I Mondiali del Qatar 2022 saranno i primi a giocarsi d’inverno, ma il calendario della manifestazione è l’ultimo dei problemi
Quando appresi la notizia che i Mondiali del 2022 assegnati al ricchissimo Qatar si sarebbero giocati, con tutta probabilità, d’inverno, la mia reazione fu quasi di sdegno: sembrava quasi un tentativo sovversivo di alterare il naturale svolgimento degli eventi. Perché scegliere un paese dove il clima è tanto ostile da dover stravolgere il consueto (ai limiti del consuetudinario) calendario dell’evento?
La risposta a questo interrogativo mi sarebbe stata più chiara solamente qualche tempo dopo, quando tutto sommato avrei accettato quella particolare modifica all’edizione del 2022 dei Mondiali, che sarebbe potuta rimanere anche un simpatico unicum nella storia della manifestazione.
Al problema della collocazione temporale dell’evento si è aggiunta una serie di situazioni piuttosto perniciose per la Coppa del Mondo stessa. A distanza di qualche anno dal loro svolgimento, i Mondiali in Qatar rischiano di essere già passati alla storia come la più discussa Coppa del Mondo di sempre. Ma andiamo con ordine.
Nel 2014 sarebbe stato il The Sunday Times a svelare uno dei possibili motivi della scelta del Qatar come paese ospitante i Mondiali: la più vecchia delle corruzioni. Sarebbe stato proprio il giornale britannico a svelare una serie di mail e file bancari con i quali si dimostrava la campagna di corruzione dello sceicco qatariota Mohamed Bin Hammam, che alla modica cifra di cinque milioni di dollari, erogati nei modi più diversi, sarebbe riuscito ad aggiudicarsi l’assegnazione del Mondiale in questione.
Senonché la FIFA, nel novembre dello stesso anno, avrebbe dichiarato di non aver riscontrato alcuna irregolarità nell’assegnazione dei Mondiali e che le tangenti pagate da Mohamed Bin Hammam erano estranee a tale procedura. Nella pronuncia di Hans-Joachim Eckert, presidente della Camera Giudicante della Commissione etica, veniva inoltre riconosciuto che, nonostante non si fossero verificate violazioni di alcun tipo, le federazioni candidate avessero “giocato sporco”.
Espressione sinceramente di difficile interpretazione se non quella di chi placidamente sta chiudendo unobarradue occhi, soprattutto alla luce di quanto è recentemente emerso dalla relazione di Michael Garcia, ex capo investigatore della FIFA dimessosi proprio perché la sua relazione era stata edulcorata e privata di alcuni elementi assolutamente non trascurabili.
Accordiamo però la presunzione di innocenza alle parti coinvolte. I Mondiali sono ormai assegnati, come non importa; a questo punto è importante che il Qatar si faccia trovare pronto alla manifestazione. Ecco, è proprio nella preparazione che sorge il secondo profilo problematico di questi Mondiali invernali.
A partire dal Guardian, infatti, sono state numerose le denunce circa l’impiego di schiavi per la realizzazione degli stadi che ospiteranno le partite della competizione. Una situazione della quale il sempre prode Sepp Blatter si lavò bellamente le mani, nonostante fosse intervenuta anche Amnesty International.
D’altronde il problema è delle imprese che fanno costruire gli impianti, cosa c’entrerà la FIFA con gli stadi per i Mondiali di calcio? Pazienza se le denunce sono continuate, sarebbe una follia interrompere la costruzione degli stadi sul più bello! Verrebbe quasi voglia di boicottare i Mondiali in questione, non fosse che l’Italia ha già coraggiosamente boicottato quelli del prossimo anno in Russia*.
Dulcis in fundo, la forte crisi politica in Medio Oriente ha attualmente portato ad un isolamento del Qatar da parte degli altri Stati mediorientali, che lo accusano di foraggiare il terrorismo. Da qui al 2022 la situazione potrebbe anche peggiorare, chissà se con delle conseguenze sulla realizzazione pratica del Mondiale.
Allo stato delle cose, la Coppa del Mondo del 2022, ha ancora non pochi ostacoli sulla propria strada per potersi concretizzare. Ostacoli che, parlassimo di altre manifestazioni, sarebbero più che sufficienti per stroncarne il regolare svolgimento. La macchina dei Mondiali, però, non è così semplice da fermare: se neanche l’ombra di cospicue tangenti e del sangue di troppi lavoratori è riuscita a rallentarla, probabilmente non ci sono molte cose in grado di farlo.
Note a margine
* Ricordiamo che l’Italia ha perso la qualificazione ai Mondiali solamente per boicottare la Russia, in aperta protesta contro il Russiagate che tiene banco tanto negli Stati Uniti (anche loro, come l’Italia, diversamente boicottanti) quanto in Italia. Chi parla di risultato maturato sul campo e di calcio italiano in crisi racconta fake news**.
** Fake news è un termine odioso ormai totalmente abusato. Chiamatele bufale, bugie, menzogne, notizie false ma non fake news. Se siete degli inguaribili nostalgici potete chiamarle anche cazzate.
Consigli di lettura
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Avvocato e pubblicista, non giudicatemi male. Per deformazione professionale seguo qualunque fatto d’attualità. Non sono malato di sport, mi limito a scandire i periodi dell’anno in base agli eventi sportivi. Ogni tanto provo a fare il nerd, con risultati alterni.
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