Oggi vi parlo di Splash, una commedia anni ’80 da riscoprire
Ho sempre pensato al cinema come ad un universo parallelo al nostro; pieno di galassie, a volte lontane lontane, altre volte vicine vicine. L’arte cinematografica mi affascina come poche altre cose al mondo, per tanti motivi (che mi tocca ammettere… sono un po’ banali): un film può far ridere, piangere, riflettere o addirittura motivare e può anche far paura. Entusiasmante la paura “artificiale” sul divano di casa, eh?
La cosa che più amo in assoluto del cinema è quella capacità unica e travolgente di intrattenere. Perché sì, ok i messaggi filosofici, ok i temi sociali, ok l’impegno culturale…ma se un film mi annoia, io sono una di quelle spettatrici senza vergogna, che abbandona la visione senza remore e non c’è super-regista che mi faccia desistere dall’evitare il tedio. Quello che constato spesso è che il cinema per molti è diventato un mezzo per elevarsi ad essere superiore ed illuminato, a gran intellettuale, in una gara di snobismo che onestamente trovo ridicola.
Ma come? Non ti piace Fellini? Al rogoooo!
Ho fatto una tesi in filosofia morale proprio sul cinema e mi son pippata (solo per dovere) anche La corazzata Potëmkin, e sì, come la celeberrima citazione fantozziana dice: “è una cagata pazzesca!”. Mai mi sognerei per diletto di guardare mattoni e mattoncini vari; chiaramente rispetto chi ha voglia di farlo, a patto che rispetti la mia voglia di non considerarlo un gran intellettuale solo per questo.
Ma basta divagare…
Cerco di arrivare al punto: a me le recensioni ricche di boria del saputello-a di turno stanno davvero antipatiche. Il mio desiderio non è quello di recensire delle pellicole, ma di parlare di cinema con leggerezza, mooolta leggerezza, per due motivi principarli: pesantezza in giro ce n’è troppa e perché essere appassionati di qualcosa non vuol dire necessariamente esserne esperti; e non essendo un’esperta faccio quel che posso!
Quindi con grande leggiadria e consapevole superficialità, oggi ho scelto di parlarvi di uno di quei film che nessuno si fila, ma che a me ha sempre divertito e intrattenuto a dovere anche alla seconda, terza, quarta… visione! Una commedia vagamente disneyana che io trovo adorabile: Splash – Una sirena a Manhattan.
Questa chicca cinematografica del 1984 è (ovviamente) squisitamente anni ’80! Una commedia romantica così anni ’80 che a me mette allegria anche solo per questo e per il meraviglioso titolo onomatopeico, in lingua originale solo Splash.
Il protagonista maschile è un irresistibile e giovanissimo Tom Hanks, la protagonista femminile è Daryl Hannah che interpreta una sirena mozzafiato (così figa che Ariel levati proprio!!!) e il regista è Ron Howard. Per chi non lo sapesse è il Richie Cunningham del mitico Happy Days, che oltretutto come regista ha vinto anche un paio di Oscar e fatto diversi filmoni, ma che ci frega, per noi nostalgici rimane sempre Richie!
Direi a questo punto che i motivi per tuffarsi nella visione di questa commedia vintage e fiabesca ci sono già tutti, oltretutto Splash ha ottenuto vari riconoscimenti e premi, tra cui la nomination agli Oscar come miglior sceneggiatura originale.
E ora veniamo alla storia di Splash!
Il film inizia con un flashback che ci porta dritti dritti nell’infanzia del protagonista Allen. Il bambino, mentre è su un traghetto con la famiglia, si butta inspiegabilmente in mare ed incontra una bambina-sirena, in questa atmosfera sognante viene salvato da un marinaio e l’incontro magico sembra essere solo frutto della sua immaginazione. Venti anni dopo Allen rivivrà nuovamente una disavventura simile cadendo da una barca, verrà salvato da una meravigliosa ragazza bionda, che in realtà è la stessa bambina-sirena incontrata da bambino. Dopo averlo salvato, la misteriosa creatura scompare, ma recupera il portafoglio di Allen per poterlo ritrovare.
Tutto molto fiabesco, vero? Ma si sa bene che in ogni fiaba c’è un cattivo, in questo caso l’antagonista della situazione di questa pazza commedia anni ’80 è uno scienziato un po’ strambo che dà la caccia alla bella sirena per dimostrare al mondo di non essere folle nel sostenere l’esistenza della sua specie.
Madison (questo è il nome umano che verrà successivamente scelto da Hanks per la sirena) in tutta la sua fighezza sirenesca arriva a nuoto fino alla Statua della Libertà e completamente nuda e miracolosamente provvista di gambe inizia a vagare tra i turisti stupiti alla ricerca di indicazioni per ritrovare Allen. E da qui hanno inizio una serie di scenette e gag esilaranti che ci fanno vedere la bella Madison alle prese con tutta la modernità anni ’80. Determinata e risoluta trova Allen, si piazza beatamente in casa sua, spende i suoi soldi per darsi allo shopping, impara l’inglese in un pomeriggio (perché sì, ad una sirena tutto è possibile) e dà inizio alla loro travolgente storia d’amore senza troppi preamboli!
Tutto procede alla grande nonostante le varie stranezze, tipo lei che di nascosto si rilassa in vasca da bagno con la sua bella coda a mollo. I due innamorati hanno solo pochi giorni a disposizione, dopo di che lei dovrà scegliere se rimanere per sempre sulla terra o riappropriarsi della sua coda per ritornare a vivere in mare. Oltre a questo c’è un altro problema, lo scienziato strambo sempre più deciso a svelare il segreto di Madison, che agguerritissimo tiene sott’occhio i due innamorati. Sarà proprio lui con l’aiuto di una pompa d’acqua a far ritrasformare Madison in sirena di fronte agli occhi increduli di tutti i presenti, compresi quelli incredulissimi di Allen. Qui inizia la parte triste della storia, Madison viene sequestrata dall’esercito con l’intento di studiarla ed analizzarla.
Allen è sconvolto e disperato insieme, ma dopo aver riorganizzato le idee, con l’aiuto del fratello e soprattutto dello scienziato strambo (ora pentito) libera la sua bella con un eroico quanto buffo piano di fuga. Ma scappare dall’esercito non è mica una passeggiata, quelli si accollano peggio dei centralinisti wind. Così una volta arrivati vicino al mare sembra non esserci altra scelta se non quella di separarsi, lei sarebbe tornata nel suo mondo marino e lui sarebbe rimasto alla sua vita di sempre, senza la donna-sirena che tanto amava. Guarda caso però questa è una commedia anni ’80 divertente e romantica e no, proprio non prevede un finale drammatico… e così ecco il colpo di genio, la conclusione perfetta: i due si buttano insieme verso una nuova vita in mare! Allen rinuncia alla sua esistenza terrestre per stare con Madison, e questo anche se sa che non potrà mai più tornare indietro.
Considerazioni finali
So bene che questa non-recensione è piena zeppa di spoiler, ma visto che parliamo di un film nato due anni prima di me sono certa che mi perdonerete per aver svelato il finale! Se non avete visto Splash dovete comunque assolutamente recuperare perché quanto è bello vedere per una volta un uomo che rinuncia a tutto per la sua donna e non viceversa? E va bene che non siamo tutte delle sirene strafighe, e va bene anche che un bel Tom Hanks fresco di gioventù non si trova tutti i giorni e che noi al massimo possiamo salvare lo zio Antonio che ha mangiato troppa parmigiana prima del bagno a mare, ma non è meraviglioso immedesimarsi in una donna che ha trovato l’amore vero?
Nata nel pieno dei fantastici anni ’80 tra gli argentei ulivi pugliesi. Vedo più film e serie tv che persone! Per questo ho scelto di parlarne su Inchiostro Virtuale.