La polivalenza di Wanda Nara sta giocando un ruolo chiave nel tragicomico conflitto fra Icardi e l’Inter di questi giorni
In questi giorni i rotocalchi sportivi, le riviste di gossip e le sceneggiature di sere tv degne di Netflix, stanno trovando un punto d’incontro nella tragicomica vicenda che ruota attorno a Mauro Icardi, la sua agente (nonché moglie) Wanda Nara e la fascia di capitano dell’Inter. Difficile non essere a conoscenza del fatto che il giocatore argentino abbia da poco perso proprio i gradi di capitano, in favore del compagno Samir Handanovic, a seguito di una storia che dopo qualche giorno mantiene ancora dei punti oscuri, nonostante si sia grossomodo delineata. Cercheremo di riordinare un po’ i fatti ed analizzare i possibili scenari futuri di un rapporto – quello fra Icardi e l’Inter – che solo un paio di mesi fa sembrava solidissimo.
La ricostruzione più accreditata del caso Icardi
Ad oggi, la ricostruzione più accreditata riguardo le ragioni che hanno portato questo declassamento dell’attaccante di Rosario, hanno al centro proprio la moglie Wanda Nara. In questi mesi, infatti, la donna più discussa del mondo del calcio si è lasciata andare a dichiarazioni non proprio piacevoli nei confronti di compagni di squadra del marito (non al suo livello), della società (che tutelerebbe poco il suo assistito), dell’allenatore (perché non fa i cambi per tempo) e del rinnovo contrattuale. Nessun attacco diretto, nessun apparente dissapore, ma una somma di dichiarazioni inopportune che non sono state reputate consone al suo ruolo tanto di agente quanto di moglie del capitano dell’Inter, in particolare per quel senso di spettacolarizzazione che accompagna ogni dichiarazione di Wanda Nara.
La colpa di Mauro Icardi sarebbe sostanzialmente quella di non aver preso le distanze dalle parole della moglie o di vagliarle in precedenza, creando un malumore nell’Inter ad ogni livello. Tuttavia, nella conferenza stampa di ieri, l’allenatore Luciano Spalletti (criptico come al solito) ha lasciato intendere che potrebbe esserci stato qualche altro comportamento da primadonna di Icardi ad aver spinto alla decisione. Un peccato non scrivere questo articolo domani mattina, visto che stasera Wanda Nara, nel programma televisivo nel quale è ospite, annuncia di dire la sua verità (anche se Mediaset sta valutando l’opportunità di tutto ciò). Salvo messaggi distensivi verso tutto il club, probabilmente il messaggio che la società voleva far arrivare all’agente del suo miglior attaccante – cioè quello di evitare alcune sparate pubbliche – rischia di non essere stato pienamente recepito.
Oltre a questo, sappiamo anche che né nella partita di Europa League di giovedì contro il Rapid Vienna, né in quella di stasera contro la Sampdoria, Mauro Icardi si è reso disponibile a scendere in campo: lo staff medico parla ufficialmente di infiammazione al ginocchio destro, tuttavia appare difficile credere che sia un problema così debilitante; per carità, non è da escludere che l’acciacco preesistesse, ma sicuramente non gli impediva di scendere in campo. Questa circostanza ha abbassato ulteriormente l’indice di gradimento di Icardi presso i propri tifosi, alcuni dei quali lo criticavano già da tempo in maniera onestamente esagerata e poco obiettiva.
Scarso credito che probabilmente dipende da alcuni fattori extra-campo che ad alcuni non vanno giù, come l’“aver rubato” la moglie ad un compagno (ma in realtà Wanda Nara e Maxi Lopez erano già separati, sembrerebbe dopo i tradimenti di lui) o aver avuto da ridire qualcosa, in una particolare occasione, ai tifosi della sua curva (che hanno ingigantito la questione oltremodo). Scriviamo ciò per il semplice ma non trascurabile fatto che questo fattore potrebbe essere un ulteriore ostacolo nella tortuosa strada che potrebbe ricongiungere Icardi all’Inter: un giocatore che si sente tradito da allenatore, società e probabilmente anche qualche compagno di squadra, potrebbe vedere l’ostilità dei suoi tifosi come un ulteriore elemento per cambiare aria.
Non è ancora del tutto chiaro da chi sia partito l’input di questa decisione: Spalletti ha indicato la società quale fautrice del provvedimento, tuttavia condiviso da lui stesso. Resta il dubbio, però, che possano essere stati alcuni compagni a chiedere la testa del capitano. Il timbro sembrerebbe essere quello di Beppe Marotta, nuovo dirigente interista proveniente dalla Juventus, che in questi primissimi mesi nerazzurri sta mostrando il pugno duro: oltre ad Icardi, anche Perisic e Nainggolan sono stati “bastonati” per vicende piuttosto sconvenienti. In questi casi sembra che la reprimenda abbia spento i casi legati ai giocatori in questione, mentre la strada per la riappacificazione con il bomber di Rosario sembra ancora lontana.
Come spesso accade in questi casi, il popolo sembra costretto a schierarsi dalla parte di qualcuno: o con Icardi o con l’Inter. Cercare semplicemente di analizzare la situazione non sembra essere un’opzione valida di questi tempi. Al momento sembra difficile difendere le uscite di Wanda Nara, fosse anche per il semplice fatto che la società aveva già richiesto di fare maggior attenzione alle dichiarazioni pubbliche; richiesta rimasta inascoltata. Fra i compiti di un capitano c’è quello di tenere unita la squadra ed essere un riferimento per i compagni; nel momento in cui questo non accade ed, anzi, addirittura il capitano diventa un elemento di rottura nello spogliatoio, il provvedimento preso dall’Inter appare inappuntabile, soprattutto alla luce della reazione non positiva di Icardi davanti all’accaduto.
A tal proposito bisogna però dire che è in parte comprensibile un iniziale distacco del giocatore, convinto di essere nel giusto; solo nel momento in cui metabolizzerà la decisione e avrà smaltito i primissimi giorni di rabbia e delusione si capirà meglio se saprà reagire degnamente, dimostrando di tenere alla causa interista come aveva obiettivamente fatto fino a poche settimane fa, oppure se vorrà arrivare alla rottura definitiva con la società, costringendoci ad una revisione delle sue parole ed azioni passate.
D’altro canto bisogna chiedersi se il provvedimento di togliere la fascia a Mauro Icardi fosse l’unico possibile: si era arrivati al punto in cui non era possibile fare altrimenti (come lasciato intendere da Spalletti) o si poteva cercare una via più diplomatica? In questo caso, senza conoscere tutti gli elementi nel dettaglio, è impossibile pronunciarsi. Sulla bontà di tale scelta, invece, sarà possibile parlare solo a posteriori: se la vicenda si chiuderà in modo che l’Inter non abbia un danno economico e tecnico, centrando, in particolare, gli obiettivi stagionali (soprattutto un posto per la prossima Champions League), la gestione del caso potrà dirsi promossa a pieni voti.
Diversamente, se l’Inter dovesse soffrire oltremodo la perdita del proprio bomber, crollando in classifica, e se la valutazione della punta dovesse crollare verticalmente, allora rimarrà il dubbio che forse un’altra strada sarebbe stata preferibile. Al momento sembrerebbe un po’ sbagliata la tempistica della scelta più che la scelta in sé, ma – lo ripetiamo – senza sapere se il provvedimento fosse effettivamente evitabile è difficile sbilanciarsi.
Qualcuno ha parlato anche di un altro aspetto, quella inerente la misoginia che permeerebbe la questione. Sicuramente di misoginia si può parlare, ma più nella trattazione della notizia che nella definizione della faccenda: non penso che Marotta, Spalletti o chi per loro avrebbe agito diversamente davanti ad un uomo, ma di certo si sono letti commenti (parliamo di giornali, non di tifosi beceri) intrinsecamente misogini. Il vero cortocircuito avviene dalla confusionaria polivalenza di Wanda Nara; spiegheremo meglio questo aspetto con un “gioco” che chiameremo il gioco delle tre Wande. Le tre Wande sono l’agente di Icardi, la showgirl e la moglie del capitano. Wanda Nara non vuole rinunciare a nessuna di queste tre figure e spesso questo crea confusioni. Se rinunciasse ad uno di questi tre ruoli la comunicazione si semplificherebbe, perché:
- se Wanda Nara non fosse la moglie di Icardi (lunga vita ai coniugi Icardi, per carità!) le sue parole non sarebbero così strettamente associate (anche in maniera errata, talvolta) alla volontà del giocatore, con cui condivide il tetto familiare e che ci risulta difficile immaginare non chiedere neanche per sbaglio “cara, com’è andata a lavoro oggi?”;
- se non fosse una showgirl, probabilmente non rilascerebbe dichiarazioni in programmi che hanno come scopo ultimo la polemica e non si avrebbe quel senso di spettacolarizzazione che accompagna ogni sua uscita (anche social, soprattutto social);
- se non fosse l’agente, invece, le sue dichiarazioni non avrebbero assolutamente il peso che hanno attualmente e verrebbero derubricate a mere esternazioni di un familiare chiacchierone, di cui il mondo del calcio ormai trabocca.
Riflessioni finali
Ammesso e non concesso, dunque, che Wanda Nara sia la causa principale (quando non l’unica) del provvedimento preso dall’Inter, la possibilità che la signora Icardi riveda il suo modo di comunicare nell’interesse del marito è probabilmente un punto di partenza imprescindibile per ricucire il rapporto fra club ed attaccante. Al momento questa guerra non ha nessun vincitore: l’Inter perde uno dei suoi trascinatori, uno dei pochi capace di segnare con regolarità nella rosa e rischia comunque di veder crollare il valore economico del giocatore. Dal canto suo, Icardi rischia di rimanere separato in casa, di vedersi appiccicata addosso l’etichetta di piantagrane finalmente con fondamento (visto che molte accuse passate erano ingigantite o inopportune) e, cosa da non trascurare, di veder sfumare la convocazione della Nazionale Argentina, tanto faticosamente conquistata.
Probabilmente già domattina questo articolo sarà vecchio e non avrà una serie di nuovi elementi social e televisivi fondamentali nello sviluppo della trama della serie degli Icardi’s. Una guerra, come spesso accade, che rischia di avere solo sconfitti e nessun vincitore.
Consigli di lettura
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