Matematico statunitense oggi sulla soglia dei 90 anni, Tom Lehrer ha utilizzato il piano e la sua vena musicale per pungere comportamenti e incoerenze della società statunitense, tra gli anni ’60 e gli anni ’80 del secolo scorso.
Ma è stato anche attivo nel campo dell’educazione dei ragazzi, con diversi brani composti per il programma televisivo The Electric Company.
Due tra le sue più celebri citazioni:
Life is like a piano. What you get out of it depends on how you play it. You can’t be satirical and not be offensive to somebody.
I brani citati in questo post sono raccolti in una playlist di Youtube, da ascoltare per una personale celebrazione della Festa della musica.
Tom Lehrer: uno studente brillante, tra matematica e musica
A soli 19 anni, nel 1947 Lehrer completa il suo percorso universitario in matematica alla Harvard University di Cambridge, dove rimane poi per alcuni anni, fino al 1953, come graduate student.
Negli anni successivi si dedica all’insegnamento e alla ricerca matematica. Non sarà una pietra miliare nella storia della matematica, di lui si trovano citati alcuni lavori di ricerca nel campo della statistica. La sua passione è un’altra: la musica.
Un esempio? Appena arrivato da studente a Boston, in metropolitana lo colpiscono i nomi delle stazioni: Harward, Central, Kendall… Le iniziali compongono una parola che trova interessante (HCKCPW), e che gli suggeriscono un motivo musicale: The subway song.
All’insegnamento ritornerà anche dopo aver dedicato qualche anno a portare in giro per il mondo la sua satira. Carriera musicale nata quasi per caso, con l’investimento iniziale di 15$ per masterizzare in proprio i suoi brani e farli poi circolare per il campus universitario.
È il passa-parola a diffondere i suoi pezzi fuori dell’ambito di Harward. Seguiranno le prime serate, e il suo seguito aumenterà, fino ad almeno la metà degli anni ’80.
Ma nemmeno la musica scalfirà il suo senso di indipendenza da tutto e da tutti. Scapolo e senza figli, commenterà la sua condizione così: “Not guilty on both counts” (innocente per tutti e due i capi di imputazione).
La religione, il mondo accademico, l’armamento
Tre dei mille temi che toccherà Tom Lehrer con i suoi brani.
A metà degli anni ’60 il Vaticano compie la sua svolta: nelle celebrazioni liturgiche il latino viene sostituito con le lingue vive, viene data facoltà ai vescovi di “sostituire del tutto o in parte, l’astinenza [dalla carne di venerdì] con altre forme di penitenza” . Un’innovazione significativa?
Nella premessa, Lehrer osserva che eliminare il divieto di mangiare carne di venerdì risolve un’incongruenza formale della religione cattolica: prima dell’innovazione, di venerdì si poteva uccidere il proprio nemico, ma non mangiarlo.
Ed ecco come Lehrer vede la liturgia cattolica nel suo Vatican rag.
Il brano è stato interpretato anche da Martin Feldman (inizio a 1’45”, dopo un prologo parlato).
Tom Lehrer non è tenero nemmeno con il mondo accademico, e fa satira sui suoi colleghi che pubblicano lavori che non sono proprio originalissimi, ma rubacchiati qui e là.
Ecco il plagio messo a nudo in Lobachevsky:
Per essere chiari, non risulta che Lobachevsky, padre fondatore delle geometrie non euclidee, abbia plagiato altri colleghi matematici. La genesi del brano è diversa.
L’ispirazione viene da un pezzo del comico americano Dannie Kaye, presa in giro del metodo Stanislavsky, suggerito agli attori per raggiungere il successo.
Lobacevsky ha solo il difetto di essere assonante con Stanislavsky. Lehrer trasforma il suffer! di Dannie Kaye in plagiarisme, e la satira è servita.
La corsa agli armamenti? La bomba atomica è ok quando è made in US o è in mano agli amici. Una minaccia inaccettabile negli altri casi: Who’s next?
Tom Lehrer e l’educazione
Negli anni ’70 ebbe molto successo una trasmissione tv per i più piccoli: The Electric Company. Sei stagioni e 780 episodi, attori che poi faranno decisamente molta strada. Indovinate, ad esempio, chi è lo spilungone del brano The menu song (anche lei è un Oscar, comunque).
Il brano è uno dei tanti scritti da Lehrer per la trasmissione. Da non perdere anche Silent e, e N Apostrophe T.
Non solo musica
Per sua natura contro la guerra, Lehrer spese comunque due anni di vita per il servizio militare, tra il 1954 e il 1955.
Per sua stessa ammissione, diede il maggior contributo all’esercito perfezionando la preparazione dei Jello Shots, gelatina alcolica molto in voga nell’ambito universitario come metodo non liquido per andare su di giri.
Erroneamente Lehrer viene spesso citato come l’inventore dei Jello Shots. La ricetta originale risale però ad almeno un secolo prima.
E la matematica?
Nel 1987 fu chiesto a Lehrer di comporre la sigla per la trasmissione educativa Square One TV: occorreva rianimare l’interesse dei ragazzi per la matematica, sceso a livelli preoccupanti.
Nasce così il brano That’s Mathematics, che però viene accantonato dal canale tv, per timore di accuse di violazione di copyright (un canale concorrente mandava in onda il programma That’s Entertainment).
Qualche anno dopo, nel 1993, si presenta l’occasione per ripescare il brano. Il matematico inglese Andrew Wiles ha appena dimostrato la congettura di Fermat, e serve una sigla per il videotape celebrativo della dimostrazione di Wiles.
Una piccola modifica, l’aggiunta di una citazione per Wiles, e That’s Mathematics è perfetta per lo scopo.
Il brano è uno dei miei preferiti, insieme a Selling out e all’esilarante New Math: la scuola ha introdotto una nuova didattica per la matematica, che manda in crisi i genitori persino con una semplice sottrazione.
“That’s Mathematics!”, ovvero la matematica è dappertutto.
Mi chiamo Pasquale Petrosino, radici campane, da alcuni anni sulle rive del lago di Lecco, dopo aver lungamente vissuto a Ivrea.
Ho attraversato 40 anni di tecnologia informatica, da quando progettavo hardware maneggiando i primi microprocessori, la memoria si misurava in kByte, e Ethernet era una novità fresca fresca, fino alla comparsa ed esplosione di Internet.
Tre passioni: la Tecnologia, la Matematica per diletto e le mie tre donne: la piccola Luna, Orsella e Valentina.
Potete contattarmi scrivendo a: p.petrosino@inchiostrovirtuale.it