A settembre si torna a scuola, ormai è un appuntamento che tutti ben conosciamo. Non a caso l’anno scorso gli Inchiostrati hanno dedicato il topic del mese a questo momento dell’anno, che è cruciale per adulti e bambini. Essendo un tipo nostalgico non ho resistito ed ho deciso di tornare sull’argomento, quindi vi parlerò di… istituzioni scolastiche, per la precisione delle antiche università.
Sapevate, ad esempio, che nell’elenco, tra le prime cinque, ben tre sono italiane e, di queste tre, due sono al primo e secondo posto? Scopriamole meglio.
Antiche Università… in Italia
Gli italiani tendono sempre a sminuirsi, soprattutto per quanto riguarda la cultura, ma se sapessero che il Belpaese detiene uno dei primati più invidiati al mondo, forse si ricrederebbero. Forse.
Il concetto di Università è nato attorno alla facoltà di Giurisprudenza di Bologna, nel 1088, tanto che questa università si fregia del motto “Alma mater studiorum“, che vuol dire significa “Madre prolifica delle università“.
Bologna sperimentò il primo insegnamento libero, vale a dire completamente indipendente dall’autorizzazione statale e dal controllo del potere pubblico e religioso, creando un nuovo sistema che si è imposto come standard dapprima in Europa e poi, gradualmente, nel mondo.
Fin dalla sua fondazione, di fatto, l’Università era auto-governata da professori e studenti. La nuova metodica didattica, precorrendo i tempi, s’imperniava su molteplici facoltà e non più limitata ad insegnamenti afferenti alla teologia o alle buone maniere. Tra le varie novità, l’ateneo introdusse le facoltà laiche e aperte a tutti i cittadini, sia che fossero bolognesi, forestieri o stranieri e non più, solamente, ad aristocratici o ecclesiastici.
Nonostante ciò, sorpresa delle sorprese, Bologna non si può comunque fregiare del titolo di “più antica“, classificandosi solo al secondo posto. Tranquilli, tale titolo appartiene comunque ad un’università italiana: quella di Parma.
Università di Parma
All’uso dei Greci ancora Parma viene chiamata Crisopoli, che in latino significa città d’oro; come a dire che primeggia nella grammatica e che in essa sono coltivate con passione tutte e sette le arti.
Donizone, in “Vita Mathildis” (1115)
Parma, colonia romana a partire dal 183 a.C., ha sempre rivestito importanza politica grazie alla posizione geografica centrale, divenendo ben presto un punto di scambio economico e socio-culturale. Non è dunque un caso se già nell’alto medioevo nascevano in città scuole di arti liberali, con una propensione all’approfondimento della cultura giuridica. Nel 962, la concessione dell’imperatore Ottone I al vescovo Uberto della “potestatem eligendi sive ordinandi sibi notarios” (diploma conservato nell’archivio vescovile) consentì, di fatto, l’istituzionalizzazione di scuole pubbliche superiori di diritto e segna, sul calendario, la nascita ufficiale dell’Università parmense.
Ma è a partire dal secolo XI, quando vi affluirono allievi dall’Italia e d’Oltralpe, che l’Università divenne conosciuta in tutta Europa. Lamberto il Seniore, venuto dalla Diocesi di Liegi a completare i suoi studi presso Drogone di Parma e successivamente Sinibaldo Fieschi il futuro Innocenzo IV e Simone de Brion il futuro Martino IV, furono tra i primi illustri allievi. D’altra parte non pochi maestri partivano da Parma per insegnare nelle Università italiane ed europee: tra loro, Giovanni Buralli che divenne, col nome di Fra’ Giovanni da Parma, uno dei più insigni Professori dell’Università di Parigi.
La presenza di Francesco Petrarca, che iscrisse allo Studium il figlio Giovanni sotto la guida del giurista Gabrio Zaninoni, dimostra anche la qualificazione culturale della città, costante meta di intellettuali. Nonostante alterne vicende causate dalla successione tra Visconti e D’Este, nella prima metà del secolo XV la rielaborazione degli statuti dei collegi dottorali e studenteschi e la regolare redazione delle matricole, dimostrano che l’istituzione era in piena attività. In quel periodo tennero cattedra di diritto illustri docenti e fra tutti il canonista Niccolò de Tedeschi (detto “Abbas Panormitanus”). A Parma intanto operavano umanisti quali Beroaldo, Ugoleto, Grapaldo, e artisti come il Correggio e il Parmigianino. Si affermò, tra le altre, anche l’arte tipografica.
Dopo il 1500
La dinastia dei Borbone, succeduta nel 1748 all’estinta casa Farnese e ad un breve interregno austriaco, non solo proseguì la politica culturale dei predecessori, ma attraverso l’emanazione delle “Costituzioni per i nuovi regi studi” (1768) diede compiuto regolamento a tutto il settore dell’istruzione, dalle scuole primarie all’università. Fondò inoltre la Biblioteca Palatina, il Museo d’Antichità, l’Orto Botanico, l’Osservatorio Metereologico, l’Accademia di Belle Arti. L’Ateneo viene dotato di gabinetti di fisica, di teatri di anatomia, di una Scuola di Veterinaria.
Il governo illuminato della duchessa Maria Luigia d’Austria (1816) aggiunse agli istituti esistenti quelli di Chimica farmaceutica e di Ostetricia, potenziando la scuola di Veterinaria. Nell’Ateneo hanno insegnato il filologo Mazza, l’orientalista De Rossi, il medico Rubini, il fisico Melloni, il letterato Giordani, il fisiologo Tommasini ed altri ancora.
Ai giorni nostri questo Ateneo è fortemente orientato all’Internazionalizzazione, tanto che è stato fra i tre insigniti dall’Unione europea nel 2009 del marchio ECTS (European Credits Transfer System), per la trasparenza e la responsabilità negli scambi accademici internazionali. Il marchio è stato riconfermato all’Ateneo per il quadriennio 2013-2016.
Se siete curiosi e volete saperne di più, consultate il sito ufficiale: www.unipr.it
Università di Bologna
Non sarà quella più antica, ma di certo vanta una qualifica unica ed innovativa: Bologna fu la prima università del mondo ad essere “statale”. Venne fondata infatti nel 1088 dallo stato stesso.
Sin dai primi secoli gli studenti, per compensare i docenti, iniziarono a raccogliere denaro (collectio), che nei primi tempi venne dato come offerta perché la scienza, dono di Dio, non poteva essere venduta. A poco a poco la donazione si trasformò in salario vero e proprio. In ogni caso non sempre gli studenti partecipavano alla collectio, e il Comune dovette intervenire per assicurare la continuità degli studi.
I primi studiosi di cui si ha documentazione sono Pepone e Irnerio, quest’ultimo definito dai posteri “lucerna iuris“. Con la consulenza di quattro doctores ritenuti suoi allievi, dimostrarono che l’unica Legge è quella romana, affidata all’Impero. Come conseguenza Federico I Barbarossa nel 1158 promulgò una Constitutio Habita con la quale stabilì che ogni scuola si sarebbe costituita come una societas di socii (allievi) presieduta da un maestro (dominus), ricompensato con le quote pagategli dagli studenti. L’università divenne, per legge, il luogo in cui la ricerca si sviluppava liberamente, indipendentemente da ogni altro potere.
Gli Ospiti illustri
Dal XIV secolo alle scuole dei giuristi si affiancarono quelle dei cosiddetti “artisti”, studiosi di medicina, filosofia, aritmetica, astronomia, logica, retorica e grammatica. Dal 1364 venne istituito anche l’insegnamento di teologia. A Bologna trascorsero periodi di studio Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Guido Guinizelli, Cino da Pistoia, Cecco d’Ascoli, Re Enzo, Salimbene da Parma e Coluccio Salutati.
Nel XV secolo si costituirono insegnamenti di greco e di ebraico, e nel XVI secolo quelli di scienza sperimentale. Una figura rappresentativa di questo periodo fu Ulisse Aldrovandi che estese il suo contributo alla farmacopea, allo studio degli animali, dei fossili e di varie meraviglie di natura che raccolse e classificò. Nel XVI secolo Gaspare Tagliacozzi tenne i primi studi di chirurgia plastica. Il periodo aureo della medicina bolognese coincise con l’insegnamento di Marcello Malpighi nel XVII secolo, che ricorse al microscopio per le ricerche anatomiche.
La fama dello Studium si diffuse in tutta Europa, già dal Medioevo, e divenne meta di ospiti illustri come Thomas Becket, Pico della Mirandola e Leon Battista Alberti, che vi studiarono diritto canonico. Nel 1506 fu la volta di Erasmo da Rotterdam. Negli stessi anni terminava il proprio triennio di studi a Bologna Niccolò Copernico, che studiava diritto pontificio, ma nel contempo iniziava le proprie osservazioni astronomiche e nel “De revolutionibus orbium coelestium” ricorda una osservazione fatta a Bologna la notte del 9 marzo 1497. Poi ancora Paracelso, Abrecht Dürer, San Carlo Borromeo, Torquato Tasso, Carlo Goldoni.
L’Università di Bologna ammise le donne all’insegnamento sin dal XII secolo: leggenda vuole che una certa Bettisia Gozzadini tenesse lezioni nello Studium, ma anche nelle piazze. Tra le più celebri citiamo Laura Bassi: nel 1732 ebbe la cattedra di filosofia e nel 1776 quella di fisica sperimentale, e si occupò di logica, metafisica, filosofia, chimica, idraulica, matematica, meccanica, algebra, geometria, lingue antiche e moderne.
Nel XVIII secolo, l’Università promosse lo sviluppo scientifico e tecnologico. A questo periodo risalgono gli studi Luigi Galvani che, con Alessandro Volta, Benjamin Franklin e Henry Cavendish, è uno dei fondatori dell’elettrotecnica moderna.
Il periodo successivo alla nascita dello stato unitario italiano fu un’epoca di grande rilancio, in cui spiccarono le figure di Giovanni Capellini, Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, Augusto Righi, Federigo Enriques, Giacomo Ciamician, Augusto Murri.
Se siete curiosi e volete saperne di più, consultate il sito ufficiale: www.unibo.it
La Biblioteca e il suo tesoro
La Biblioteca Universitaria di Bologna conserva il più antico rotolo esistente del Pentateuco in ebraico. Il documento, contenente il testo della Torah, risale a un periodo compreso tra il 1155 e il 1225.
Il documento reca la segnatura “Rotulo 2“, è di morbida pelle di vitello, lungo 36 metri e alto 64 centimetri. Contiene il testo completo della Torah in ebraico (ovvero Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio) ed era stato precedentemente catalogato come “probabilmente” risalente al XVII secolo.
Nel 2013 il professor Mauro Perani ha invece stabilito che il “Rotulo 2”, è stato vergato in un periodo compreso tra la fine del XII secolo e l’inizio del XIII e risulta essere, dunque, il più antico rotolo ebraico completo della Torah oggi conosciuto: un esemplare d’immenso valore, la cui importanza per gli studiosi è evidente anche a un pubblico non specializzato.
Volete scoprire le due Biblioteche più antiche al mondo? Leggete questo articolo. Una delle due è… italiana!
Antiche Università… in Europa: Oxford
Il nome assolutamente non vi sarà nuovo, questa è una delle più vecchie università del mondo, la prima inglese soprattutto, nonché una delle più prestigiose d’Europa e del mondo insieme a quella di Cambridge.
La data di fondazione dell’università è incerta e potrebbe essere avvenuta a più riprese in diverse occasioni, ma esistono prove della presenza di un centro di studio e insegnamento almeno a partire dal 1096. Quando Enrico II d’Inghilterra, nel 1167, proibì agli studenti inglesi di studiare all’Università di Parigi, indusse molti eruditi inglesi a tornare in patria, facendo così crescere Oxford molto rapidamente.
Dal 1200 alcuni benefattori privati iniziarono a fondare college per gli studenti, che si autogestivano. Tra i primi a cavalcare questo filone vi furono Guglielmo di Durham, che nel 1249 fondò lo University College, e John Balliol, cui venne dedicato l’odierno Balliol College. Un altro benefattore, Walter de Merton, fissò una serie di regole e norme da rispettare nelle comunità di college, pertanto il Merton College divenne d’esempio per gli insediamenti simili a Oxford.
Il pensiero rinascimentale trovò terreno fertile in questo Ateneo sin dalla fine del XV secolo. Tra i docenti di questo periodo, particolarmente degni di nota sono William Grocyn, che contribuì alla grande riscoperta della lingua greca in quegli anni, e John Colet, noto per i suoi studi biblici.
Nel 1636, il Cancelliere William Laud, arcivescovo di Canterbury, codificò per la prima volta gli statuti dell’università, cosa che diede un forte impulso allo sviluppo della stampa universitaria.
Durante l’Ottocento, l’Ateneo conobbe la nascita del movimento di Oxford (1833–1845), che trovò in John Henry Newman uno dei maggiori esponenti. Fu un periodo di grandi riforme: venne sostituito l’esame orale d’ammissione con una prova scritta, le discipline scientifiche incominciarono ad assumere un rilievo sempre maggiore, vi era più tolleranza e vennero addirittura fondati quattro college femminili.
Allievi illustri
La tradizione filosofica di Oxford ebbe inizio nel Medioevo, con Robert Grosseteste e Guglielmo di Ockham. Quest’ultimo, in particolare, è noto per il suo canone metodico di semplificazione, il cosiddetto “rasoio di Occam”. Anche Thomas Hobbes, Jeremy Bentham e l’empirista John Locke si laurearono qui a pieni voti.
L’elenco dei grandi maestri dell’università di Oxford include molte personalità politiche oltre che insigni studiosi di letteratura, scienze, e medicina. Non sto ad elencarvi i nomi degli allievi illustri, che è davvero molto lungo, ma due numeri per meglio capirne la portata:
- 27 primi ministri inglesi
- 30 altri eminenti politici, tra capi di Stato e di Governo
- 27 premi Nobel
- 12 santi
- 20 arcivescovi di Canterbury
Il patrimonio architettonico dell’Università è vastissimo: tra le strutture più suggestive ed iconiche, vi sono la Radcliffe Camera, lo Sheldonian Theatre, usato per concerti, spettacoli, e cerimonie ufficiali, e le Examination Schools, dove hanno luogo gli esami ed alcune lectio magistralis.
Una menzione speciale merita l’Orto botanico, il più antico giardino botanico della Gran Bretagna. Nato nel 1621 per la coltivazione delle piante medicinali, l’Orto si estende su una superficie di 1,8 ettari e contiene oltre 8.000 specie vegetali, costituenti il 90% delle famiglie di piante superiori.
Se siete curiosi e volete saperne di più, consultate il sito ufficiale: www.ox.ac.uk
Quarto e quinto posto!
Dopo le prime tre, due righe comunque meritano anche gli Atenei “classificati” appena sotto il podio.
Università di Parigi
La prima università di Parigi fu costruita nel 1170 circa. Venne riconosciuta dal Re Filippo II di Francia e nel 1200 dal Papa Innocenzo III. Questa università ha una storia un po’ particolare: fu infatti soppressa nel 1793 a seguito della rivoluzione francese, ma nel 1896 venne rifondata.
Università di Modena
L’università di Modena e Reggio Emilia è un’università statale italiana fondata nel 1175. Anch’essa, come quella parigina non ebbe una storia felice. A causa dei problemi politici che ci furono in quel periodo l’università fu messa un po’ da parte, ma nel 1682 finalmente fu rifondata ed è stata quindi dichiarata la quinta università più antica d’Europa.
E con questa breve, ma interessante, scoperta sul valore della cultura italiana, non mi resta che dirvi: “Tiriamocela un po’!”
Al prossimo viaggio!
Annalisa A.
Giunta qui sicuramente da un mondo parallelo e da un universo temporale alternativo, in questa vita sono una grammar nazi con la sindrome della maestrina, probabilmente nella precedente ero una signorina Rottermeier. Lettrice compulsiva, mi piace mangiare bene, sono appassionata di manga, anime e serie TV e colleziono Lego.
In rete mi identifico col nick Lunedì, perché so essere pesante come il lunedì mattina, ma anche ottimista come il “primo giorno di luce”.
In Inchiostro Virtuale vi porto a spasso, scrivendo, nel mio modo un po’ irriverente, di viaggi, reali o virtuali.
Sono inoltre co-fondatrice, insieme a Jessica e Virginia, nonché responsabile della parte tecnica e grafica del blog.
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