Alla luce della superficie che occupa, pari a 0,44 chilometri quadrati, e del numero dei cittadini residenti, il Vaticano detiene due primati mondiali: è lo stato più piccolo (seguito dal principato di Monaco e da Nauru, in Oceania) e il meno popoloso del pianeta.
Artisticamente parlando, però, è uno dei più ricchi. Ecco perché l’ho scelto come meta del nostro viaggio.
La fine del Regno Pontificio
Tutti voi avrete sicuramente studiato il Regno Pontificio che, per circa un millennio si era esteso su buona parte dell’Italia centrale, costituendo la base territoriale del potere temporale dei papi. Quel territorio fu annesso al Regno d’Italia il 20 settembre 1870, quando i bersaglieri penetrarono in Roma attraverso la breccia di Porta Pia, astenendosi dall’occupare militarmente il solo rione Borgo. Il territorio lasciato al Pontefice si restrinse ulteriormente nei giorni successivi alla sola cerchia delle mura leonine.
Col Regio Decreto del 9 ottobre 1870 n. 5903 Roma fu proclamata capitale d’Italia e fu, di fatto, cancellato lo Stato Pontificio ed il potere temporale dei papi. Pio IX, sovrano spodestato militarmente, non dette né adesione né consenso all’occupazione italiana, e nemmeno alla legge delle Guarentigie, che fu proclamata unilateralmente dallo Stato occupante, nell’intento di mantenere e garantire l’indipendenza spirituale del Papa e la prosecuzione della sua missione religiosa. Egli si considerò prigioniero in Vaticano e non ne uscì mai più, pur continuando a esercitare il pontificato.
La “Questione Romana” si protrasse fino al 1929.
La nascita dello Stato del Vaticano
Il riconoscimento del nuovo Stato da parte del governo italiano avvenne solo l’11 febbraio del 1929 con la firma dei Patti Lateranensi, così chiamati perché sottoscritti da Benito Mussolini e papa Pio XI nella Sala dei Papi del palazzo di San Giovanni in Laterano. Quattro mesi dopo, precisamente il 3 giugno, lo stesso Pontefice emanò la legge fondamentale della Città del Vaticano, che disegnava la forma di governo del nuovo Stato, insieme ad altre cinque leggi su aspetti legati alla cittadinanza, alla pubblica sicurezza e all’ordinamento amministrativo ed economico.
Esattamente 80 anni fa dunque, si delineò una “monarchia assoluta elettiva“, di natura teocratica, i cui principali compiti di governo erano attribuiti al cardinale Segretario di Stato. Ad eleggere il Papa era il collegio cardinalizio, riunito in conclave.
Il primo dei 21 articoli del testo recita infatti:
Il Sommo Pontefice, Sovrano dello Stato della Città del Vaticano, ha la pienezza dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario.
Furono inoltre definiti anche i simboli nazionali:
- la bandiera, costituita da un “drappo partito di giallo e bianco, col bianco caricato al centro delle Chiavi incrociate (decussate) sormontate del Triregno“;
- l’inno nazionale, indicato come “Inno e Marcia Pontificale“, composto da Charles Gounod.
Tra gli aspetti cruciali affrontati nelle altre leggi quello della cittadinanza, spettante “ai cardinali residenti in Vaticano e a Roma, ai residenti stabili in Vaticano per ragioni di carica, dignità o impiego e a coloro cui sia concesso dal Pontefice, coniugi e figli di cittadini“, e della proprietà, non riconosciuta in quanto tutti gli immobili appartengono alla Santa Sede.
Nel 2001 la legge fondamentale venne modificata da Giovanni Paolo II che, tra le altre cose, cancellò definitivamente la pena di morte (prevista solo in caso di tentato omicidio del Papa), mai applicata dopo il 1929 ed abolita da Paolo VI nel 1967.
Cosa vedere
Pur così piccolo, possiamo dire che il Vaticano è uno scrigno di tesori dall’incalcolabile valore storico, artistico e culturale. Non a caso è l’unico Stato al mondo a essere stato dichiarato per intero patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, unitamente alle altre proprietà extraterritoriali della Santa Sede nel centro storico di Roma.
Iniziamo dunque parlando del luogo che meglio “racchiude” questi tesori: la Biblioteca.
La Biblioteca apostolica vaticana
La Santa Sede ha organizzato e curato all’interno della Città del Vaticano, precisamente nel Palazzo Apostolico, la Biblioteca apostolica vaticana, messa “a disposizione degli studiosi, nelle diverse fasi della consultazione, della lettura, del riscontro e della sintesi conclusiva”.
Questa biblioteca, pensata da papa Niccolò V, ma fondata da papa Sisto IV il 15 giugno 1475, possiede una delle raccolte di testi antichi e rari più importanti del mondo, tra cui il Codex Vaticanus, oltre che libri risalenti al I secolo d.C. Oggi contiene circa un milione e seicentomila libri a stampa, antichi e moderni, e circa cinquecentomila fondi tra incunaboli, codici manoscritti, monete, medaglie e oggetti d’arte.
Purtroppo l’accesso alla Biblioteca è consentito unicamente a docenti e ricercatori universitari (lo so, sarebbe stato troppo bello, altrimenti!). Dal 1985 esiste però un catalogo informatico consultabile in linea dei volumi a stampa moderni.
Amate, come me, le Biblioteche? Scoprite le più antiche al mondo in questo articolo!
Piazza San Pietro
Il monumento più famoso del Vaticano è sicuramente la Basilica di San Pietro, coronata dalla Cupola di Michelangelo, che si impone sulla grandissima Piazza San Pietro racchiusa nel mirabile Colonnato del Bernini.
Questo esempio di architettura ed urbanistica barocca, dedicata all’omonimo santo, è formata da due parti: la prima a forma di trapezio rovesciato, il cui lato maggiore corrisponde alla facciata con specifiche motivazioni prospettiche (ossia annullare la grande distanza tra la Piazza e la Basilica) e la seconda, più grande, di forma ovale con l’obelisco Egiziano al centro.
I due grandi spazi sono unificati da un imponente colonnato architravato: 4 file con un totale di 284 colonne e 88 pilastri, sormontato da 140 statue. Nella situazione attuale, davanti alla piazza vera e propria troviamo un altro spazio che funge da vestibolo (Piazza Rusticucci, oggi piazza Pio XII) e su cui sbocca in asse, la novecentesca Via della Conciliazione.
Se volete saperne di più, Serena ci ha parlato di Michelangelo e di Bernini.
Ci sono alcune curiosità che non tutti sanno su questa Piazza.
1. Prima era un Circo!
La Basilica e la piazza antistante si trovano proprio dove, ai tempi dell’Impero, sorgeva il famoso Circo di Nerone: un impianto per spettacoli lungo più di mezzo chilometro. I lavori per il circo furono iniziati dall’imperatore Caligola, e poi terminati da Nerone, e per anni vi si tennero corse di bighe, spettacoli di circo e molte esecuzioni di cristiani, giustiziati per il divertimento dell’imperatore.
Verso la metà del secondo secolo il circo fu abbandonato, e l’area fu assegnata in concessione ai privati per la costruzioni di tombe, perché vicina ad una necropoli. Proprio in questa zona pare fosse stato sepolto San Pietro, giustiziato nel circo di Nerone, e proprio qui l’imperatore Costantino fece innalzare la prima basilica, finita di costruire nel 333.
2. Il quartiere Borgo
Ora siamo abituati ad ammirare la maestosità di San Pietro già da Castel Sant’Angelo, percorrendo con lo sguardo via della Conciliazione, ma un tempo non era così: al posto di quest’ultima fino ai primi anni ’30, vi erano molti palazzi del quartiere di Borgo, la famosa “Spina”, proprio perché si incuneava fino al limitare di Piazza San Pietro.
Dopo i Patti Lateranensi, nel 1929, si decise di abbattere la Spina di Borgo e costruire l’imponente via, creando il magnifico spettacolo che oggi conosciamo. Non doveva essere male neppure un tempo, quando, uscendo dal dedalo di viuzze, ci si trovava di fronte la Piazza in tutta la sua maestosità.
3. La prospettiva del Colonnato
Terminato nel 1667, il colonnato è lungo ben 320 metri ed è sormontato da 140 statue. In pratica un labirinto di gigantesche colonne, ma con una particolarità: se vi fermate sulla piccola mattonella situata vicino all’obelisco al centro della Piazza, e vi guardate intorno, scoprirete che le quattro file di colonne improvvisamente diventano una. Questo grazie ad un geniale effetto ottico creato dall’aumento graduale del diametro delle colonne stesse, idea del Bernini!
4. L’Obelisco
È sicuramente uno dei più famosi del mondo. Fu trasportato ai tempi di Caligola, proveniente da Heliopolis in Egitto, che lo mise al centro del suo circo. Per evitare che si spezzasse durante il viaggio, lo fece trasportare a Roma su una nave carica di lenticchie.
L’obelisco fu posizionato al centro della piazza, dove si trova oggi, da Domenico Fontana nel 1586, per ordine di Papa Sisto V. Anche questa traslazione non fu così facile. Venne costruita un’imponente impalcatura, dalla quale venivano date indicazioni agli operai con trombe e tamburi: in tutta la piazza venne imposto il totale silenzio, per non disturbare i lavori, ed i trasgressori sarebbero stati puniti molto duramente.
Durante le fasi finali del riposizionamento, però, le corde che sostenevano l’obelisco cominciarono a cedere per l’eccessivo surriscaldamento. Se ne accorse un uomo presente nella piazza che, a costo di incorrere in una pesantissima punizione, cominciò ad urlare “acqua alle funi”, salvando la situazione. Ah, se ve lo state chiedendo… non venne punito!
5. La palla sul Cupolone
Non essendo più visitabile, per motivi di sicurezza, pochi conoscono la sua natura (e funzione). Si tratta di una sfera vuota all’interno, fatta in bronzo e rivestita in oro, e non è poi così piccola come sembra, in quanto possono entrarci fino a 20 persone. Nella copertura di bronzo sono state ricavate delle fessure ed il panorama sicuramente è uno dei più belli del mondo.
Nel 1847 Gregorio XVI offrì un rinfresco per lo zar Nicola. L’ultimo papa a salirci fu Pio IX nel 1847, la sera della vigilia della festa di San Pietro.
Visitare Città del Vaticano non richiede molta strada da percorrere, a differenza di altre mete che vi ho proposto. Sicuramente richiede del tempo, per ammirare tutto il patrimonio artistico che racchiude. Che siate credenti o meno, va vista almeno una volta nella vita!
Io vi aspetto al prossimo viaggio!
Annalisa A.
Giunta qui sicuramente da un mondo parallelo e da un universo temporale alternativo, in questa vita sono una grammar nazi con la sindrome della maestrina, probabilmente nella precedente ero una signorina Rottermeier. Lettrice compulsiva, mi piace mangiare bene, sono appassionata di manga, anime e serie TV e colleziono Lego.
In rete mi identifico col nick Lunedì, perché so essere pesante come il lunedì mattina, ma anche ottimista come il “primo giorno di luce”.
In Inchiostro Virtuale vi porto a spasso, scrivendo, nel mio modo un po’ irriverente, di viaggi, reali o virtuali.
Sono inoltre co-fondatrice, insieme a Jessica e Virginia, nonché responsabile della parte tecnica e grafica del blog.
Mi potete contattare direttamente scrivendo: a.ardesi@inchiostrovirtuale.it