Moto, birra e “geografia”: ecco il mix del viaggio che vi propongo questa volta. Andiamo negli Stati Uniti, a Milwaukee, nel Wisconsin.
Situata sulle coste del lago Michigan, Milwaukee è sicuramente conosciuta per le famose fabbriche di birra, le Harley-Davidson e i Brewers, squadra di baseball di Serie A.
Piena di attrazioni storico-culturali, che la rendono la destinazione perfetta per una vacanza all’insegna della cultura, è una meta che si adatta un po’ a tutti i gusti e a tutte le età.
Il Milwaukee Art Museum è stato recentemente ampliato e la Mitchell Park Horticultural Society ospita una manifestazione annuale della stessa flora (e fauna) riprodotte nei dipinti di Georgia O’Keefe.
Coloro che sono interessati alla storia della città possono visitare la Pabst Mansion, già abitazione di uno dei re della birra più famosi della città, o anche il Milwaukee Public Museum che propone una ricostruzione della vita nella Milwaukee del passato.
Da non perdere per chi viaggia con i bambini sono il Milwaukee County Zoo e il Betty Brinn Children’s Museum.
Ovviamente la gita non sarebbe completa senza partecipare al tour della Miller Brewing Company, fabbrica della birra, ed assistere ad una partita dei Brewers a Miller Park.
Prima di partire fatevi spedire, gratuitamente, una guida cartacea a casa, direttamente dall’Ufficio del Turismo. Mica male, no?
La storia
L’area di Milwaukee originariamente era abitata dalle tribù dei Fox, Mascouten, Potawatomi e Winnebago. La città prende il nome dalla parola indiana Millioke, che significa “la buona terra” o “trovare un posto con l’acqua“. Missionari francesi e commercianti passarono attraverso l’area nel tardo XVII secolo e XVIII secolo.
Nel 1818, il francese Solomon Juneau si stabilì nell’area e, nel 1833, fondò una città sul lato est del fiume Milwaukee. Nel 1846 il centro di Juneau si fuse con due cittadine vicine per creare la città di Milwaukee: Kilbourntown ad ovest, fondata da Byron Kilbourn, e Walker’s Point a sud, fondata da George H. Walker. Juneau fu il primo sindaco della città. L’immigrazione tedesca ha contribuito ad aumentare la popolazione della città dagli anni 1840 in poi. Ai giorni d’oggi Milwaukee vanta infatti una considerevole popolazione di tedeschi americani.
Da non perdere assolutamente!
Come dicevo all’inizio, non si può dire di aver “visitato” Milwaukee se non si è fatto tappa in almeno tre posti, considerati il cuore e l’anima di questa città (e dei suoi abitanti). Ecco quali sono.
– Harley-Davidson
Le premesse per la nascita dell’Harley-Davidson si ebbero nel 1901, quando due ventenni amici d’infanzia, William Silvester Harley e Arthur Davidson, montarono nel garage di quest’ultimo, un motore da loro costruito su una bicicletta. Il motore era un monocilindrico di 116 cm³ con una corsa di 102 mm e fu un disastro per le abbondanti perdite d’olio e le forti vibrazioni scaricate sul telaio della bicicletta, non sufficientemente robusto per sopportare il peso e le vibrazioni del motore.
Senza perdersi d’animo, i due amici, aiutati dal fratello maggiore di Arthur, Walter, per due anni lavorarono allo sviluppo di un nuovo motore ed un telaio più specifico. Nel 1903 viene prodotta la prima “vera” Harley-Davidson, su un telaio da bicicletta adattato per supportare il nuovo motore monocilindrico di 405 cm³, con una corsa di 25 cm e un volano esterno di 13 kg.
La Harley-Davidson venne ufficialmente fondata il 28 agosto 1903. A questa data si può far risalire l’inizio della produzione in serie che, per il primo anno, fu di ben tre esemplari. Oggi, la Harley-Davidson Inc. costruisce e vende oltre 330.000 motociclette in tutto il mondo. Direi che di strada ne hanno fatta, in tutti i sensi!
Un tour a due ruote!
Tornando alla nostra “gita“, se siete appassionati di moto dovete per forza visitare il tempio dell’Harley-Davidson, che si trova proprio dov’è nato nel 1901, nel sobborgo di Wauwatosa. Certo, nel frattempo il garage si è un tantino ampliato, ma giusto un po’. La visita si conclude con la possibilità di salire in sella ad alcune Harley d’epoca (tranne quella di Elvis Presley).
E che dire del Museo, aperto il 12 luglio 2008? Vi sono esposte alcune moto che vi lasceranno a bocca aperta come, giusto per fare l’esempio più eclatante, quella guidata da Elvis, appunto. Permette inoltre di addentrarsi nella cultura e nello stile di vita che il marchio HD da sempre simboleggia.
Se volete arrivare preparati, nel sito ufficiale trovate tutte le informazioni necessarie.
– Birra
Milwaukee ha da tempo la reputazione di “Brew City“, ovvero “città della birra“. Complice il forte trasferimento dei tedeschi alla ricerca della “terra promessa“, ha ospitato le più grandi produzioni di birra ed è stata la casa dei quattro maggiori birrifici industriali del mondo: Schlitz, Pabst, Miller e Blatz.
I primi due hanno trasferito la produzione altrove, Blatz ha chiuso, mentre lo stabilimento Miller si trova tuttora dove è nato. Ed è possibile visitarlo dalle 10.00 alle 18.30, gratuitamente, a partire dall’impianto di imbottigliamento (da 2.000 lattine al minuto) fino al magazzino, capace di contenere più di mezzo milione di casse di birra in attesa di essere spedite.
Il birrificio Miller Brewing Co. nasce nel 1855, quando Frederick Miller porta dalla nativa Germania un ceppo speciale di lievito con cui avvia la produzione, creando le basi della tradizione birraria a Milwaukee. La produzione della Genuine Draft, la più conosciuta e richiesta, utilizza luppoli prodotti esclusivamente dalla stessa Miller.
La tecnologia usata per ottenere la qualità e la freschezza tipiche di questa birra si chiama filtrazione a freddo e viene applicata sia in fase di produzione che di fermentazione. Questo processo, ripetuto quattro volte con filtri di ceramica, elimina la necessità di pastorizzare a caldo il prodotto per garantire alla birra in bottiglia lo stesso gusto della spina, aumentando inoltre la resistenza della birra alla luce e permettendo l’utilizzo della bottiglia in vetro trasparente.
– Geografia
Nelle scuole italiane lo studio della geografia è stato, negli ultimi anni, fortemente penalizzato. Chi ricorda ancora lo studio delle capitali, prima italiane, poi europee e infine quelle “del resto del mondo“? E la celeberrima “barbabietola da zucchero”, àncora di salvataggio per tutti gli studenti durante le interrogazioni?
Milwaukee ci sorprende anche in questo: una collezione straordinaria di mappe e mappamondi è custodita nella biblioteca dell’Università. Con le sue 500.000 mappe, i 200 mappamondi, i 12.000 atlanti e le oltre 600.000 foto e immagini, la Golda Meir Library conserva l’archivio geografico più grande del mondo.
Cosa si può trovare?
La collezione raccoglie oltre un milione di oggetti della American Geographical Society, fondata per ritrovare Sir John Franklin, disperso al Polo Sud. Questi oggetti, prima custoditi a New York, furono trasferiti a Milwaukee nel 1978. Moltissimi risalgono all’epoca delle grandi esplorazioni, come un mappamondo del 1613 o mappe della Nuova Zelanda e dell’Australia, datate 1770 e disegnate dallo stesso capitano Cook durante il suo viaggio agli antipodi.
La mappa più antica risale al 1452, è una delle tre MappaMundi rimaste al mondo, disegnate dal cartografo veneziano Giovanni Leardo. Rappresenta il mondo secondo la concezione rinascimentale: Gerusalemme ne è l’epicentro e le uniche terre emerse sono Asia, Europa e Africa, circondate dal Mar Mediterraneo.
Il più grande mappamondo, invece, risale alla seconda guerra mondiale: si tratta di uno dei pochissimi “mappamondi presidenziali”, costruiti in quel periodo dall’Ufficio dei Servizi Strategici per il presidente Roosevelt e il primo ministro inglese Churchill.
Nella stanza delle “rarità” è custodito un planisfero su cui è tracciato un arco che unisce gli Stati Uniti all’Europa. Si tratta della mappa usata da Lindbergh per pianificare il suo volo da New York a Parigi nel 1927, che lo stesso pilota ha poi donato alla società.
Un’altra stanza della biblioteca è dedicata alle mappe di paesi immaginari e utopici, come Fordlandia, il paese immaginato dall’industriale Henry Ford, che progettava di fondare una città modello in sud America.
Volete conoscere le due biblioteche più antiche al mondo? Leggete questo articolo!
E per finire… l’Italia a Milwaukee
D’accordo siamo negli Stati Uniti, ma sappiamo benissimo che noi italiani non possiamo rinunciare alla nostra cucina. Ecco quindi una vera fetta d’Italia a Milwaukee: il Glorioso’s Italian Market. Si tratta di un’attività a conduzione familiare situata in Brady Street, nel cuore dell’East Side, fondata dai fratelli Joe, Ted e Eddie Glorioso nel 1946.
Attenzione: non è un ristorante, ma un vero e proprio store. C’è però la possibilità di fermarsi a mangiare, tipo tavola calda con i tavolini fuori e dentro. Fa inoltre servizio catering e piatti da asporto e, secondo le recensioni, pare sia il locale più quotato e maggiormente gradito sia dai turisti che dagli stessi americani.
Se volete saperne di più, questo è il loro sito ufficiale.
E con questo angolo di “italianità” abbiamo concluso anche questo viaggio.
Alla prossima!
Annalisa A.
Postilla: Happy Days
Pur registrata a Los Angeles, questa serie TV cult, andata in onda nel 1974 negli USA e arrivata in Italia nel 1978, è stata ambientata a Milwaukee. Per il successo e la popolarità avuti da questa situation comedy televisiva, imperniata sulle vicende della famiglia Cunningham, il 19 agosto 2008 la città ha omaggiato il personaggio di Fonzie, dedicandogli una statua in bronzo.
Il Bronze Fonz si trova al 117 East Wells Street ed è sicuramente d’obbligo una foto, se passate da quelle parti. HEY!
Giunta qui sicuramente da un mondo parallelo e da un universo temporale alternativo, in questa vita sono una grammar nazi con la sindrome della maestrina, probabilmente nella precedente ero una signorina Rottermeier. Lettrice compulsiva, mi piace mangiare bene, sono appassionata di manga, anime e serie TV e colleziono Lego.
In rete mi identifico col nick Lunedì, perché so essere pesante come il lunedì mattina, ma anche ottimista come il “primo giorno di luce”.
In Inchiostro Virtuale vi porto a spasso, scrivendo, nel mio modo un po’ irriverente, di viaggi, reali o virtuali.
Sono inoltre co-fondatrice, insieme a Jessica e Virginia, nonché responsabile della parte tecnica e grafica del blog.
Mi potete contattare direttamente scrivendo: a.ardesi@inchiostrovirtuale.it