Quando ero ragazzino, le giornate sembravano non finire mai. Era come se qualcuno, con abile mano, avesse fatto un taglio preciso lungo il perimetro di quella stagione, a conti fatti breve, e l’avesse ricollocato altrove, dove lo spazio e il tempo seguono regole diverse. La “mia giornata”, mangiata in parte …