  • ovviamente l’infanzia.
Consigli di lettura

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Riferimenti bibliografici:
  1. Basit H, Godse KV, Al Aboud AM. Melasma. [Updated 2023 Aug 8]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2025 Jan-. Available from: www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK459271/;
  2. Sarkar, Rashmi; Handog, Evangeline B.1; Das, Anupam2; Bansal, Anuva3; Macarayo, Ma. Juliet4; Keshavmurthy, Vinay5; Narayan, Vignesh5; Jagadeesan, Soumya6; Pipo, Eugenio III7; Ibaviosa, Grace Monica8; Podder, Indrashis9; Bansal, Shivani10. Topical and Systemic Therapies in Melasma: A Systematic Review. Indian Dermatology Online Journal 14(6):p 769-781, Nov–Dec 2023. | DOI: 10.4103/idoj.idoj_490_22;
  3. Schwartz C, Jan A, Zito PM. Hydroquinone. [Updated 2023 Aug 22]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2025 Jan-. Available from: www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK539693/;
  4. Regolamento (CE) n. 1223/2009 sui prodotti cosmetici (link al documento);
  5. González-Molina V, Martí-Pineda A, González N. Topical Treatments for Melasma and Their Mechanism of Action. J Clin Aesthet Dermatol. 2022 May;15(5):19-28. PMID: 35642229; PMCID: PMC9122278.
Crediti fotografici

Foto di copertina generata da Google Gemini.

L’articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non sostituisce il rapporto medico-paziente.

Scritto da:

Jessica Zanza

Pubblicista, ex collaboratrice de L'Unione Sarda.
Sono cofondatrice e caporedattrice di Inchiostro Virtuale.
Potete contattarmi scrivendo a j.zanza@inchiostrovirtuale.it