Genova, ovvero “la repubblica che non riconosce (alcun) superiore” è la nostra seconda tappa alla scoperta delle Repubbliche marinare.
Affacciata sul Mar Ligure, la sua storia è ovviamente legata alla marineria, al commercio, ma anche agli Istituti Bancari. Nota per aver dato i natali a Cristoforo Colombo, Giuseppe Mazzini, Goffredo Mameli e Niccolò Paganini, è stata citata con gli appellativi di “La Superba“ e “La Dominante“. Genova è, inoltre, la città in cui fu composto l’Inno d’Italia.
Le origini
Il ritrovamento di un villaggio dell’età del bronzo in piazza Brignole, la palafitta del 5000 a.C. in piazza della Vittoria e la necropoli etrusca all’Acquasola hanno confermato che i primi insediamenti di Genova sorsero lungo la sponda destra del torrente Bisagno, e, secondo l’archeologo Filippo Maria Gambari, ciò proverebbe l’origine del nome della città da Genaua, termine celtico-ligure dell’età del ferro con il significato di “bocca“, proprio perché nacque come porto fluviale.
Durante il Medioevo il toponimo fu alterato in Ianua, latino per “porta di ingresso“, “passaggio” e ciò ha fatto nascere la leggenda che vuole la città prendere il nome dal dio romano Giano, protettore delle porte, perché proprio come il Giano bifronte, Genova ha due facce: una rivolta verso il mare, l’altra verso i monti che la circondano. La leggenda di Giano è ripresa da una epigrafe situata nella cattedrale di San Lorenzo sotto una testa di Giano:
Janus, primus rex Italiae de progenie gigantum, qui fundavit Genuam tempore Abrahae
(Giano, primo re dell’Italia della razza dei Giganti, il quale fondò Genova nel tempo di Abramo)
La Storia
Genova fondò la repubblica marinara nel 1096 mediante la Compagna Communis, alla base vi era un’associazione di mercanti e capitalisti. Tre anni dopo, nel 1099, il “governo” era retto da sei consules. Dal 1191 al 1256 furono nominati podestà per mettere ordine nelle contese dell’aristocrazia mercantile. Dal 1257 era invece il capitano del popolo, che continuava a nominare podestà annuali. Agli inizi del XIV secolo il comune di Genova era retto da un sindacus.
Nel 1339 Genova procedeva a una riforma amministrativa che cercava in qualche modo di imitare il sistema veneziano. Si passò così all’elezione di un doge a vita, chiamato duxe nell’idioma ligure: il primo fu Simon Boccanegra.
Dopo le pestilenze e le dominazioni straniere del Tre e Quattrocento, la città visse un secondo apogeo a seguito della riconquista dell’autogoverno per mano di Andrea Doria (1528), al punto che il secolo seguente fu definito “El siglo de los Genoveses”.
Tale definizione non era dovuta al commercio marittimo, bensì alla sua impressionante penetrazione bancaria, grazie al Banco di San Giorgio, che ne fece un’autentica potenza economica mondiale. Parecchie monarchie europee, tra cui la Spagna, furono vincolate ai prestiti dei banchieri genovesi e la sua moneta, il genovino, divenne una delle più importanti al mondo
Proprio a Genova, nel 1574, si costituì la prima Corporazione dei Pastai dotata di statuto (Capitoli dell’arte dei Fidelari). Oltre alla rivendicata paternità del pesto, della focaccia genovese e dei blue jeans, Genova lega il suo nome anche alla nascita, insieme con altre città –Torino in testa– dell’usanza dell’aperitivo.
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Cosa vedere a Genova
Paradossalmente, quando una città è così piena d’arte, storia, architettura e cultura come questa si fa fatica a raccontarla. Dare risalto a un aspetto significa, infatti, far torto ad un altro altrettanto importante.
Così è, ad esempio, per la storia: va bene il ‘500 glorioso con la Repubblica che dominava mare e mercati, ma non dimentichiamo che è stata fondamentale anche nello sviluppo dell’Italia post-unitaria. Allo stesso modo, se si citano Colombo e Mameli non si possono dimenticare Mazzini e De Andrè.
Anche il passato recente è stato ricco di soddisfazioni: nel 2004 la città è stata capitale europea della cultura e due anni dopo, nel 2006, i palazzi del centro, dove al tempo della Repubblica marinara dimoravano i nobili, sono entrati a far parte del Patrimonio Unesco. Insomma Genova ha davvero tutto: è allo stesso tempo una città d’arte e industriale pur continuando a conservare un ruolo strategico nei traffici commerciali del Mediterraneo grazie al suo porto.
Iniziamo dunque la nostra visita proprio dal simbolo principe della vita marinara genovese.
La Lanterna
L’amore dei genovesi per la Lanterna non può esser spiegato facendo riferimento soltanto alla sua pubblica utilità. Il faro di Genova, infatti, è piuttosto un totem che riassume in sé la millenaria storia della città. Secondo alcune fonti, infatti, la prima edificazione risalirebbe al 1128, anche se non vi è certezza sulla data. È però certo che, anticamente, sulla sommità della torre venivano bruciati grossi fasci di erica e ginestra, per segnalare la presenza del porto alle navi in transito.
Naturalmente, la struttura aveva anche funzione di avvistamento per scongiurare gli attacchi della pirateria, che per secoli ha infestato le acque del Mediterraneo. La forma attuale risale però al 1543 e da allora ha superato pressoché indenne guerre e calamità naturali.
Lungo 76 metri, il Faro di Genova è il più alto del Mediterraneo, nonché uno dei più antichi d’Europa tra quelli ancora in attività. Per maggiori informazioni sulla storia, gli orari, il museo e le attività collegate vi rimando al sito ufficiale.
Il Museo del Mare
E non poteva non esserci, proprio qui, il più grande Museo Marittimo del Mediterraneo, con un percorso che segue quattro età della marineria:
- l’età del remo, con le galee e l’antico arsenale;
- l’età della vela, quella dei vascelli e i successivi clipper;
- l’età del vapore, che segna l’ascesa dei piroscafi e con essa delle grandi migrazioni italiane in transatlantico;
- l’età dei gommoni e altre imbarcazioni di fortuna, mezzi delle odierne migrazioni che dal Nord Africa si dirigono verso l’Europa.
Una visita a cui si partecipa attivamente, dal momento che, tra le altre cose, è possibile:
- salire a bordo della galea ed esplorarne l’interno;
- sperimentare la vita a bordo del sommergibile Nazario Sauro;
- entrare nella Sala della Tempesta in 4D, per rivivere virtualmente l’esperienza del mare in burrasca (ma solo se non soffrite di mal di mare!).
Insomma, nel Galata Museo del Mare di Genova, “navigare nella storia” non è un modo di dire!
Cattedrale di San Lorenzo
La Cattedrale di San Lorenzo è il più importante luogo di culto della città. Per tutto il Medioevo è stato anche il fulcro della vita civile e politica, dal momento che Genova, per secoli, non ha avuto piazze e altre sedi dove esercitare il potere laico. Finanziata con i proventi delle Crociate, è una chiesa dallo stile romanico, anche se i tre portali d’ingresso portano le uniche tracce rimaste di un tentativo di trasformazione in stile gotico della chiesa, iniziato nel 1200 –circa un secolo dopo la prima edificazione– e mai portato a termine.
Tra le tante opere, merita senz’altro una menzione speciale la Cappella di San Giovanni Battista realizzata tra XIV e XV secolo e alloggiata nella navata sinistra dell’edificio. Vi sono custodite le reliquie del santo, giunte in città a seguito delle Crociate. Molto bello da vedere anche il Museo del Tesoro che si trova nei sotterranei della Cattedrale. In questi locali sono esposti numerosi capolavori di oreficeria e arte sacra per un arco temporale di quasi mille anni, dall’XI al XIX secolo.
Ascensore di Castelletto
Genova è una città in salita fatta di strade strette (i carrugi), pendii lastricati (le creuze) e palazzi costruiti in zona collinare. Da qui, agli inizi del ‘900, l’esigenza di dotare la città di una serie di ascensori pubblici a integrazione della storica funicolare Zecca-Righi. Tra questi il più famoso è senza dubbio l’ascensore Castelletto Levante, più noto come ascensore di Castelletto.
Collega Piazza Portello con il Belvedere Montaldo, vero e proprio balcone panoramico sulla città con vista a 360 gradi sull’intero centro storico. Belvedere che i genovesi chiamano “la spianata” poiché fino al 1910 qui c’era un’imponente fortezza, abbattuta per non concedere vantaggi strategici ai nemici in caso di occupazione straniera della città.
L’ascensore di Castelletto secondo me fa parte delle attrazioni imperdibili di Genova, non solo per la bellezza del paesaggio circostante, ma anche per aver conservato numerose tracce dello stile liberty di inizio XX secolo.
Cimitero monumentale di Staglieno
Il Cimitero di Staglieno – cimiteio de Stagén, in genovese – è stato costruito tra il 1844 e il 1851 in ottemperanza dell’editto napoleonico che quaranta anni prima aveva finalmente imposto il divieto di sepoltura nelle chiese e nei centri abitati. Serviva perciò un’area vasta, lontano dal centro, dove allestire un cimitero monumentale che, oltre a garantire degna sepoltura ai genovesi, raccontasse l’ascesa della borghesia cittadina.
Oltre a Giuseppe Mazzini, esponente della borghesia succitata, nel cimitero di Staglieno sono sepolti anche Ferruccio Parri, il primo presidente del Consiglio subito dopo la seconda guerra mondiale, il cantautore Fabrizio De Andrè e la scrittrice Fernanda Pivano.
La maestosità delle sue cappelle monumentali, che vanno dal gotico al liberty, passando per il bizantino e il neoclassico, fanno di questo luogo una gigantesca opera d’arte che affascinò, tra gli altri, Friedrich Nietzsche, Mark Twain ed Ernest Hemingway.
E con questo il nostro tour alla scoperta di Genova è terminato. Sono consapevole di aver citato una minima parte delle mete imperdibili di questa città. Mancano, ad esempio, il famoso Acquario, il Porto Antico, i Parchi di Nervi, solo per segnalarne alcune. Sono convinta che anche una sola di queste destinazioni valga l’intero viaggio!
Io vi aspetto alla prossima e vi do appuntamento ai piedi della Torre Pendente!
Annalisa A.
Giunta qui sicuramente da un mondo parallelo e da un universo temporale alternativo, in questa vita sono una grammar nazi con la sindrome della maestrina, probabilmente nella precedente ero una signorina Rottermeier. Lettrice compulsiva, mi piace mangiare bene, sono appassionata di manga, anime e serie TV e colleziono Lego.
In rete mi identifico col nick Lunedì, perché so essere pesante come il lunedì mattina, ma anche ottimista come il “primo giorno di luce”.
In Inchiostro Virtuale vi porto a spasso, scrivendo, nel mio modo un po’ irriverente, di viaggi, reali o virtuali.
Sono inoltre co-fondatrice, insieme a Jessica e Virginia, nonché responsabile della parte tecnica e grafica del blog.
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