Cercavo una meta interessante da proporre per un viaggio degno di Halloween, tra streghe, fantasmi, vampiri e altre entità tipiche del periodo, ed ho scoperto una vasta gamma di spettri… colorati.
Fantasmi a colori: curiosità
La prima cosa che dovete sapere è che si tratta per lo più di Dame (o Lady): Dama Bianca, Dama Grigia (ormai famosissima quella di Hogwarts), Dama Verde, Dama Blu. E ancora Dama Rossa, Nera, Rosa, Bruna. All’appello mancano solo Dama Gialla e Dama Viola e no, non sto scherzando. Chissà, forse in futuro…
Tutte donne? Ebbene sì: il femminicidio non è una novità dei nostri tempi, ma una piaga che ha accompagnato la storia fin dalle sue origini. Quasi in tutti i castelli, manieri e torri sono ambientate drammatiche storie di castellane iniziate male e finite anche peggio.
Storie di sangue, di politica o d’amore, drammi familiari, suicidi, omicidi e vendette hanno macchiato di sangue molti luoghi oggi considerati infestati e portato lutti fra mura più o meno antiche. Se poi si aggiungono anche morti premature di parto o di malattia, non è difficile comprendere perché siano così frequenti i fantasmi che vengono attribuiti a donne comuni e nobili dame.
Questi spiriti femminili appaiono e si manifestano avvolti in lunghi abiti fluttuanti, o in vapori colorati, nelle case e nei luoghi amati in vita. Qualcuna cerca giustizia, qualcun’altra ripete i gesti compiuti in vita, alcune si limitano solamente a spaventare gli “ospiti” con la loro presenza.
Le Ladies fantasma si mostrano con sembianze inequivocabilmente umane. Alcune, immortalate in fotografie, sono soltanto evanescenti figure, che di umano conservano solo le dimensioni e le forme abbozzate; altre, invece, vengono descritte come vere e proprie ombre dalle sembianze molto simili a quelle di un tempo, precise anche nell’abbigliamento, nei tratti e nel modo di muoversi.
Dama Bianca
Le Dame Bianche appartengono prevalentemente al folclore germanico, ma si trovano manifestazioni di questo tipo in molti luoghi, anche in Italia. Sono caratterizzate da sembianze femminili e da abiti di colore bianco. La forma umana può essere più o meno precisa, tanto che spesso braccia e piedi non sono visibili, ma avvolti da una pallida luminosità e, in alcuni casi, sono state descritte senza occhi né bocca. La prima testimonianza dell’uso del termine “dama bianca”, per spiriti di questo tipo, risale al XV secolo.
Si collegano spesso a donne vittime di morte violenta, ma nella cultura inglese sono associate alle Banshee: spiriti che si aggirano nei cimiteri e coi loro urli preannunciano eventi luttuosi. A seconda del luogo, le Dame Bianche possono essere considerate di cattivo augurio, oppure spiriti particolarmente legati alle famiglie a cui appartengono, alle quali si manifestano in particolari occasioni (morte del capofamiglia, matrimoni, nascite etc.).
Dama Grigia
Seconde solo alle White Ladies come frequenza di apparizione, sono figure molto evanescenti, formate da vapori di forma umana. Si possono “incontrare” in vari castelli, specialmente in Scozia, ad esempio fra le ombre che popolano il castello di Glamis, uno dei luoghi più infestati d’Europa. Una Dama Grigia si trova a Trerice Manor, in Cornovaglia, ma la più famosa negli ultimi anni è quella di Dudley Castle, sempre in Inghilterra, che è stata immortalata da una turista in una foto amatoriale nel 2014, suscitando grande interesse nel web.
In Italia le Dame Grigie sono piuttosto rare: nel castello di Trani pare ce ne sia una.
Per questo “viaggio” ho scelto però di parlarvi di altre due “dame”, di colori differenti dalle succitate: la prima si trova in Italia, l’altra in Inghilterra.
Azzurrina e il Castello di Montebello
Azzurrina non rientra a pieno titolo fra le “dame“, per il semplice fatto che morì (o “scomparve”, che per noi non fa molta differenza) a soli 5 anni, mentre giocava nel cortile del castello in cui abitava, il giorno del solstizio d’estate, 21 giugno 1375.
Come tutte le storie di fantasmi, quella di Azzurrina non è mai stata dimostrata appieno, tanto più perché per diversi secoli la leggenda venne tramandata oralmente finché, nel 1620 circa, un parroco della zona non la mise per iscritto, insieme ad altre leggende e storie popolari in una miscellanea di racconti della Valmarecchia. Il primo e unico documento che parla di Azzurrina si chiamerebbe “Mons belli et Deline” (Montebello e Adelina, N.d.A.).
Narra la leggenda che Adele o Delia (alcuni dicono anche Guendalina) fosse la figlia del feudatario del castello, tale Ugolinuccio o Uguccione di Montebello. La bimba aveva però un grave problema, per l’epoca: era albina. I suoi capelli bianchi, l’occhio chiaro e la pelle candida rischiavano purtroppo di essere considerati segni di stregoneria. La madre, per proteggerla da eventuali accuse, tentò di tingerle i capelli, utilizzando pigmenti di natura vegetale. Il capello albino tuttavia non trattiene molto il pigmento e di conseguenza da nero, quale avrebbe dovuto essere, il colore prese riflessi azzurri, in tono con i suoi occhi. Da qui nacque il suo soprannome, Azzurrina.
Azzurrina veniva sorvegliata a vista e viveva relegata fra le mura del castello, sempre per evitare le accuse di stregoneria. La bambina giocava nel Castello, in un giorno di temporale, sotto lo stretto controllo delle due guardie ingaggiate dal padre. Ad un certo punto la palla con cui stava giocando cadde dalla scala finendo all’interno della ghiacciaia sotterranea. Lei corse per recuperarla ed improvvisamente le guardie avvertirono un urlo. Si affrettarono a controllare, ma non trovarono più il corpo della bambina, né viva né morta.
Inutile dire che le due guardie vennero condannate a morte per la loro negligenza.
Ogni anno, nel giorno della sua scomparsa, che coincide col solstizio d’estate, il silenzio della notte nel castello è disturbato da pianti, suoni, rumori misteriosi. E secondo alcuni si è sentita, in più d’una occasione, una vocina infantile chiamare la mamma. I ricercatori del CICAP hanno effettuato diverse registrazioni con apparecchiature professionali, dalle quali però non risultano rumori o suoni riconducibili alla sfera sovrannaturale.
Fantasma a parte, Montebello è molto interessante anche da un punto di vista storico. Pare infatti che le sue origini risalgano all’epoca preromana. I primi abitanti di questo sito furono popolazioni celtiche e sembra esistesse un loro luogo di culto, ai piedi della rupe.
Il Castello di Montebello di Torriana
La prima costruzione in muratura, una torre a pianta quadrata ora inserita nella struttura del castello, è di epoca romana (III secolo). All’insediamento altomedievale successivo arrivò in eredità il nome latino Mons belli (Monte della guerra). Le prime notizie del castello si hanno grazie ad un documento notarile datato 24 settembre 1186, allorché il castello venne venduto da Ugolinuccio di Maltalone a Giovanni Malatesta.
I Malatesta, trovandosi al confine con il territorio dei Montefeltro, nemici storici della famiglia riminese, dotarono il castello di fortificazioni. Montebello fu tuttavia espugnato nel 1393 dai Montefeltro, con un audace colpo di mano, e solo nel 1438 Sigismondo Pandolfo Malatesta riuscì a riconquistare la fortezza.
Sigismondo Malatesta fu sconfitto a Pian della Marotta, presso Senigallia, nel 1462, per mano dell’esercito pontificio inviato da Papa Pio II (Piccolomini) e guidato da Federico da Montefeltro. In seguito alla sconfitta, Montebello divenne feudo dei conti Guidi di Bagno, tuttora proprietaria della Rocca.
Il nome Sigismondo Pandolfo Malatesta vi suona familiare? Sicuramente è perché è legato alle vicende di un altro castello della zona, di cui vi ho già raccontato: Gradara, testimone della storia di Paolo e Francesca.
Dopo il Cinquecento la fortezza subì degli interventi per adattarla a dimora nobiliare: rispetto alla struttura del 1464, i conti Guidi ne hanno ristrutturato un’intera ala. Di recente, tra il 1968 e il 1973, il castello ha subito un grande intervento di restauro per ripristinare la rocca danneggiata dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale ed è poi diventato un museo a partire dal 1989. Dallo stesso anno è aperto ai visitatori ed è inserito tra i monumenti di patrimonio nazionale italiano per il suo alto valore storico.
Se volete conoscere Azzurrina dovete recarvi a Montebello il 21 giugno, solstizio d’estate e anniversario della sua “presunta” morte. Se i fantasmi vi fanno paura, tuttavia, il castello è visitabile tutto l’anno, anche di notte muahuhahahah… Trovate tutte le informazioni nel sito ufficiale.
I fantasmi di Raynham Hall
Raynham Hall è considerata, fin dalla sua nascita, una delle più splendide ville padronali del Norfolk. L’inizio dei lavori avvenne nel 1619, ma fu fallimentare. Solo a seguito dell’accumulo sul posto di una grande quantità di pietra di Ketton nel 1621, i lavori ripartirono nel 1622, e al momento della morte di Sir Roger Townshend, nel 1637, era sostanzialmente completata (pare mancassero solo alcuni allestimenti in qualche stanza).
Sir Roger pagò profumatamente il suo capomastro, William Edge, e nel 1620 si fece accompagnare in Inghilterra (e fuori) per ventotto settimane. La villa venne costruita in uno stile completamente nuovo, abbandonando la tradizione nativa e seguendo la forma e la struttura italiane. A parte per il tetto a padiglione e i frontoni olandesi, Raynham è considerata così innovativa per il tempo che potrebbe facilmente essere scambiata per una casa costruita circa un secolo dopo.
Le scelte stilistiche di Raynham potrebbero essere state influenzate da Inigo Jones, l’architetto che per primo portò l’architettura rinascimentale in Inghilterra, piuttosto famoso al tempo.
Lady Brown
La grande fama di questa casa, però, non è dovuta ai suoi abitanti “in vita“, bensì al fantasma che da duecento anni si manifesta fra le sue mura e che, a buon diritto, si può considerare uno tra i più famosi al mondo: Lady Brown.
Secondo la leggenda, la Brown Lady di Raynham è il fantasma di Lady Dorothy Walpole, nata nel 1686, appartente ad una famiglia di grande rilievo, un casato nobiliare antico e con molti illustri membri, politici e nobili. Era infatti figlia di un membro del Parlamento e suo fratello, Sir Robert Walpole, divenne poi Primo Ministro. Sposò Charles Townshend, un uomo noto per il suo temperamento focoso. Quando Charles venne a conoscenza dell’infedeltà di sua moglie (tra l’altro risalente a prima delle nozze, N.d.A.), la punì imprigionandola nella tenuta di famiglia a Raynham Hall, appunto. Non le era permesso lasciare le sue stanze, nemmeno per vedere i suoi figli, e rimase lì fino alla sua morte, quando era ormai una donna anziana.
Nel corso dei due secoli successivi, il fantasma di Lady Townshend fu ripetutamente avvistato mentre vagava per Raynham Hall. Si può dire che, diligentemente, non abbia mai lasciato la villa, nemmeno dopo la sua morte.
Ad esempio, all’inizio del XIX secolo, re Giorgio IV la vide mentre si trovava nella sua camera. Raccontò che era in piedi accanto al suo letto con un vestito marrone, e che il suo viso era pallido e i suoi capelli arruffati. Successivamente fu “vista” nel 1835 dal colonnello Loftus, mentre era in visita alla tenuta per le vacanze di Natale.
Lady Brown continuò ad apparire a varie persone nel corso del secolo successivo. Tuttavia, l’avvistamento più notevole avvenne il 19 settembre 1936.
Due fotografi, Captain Hubert C. Provand e Indre Shira, erano a Raynham Hall per un servizio per la rivista Country Life e scattarono diverse foto. Quando svilupparono una delle lastre, scoprirono di aver catturato l’immagine di una donna spettrale, apparentemente la famosa Lady Brown, che scendeva le scale. La foto venne pubblicata su Country Life il 16 dicembre 1936.
Gli scettici sostengono che l’immagine sia un falso. L’analista fotografico Joe Nickell ha esaminato la fotografia ed ha concluso che non erano altro che due immagini sovrapposte. Ebbene sì, Photoshop esisteva già allora! Scherzi a parte, alcune tecniche fotografiche permettevano già questo genere di “manipolazione“. Mentre l’immagine di lei potrebbe essere un falso, non c’è nulla che provi che Lady Brown di Raynham non sia reale, sebbene sia stata avvistata raramente dal 1936 in poi.
Non vi resta che visitare Raynham Hall e… cercarla.
Questi sono solo due esempi di leggende che narrano di fantasmi legati a ville o castelli, ma, ovviamente, ve ne sono molti altri. Ricordate Sirmione e la Rocca Scaligera? Al di là degli spettri, comunque, questi posti meritano una visita… se non siete deboli di cuore o facilmente suggestionabili!
Io vi aspetto al prossimo viaggio!
Annalisa A.
Giunta qui sicuramente da un mondo parallelo e da un universo temporale alternativo, in questa vita sono una grammar nazi con la sindrome della maestrina, probabilmente nella precedente ero una signorina Rottermeier. Lettrice compulsiva, mi piace mangiare bene, sono appassionata di manga, anime e serie TV e colleziono Lego.
In rete mi identifico col nick Lunedì, perché so essere pesante come il lunedì mattina, ma anche ottimista come il “primo giorno di luce”.
In Inchiostro Virtuale vi porto a spasso, scrivendo, nel mio modo un po’ irriverente, di viaggi, reali o virtuali.
Sono inoltre co-fondatrice, insieme a Jessica e Virginia, nonché responsabile della parte tecnica e grafica del blog.
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