Catherina Elisabetha Koopman, astronoma

Il 17 gennaio del 1647 nasceva a Danzica Catherina Elisabetha Koopman.
Una vita dedicata all’astronomia, accanto al marito, il ben più famoso astronomo Johannes Hevelius. Molto più giovane del marito, ne completò l’opera dopo la morte di lui, per poi andarsene ad appena 46 anni nel 1693.
Portano il suo nome il cratere venusiano Corpman e l’asteroide 12625 Koopman.


Il dramma

È una calda sera d’estate del 1679 a Danzica.
Il sessantottenne astronomo Johannes Hevelius è inquieto, sente che qualcosa sta per capitare, a lui e alla sua giovane moglie Catherina Elisabetha Koopman, appena trentaduenne. Fa preparare una carrozza e si sposta nella residenza estiva, subito fuori dalle mura della città.
La carrozza fa appena in tempo a ritornare a casa e i cavalli a essere rimessi nelle stalle, che un incendio, probabilmente partito da una candela, divampa inarrestabile, divorando il complesso edificio e l’annesso osservatorio astronomico.

L’osservatorio

Si tratta in realtà di tre case di Gdańsk, un sobborgo di Danzica, addossate l’una all’altra, dal numero 33 al 35 e di cui Hevelius ha unito i tetti per costruire il proprio osservatorio astronomico, uno dei migliori e più attrezzati d’Europa: lo Stellaeburgum, il borgo delle stelle.
L’osservatorio era nato molti anni prima, quando Hevelius aveva sposato la sua vicina di casa, Katharine Rebeschke, di due anni più giovane di lui. Poi, mentre lui aveva avviato i suoi studi della volta celeste sul tetto, lei aveva gestito il birrificio di famiglia nei piani sottostanti.

È in questo osservatorio che Hevelius, che pure preferisce l’osservazione a occhio nudo, ha costruito il suo telescopio kepleriano senza tubo da 150 piedi (46 metri), il più potente dell’epoca.


Dove sorgeva lo Stellaeburgum, oggi si erge il nuovo osservatorio, moderno, interessante, su una collinetta e circondato dal verde. Sul sito dell’osservatorio la storia di Hevelius viene raccontata così.


Elisabetha Koopman incontra Hevelius

Il primo incontro avviene proprio lì, sul tetto: la piccola Elisabetha ci mette piede per la prima volta quando è ancora una bambina, subito rapita dalle meraviglie che quell’uomo, paziente e così sicuro si sé, le ha mostrato.
«Quando avrai l’età giusta – le promette l’astronomo – ti mostrerò tutte le meraviglie del cielo».

Lei lo prende in parola.
Nel 1662, pochi mesi dopo che è mancata la signora Hevelius, Elisabetha gli si presenta: ha ormai 15 anni, è grande e pronta a riscuotere la promessa. Hevelius ha 51 anni quando, l’anno successivo, la giovane e devota Elisabetha diventa la sua seconda moglie.

Un matrimonio felice

Il matrimonio gli dà nuove energie. Ha già scoperto due comete, una nel 1652 e l’altra nel 1661; ne scoprirà ancora due, nel 1672 e nel 1677. Insieme, Johannes ed Elisabetha continuano l’opera che sta impegnando Hevelius, un catalogo delle stelle visibili e della loro posizione. Quando sarà pubblicato, il Prodromus astronomiae descriverà ben 1.564 stelle.

L’aiuto di Elisabetha non è da poco: sa calcolare, maneggiare la complessa strumentazione sul tetto; conosce il latino, anche meglio del marito, e lo aiuta a mantenere i contatti con gli altri astronomi europei (Hevelius è entrato a far parte della Royal Society of London nel 1664).


Nel febbraio del 2002, due astrofili, il giapponese Kaoru Ikeya e il cinese Daqing Zhang avvistarono pressoché in contemporanea una cometa, registrata appunto con il nome di 153P/Ikeya-Zhang.
La cometa si è avvicinata al sole, gli ha ruotato intorno e ha proseguito, passando a soli 60 milioni di chilometri dalla Terra. Dalle osservazioni effettuate è stata ricavata una stima del periodo orbitale della cometa che porterebbe a concludere che si tratti della cometa avvistata da Hevelius nel 1661.

Una cometa è di passaggio anche in questi giorni. Avvistata nel dicembre scorso, Comet 2022 E3 (ZTF), dovrebbe essere meglio visibile, anche ad occhio nudo, tra fine gennaio e inizi di febbraio, molto presto al mattino, prima che il cielo si rischiari.

Il Sole24ore ci dice che:

 Dal 17 gennaio 2023 – continuano gli esperti – la declinazione della Ztf sarà talmente elevata che diventerà circumpolare per le latitudini italiane, quindi sarà sempre visibile in cielo durante la notte e resterà tale fino al 5 febbraio”.

Sul sito della NASA un’istantanea della cometa alla vigilia di Natale.
Le stime sul periodo orbitale della cometa dicono che la cometa si avvicinerà alla Terra fino a 42 milioni di chilometri, che è già passata intorno a 50.000 anni fa e che potrebbe anche non fare ulteriori passaggi. Chi vivrà vedrà.


La missione di Elisabetha Koopman

Torniamo ai nostri tre edifici che bruciano. Le fiamme, inarrestabili, divorano rapidamente il tetto e gli strumenti preziosissimi dei coniugi Hevelius.
È il 16 settembre del 1679. Hevelius ha ormai 68 anni e non si riavrà mai da questa sventura. Elisabetha l’aiuta a cominciare la ricostruzione degli strumenti, ma lo Stellaeburgum non tornerà più quello di prima.
Nel 1687 Hevelius se ne va a 76 anni. Elisabetha completa il Prodromus astronomiae e lo pubblica nel 1690. Sopravviverà tre anni ancora: nel 1693, a soli 46 anni, ritorna al fianco del suo Hevelius, sepolta nella stessa tomba.


In queste pagine avevo già ricordato, ormai diversi anni fa, un’altra astronoma, Nicole Lepaute. Anche lei un po’ meno nota del partner con cui aveva diviso passione, lavoro e risultati.

Immagine da Wikipedia.

Scritto da:

Pasquale

Mi chiamo Pasquale Petrosino, radici campane, da alcuni anni sulle rive del lago di Lecco, dopo aver lungamente vissuto a Ivrea.
Ho attraversato 40 anni di tecnologia informatica, da quando progettavo hardware maneggiando i primi microprocessori, la memoria si misurava in kByte, e Ethernet era una novità fresca fresca, fino alla comparsa ed esplosione di Internet.
Tre passioni: la Tecnologia, la Matematica per diletto e le mie tre donne: la piccola Luna, Orsella e Valentina.
Potete contattarmi scrivendo a: p.petrosino@inchiostrovirtuale.it