La violenza sulle donne nei dipinti di Degas, Frida Khalo e Artemisia Gentileschi
Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Sfortunatamente è un argomento di attualità, che lascia sgomenti e increduli, soprattutto se pensiamo che, nella maggior parte dei casi, a perpetrare gli abusi sono coloro che vivono al fianco delle vittime. L’arte si è fatta spesso portavoce di tematiche importanti e questa non fa eccezione, come testimoniano le opere seguenti.
1) Lo stupro, Edgar Degas
Il titolo di quest’opera (che Edgar Degas dipinse nel 1800) parla da solo. La scena si svolge in una stanza, in penombra. Un uomo, l’aggressore, è poggiato contro la porta e la sua espressione pare derisoria nei confronti della sua vittima, così come la postura, sicura e arrogante. Le orecchie, dalla vaga forma appuntita, ricordano quelle di un demone.
La donna, altra protagonista del quadro, gli dà le spalle seduta, la spallina dell’abito scivolata sul braccio. La sua postura è completamente l’opposto di quella dell’uomo: pare ripiegata su se stessa come a difendersi e insieme nascondersi, l’espressione del viso desolata e sconvolta.
Il titolo dell’opera era inizialmente Interieur (Interno), poi divenne noto come Le Viol, Lo stupro, appunto.
2) Unos Cuantos Piquetitos, Frida Khalo contro la violenza sulle donne
Frida Khalo lo dipinse nel 1935, dopo aver letto sul giornale di un marito che aveva accoltellato la moglie per gelosia. Al momento di difendersi l’uomo disse al giudice che aveva dato alla moglie solo “qualche piccola coltellata e nulla più”. Il titolo dell’opera simboleggia proprio questa assurda frase di difesa.
L’uomo, con ancora il coltello in mano, è in piedi accanto al letto dove la donna, nuda, eccetto che per una scarpa, è ferita e morente. Il sangue fa da cornice al quadro.
3) Susanna e i vecchioni, Artemisia Gentileschi
Non posso non citare Artemisia Gentileschi, considerata un vero baluardo della lotta contro la violenza sulle donne. Artemisia, infatti, venne stuprata e, spalleggiata dal padre, invece di subire in silenzio denunciò il suo aggressore, che venne condannato ed esiliato. La pittrice dovette comunque sposarsi contro la sua volontà per “riparare”. Tra le sue tante opere, Susanna e i vecchioni è un vero emblema.
Susanna viene sorpresa mentre fa il bagno da due conoscenti del marito, i quali la ricattano: o accetta di soddisfarli oppure si ritroverà con un’accusa di adulterio. Susanna è costretta a cedere al ricatto; in seguito il misfatto verrà svelato.
Susanna tenta di nascondersi, gli sguardi dei due uomini sono maliziosi, sgradevoli e mettono a disagio lo spettatore che si rivede in Susanna e nel suo tentativo di proteggersi.
Ad Artemisia e altre grandi artiste ho dedicato un articolo: “Le donne nelle opere d’arte“.
La violenza sulle donne oggi
Anche ai giorni nostri l’arte si fa portavoce della denuncia contro la violenza sulle donne, vediamo degli esempi!
1) Le scarpe rosse, Elina Chauvet
Nel 2012, a Milano, Elina Chauvet ha utilizzato delle scarpe rosse. L’intera città ne era piena, ogni paio di scarpe rappresentava una donna scomparsa e/o uccisa. Le scarpe erano tante… Troppe.
2) Le sagome bianche, Desx
A Roma vi è un murales, ad opera di Desx, che rappresenta 107 sagome bianche con connotati femminili ma senza particolari differenze, eccetto una targa al petto col nome, le date di nascita e morte… Ahimè, quest’opera è stata più volte deturpata dai vandali.
Dopo questo scorcio tra arte e denuncia, aggiungere qualcosa sarebbe superfluo. Mi permetto, da appassionata di cinema, di consigliarvi un film a mio avviso stupendo, forte e d’impatto, soprattutto perché ispirato a una storia vera: North Country: Storia di Josey. Alla prossima!
Consigli di lettura
Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche quello sui diritti delle donne dall’antichità ai giorni nostri.
Lettrice vorace e scrittrice per diletto. Raramente mi interesso ad un solo argomento, mi piace scoprire nuove cose e mi piace confrontare le mie idee con quelle degli altri, cosa che spero accadrà con i miei articoli.