Alla scoperta della cupola del Brunelleschi, voluta da Cosimo de Medici
In questi giorni, tra un impegno e l’altro, ho rivisto con piacere alcune puntate della serie I Medici. Per chi non la conoscesse, come si può intuire dal titolo, narra in maniera romanzata la vita della famiglia più illustre di Firenze. Il protagonista della serie, però, non è Lorenzo de Medici, che tra tutti i membri della famiglia è il più famoso, bensì il fratello maggiore: Cosimo de Medici.
A interpretarlo nella serie troviamo l’ormai lanciatissimo Richard Madden, che ha (ahimè!) dismesso i panni dell’unico e solo re del nord (non me ne voglia il mio amato Jon Snow) in Game of Thrones: Robb Stark.
Nonostante non abbia mai ricoperto un’alta carica governativa e fosse descritto come un uomo ordinario, Cosimo era molto amato; ma non è certo per questo che è entrato a far parte della storia (o meglio non solo): gli dobbiamo la realizzazione di uno dei monumenti più visitati, ammirati e invidiati al mondo.
Egli non era un artista, ma amava l’arte in maniera smisurata e perciò commissionò la gigantesca cupola della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, che tutti conosciamo come cupola del Brunelleschi perché fu proprio lui a realizzarla. Conosciamola meglio!
La cattedrale di Santa Maria del Fiore
Già all’epoca della sua realizzazione, la cupola era nota come la più grande al mondo e ciò che sorprende è il fatto che, ancora oggi, detenga il primato grazie ai 55 metri di diametro. Proprio per le sue dimensioni, realizzarla ha richiesto un lavoro e una tecnica completamente diversi da quelli usati in precedenza.
La cupola venne infatti costruita a sezioni, otto in totale, in quanto la notevole altezza rendeva tutto molto più difficile; inoltre, il diametro della cupola risultò maggiore di quello previsto dal progetto e ciò richiese ulteriore lavoro. La cupola interna e quella esterna non sono realizzate l’una a cavallo dell’altra, ma vi è uno spazio vuoto, il tutto per alleggerire il più possibile la struttura ed evitare di caricare troppo peso sulle fondamenta.
Ad ogni modo, lo spazio vuoto non è inutilizzato: infatti è stato ricavato un passaggio per giungere alla Lanterna, posta alla sommità della cupola. Essa non è stata realizzata per pura estetica, ma è funzionale in quanto serve a bilanciare e a tenere al loro posto i costoni della cupola, che altrimenti, per il troppo peso della struttura, tenderebbero a ripiegarsi su se stessi. Insomma, uno straordinario lavoro di precisione!
Per la realizzazione di quest’opera monumentale, Brunelleschi si servì di alcune sue invenzioni come la gru, utilizzata in seguito anche dal Verrocchio, quando realizzò la palla bronzea alla sommità della Lanterna.
L’interno della cupola
Se l’esterno e la realizzazione della cupola lasciavano e lasciano ancora senza fiato, l’interno è anch’esso degno di ammirazione. Il soffitto della cupola, infatti, è completamente affrescato in un ciclo pittorico che ritrae il Giudizio Universale, della grandezza di 3.600 mq e con più di 700 figure dipinte, quasi interamente realizzato dal Vasari, che si è avvalso della collaborazione di Federico Zuccari.
Ancora una volta chi commissionò l’affresco fu Cosimo de Medici, che pretendeva fosse perfetta in ogni suo aspetto e venne accontentato.
Nel realizzare questo magnifico affresco, il Vasari si è ispirato all’altro e forse più celebre Giudizio Universale: quello di Michelangelo, che affresca la cappella Sistina.
La mole di lavoro che richiese, le tecniche e gli strumenti innovativi utilizzati, hanno fatto in modo che attorno alla realizzazione di quest’opera, che si erge maestosa sulla città di Firenze, si creasse un vero e proprio mito che perdura ancora oggi.
La sua fama è tale che ogni anno milioni di turisti accorrono per vederla e il mito attorno ad essa non cesserà mai di suscitare ammirazione (anche per il legame con l’illustre famiglia dei Medici) rendendola immortale quanto loro, se non di più.
Consigli di lettura
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Lettrice vorace e scrittrice per diletto. Raramente mi interesso ad un solo argomento, mi piace scoprire nuove cose e mi piace confrontare le mie idee con quelle degli altri, cosa che spero accadrà con i miei articoli.