Che cosa è l’esercito di terracotta in Cina? Perché è famoso e importante in tutto il mondo? Scopriamolo in questo articolo!
I reperti storici ci permettono di toccare con mano il passato, rivivendo epoche ormai perdute. Questi vengono spesso scoperti in maniera casuale e del tutto inaspettata, rendendo il ritrovamento ancora più eccezionale. È il caso, ad esempio, dell’esercito di terracotta in Cina.
Per capire l’importanza di questo “esercito”, basti pensare che l’ex presidente francese Jacques Chirac lo definì “l’ottava meraviglia del mondo”. Dal 1987, inoltre, è Patrimonio dell’umanità dell’Unesco
Ma cos’ha di tanto speciale l’esercito di terracotta? Per quale motivo il suo ritrovamento è ancora oggi così importante? Non ci resta che scoprirlo!
Esercito di terracotta in Cina
Prima di capire cosa sia effettivamente l’esercito di terracotta in Cina, è bene chiarirne il contesto e a quali personaggi storici fa riferimento. In tal modo, infatti, sarà possibile comprendere meglio i perché della presenza e dell’aspetto dell’esercito.
Contesto storico
Per la storia che ci interessa dobbiamo tornare indietro al III secolo a.C., una fase piuttosto turbolenta per la Cina dell’epoca. In quel periodo – dal 475 a.C. al 221 a.C., definito “degli Stati combattenti” – sette Regni si facevano la guerra per conquistare l’intero territorio.
La svolta si ebbe nel 246 a.C. allorché il principe Ying Zheng (嬴政) – altresì noto come Zhao Zheng (趙政) – divenne il nuovo re dello Stato di Qin (秦国). Grazie al suo comando i Qin riuscirono a far cadere gli altri Regni uno dietro l’altro, unificando così il territorio nel 221 a.C.
Tale situazione portò a un’importante conseguenza: Ying Zheng divenne Shi Huangdi (始皇帝), ossia il “primo imperatore” della Cina. La dinastia Qin (秦朝), dunque, fu la prima a regnare nell’intero Paese
Piccola curiosità: pare che il nome attuale della Cina derivi proprio dai “Qin”!
Il sovrano godeva ora di un’autorità immensa rispetto al passato e il suo operato si rivelò importantissimo nella storia del Paese. Basti pensare, a titolo di esempio, che si deve a lui l’inizio della costruzione della Grande Muraglia.
Quasi a voler mantenere il proprio potere in eterno, Shi Huangdi si impegnò nella ricerca dell’elisir di lunga vita per raggiungere l’immortalità. Paradossalmente fu proprio questa la causa del suo decesso: l’ingrediente atto a raggiungere lo scopo era il mercurio, contenuto nelle pillole che, ovviamente, lo avvelenarono.
In ogni caso, come vedremo, data l’inevitabilità della morte fece sì che la sua vita nell’aldilà potesse essere comunque affrontata al meglio.
A proposito, secondo la leggenda, a preparare l’elisir di lunga vita fu il coniglio lunare!
La costruzione del mausoleo
I lavori per la costruzione del mausoleo di Qin Shi Huangdi durarono quasi 40 anni, dal 246 a.C. – anno in cui, come già visto, Ying Zheng divenne il re di Qin in seguito alla morte del padre – e il 208 a.C., due anni dopo la morte dell’imperatore.
Di questa tomba ne parlò Sima Qian (司马迁) nelle pagine dello Shiji (史记), libro storiografico pubblicato all’inizio del I secolo a.C. L’autore parlava del mausoleo come di una struttura sfarzosa e imponente in cui fiumi di mercurio simulavano le acque della Cina, mentre il soffitto appariva come un cielo stellato di gemme preziose.
Tuttavia per oltre duemila anni questo luogo rimase confinato nella leggenda. Nonostante le parole di Sima Qian, infatti, non vi era alcuna prova riguardo alla reale esistenza del mausoleo. Come spesso accade, però, un evento del tutto fortuito permise di trasformare gli antichi racconti in una meravigliosa realtà.
La scoperta
Il 29 marzo 1974, infatti, il contadino Yang Zhifa (杨志发) e i suoi fratelli stavano scavando un pozzo per irrigare il terreno vicino al suo villaggio nei pressi di Xi’an. L’uomo non poteva certo immaginare che, raggiunti i 15 metri, avrebbe trovato una testa scolpita in terracotta e una punta di freccia di bronzo.
Consapevole dell’importanza della scoperta allertò subito le autorità, le quali, da lì in avanti, avrebbero riportato alla luce buona parte del complesso funerario dell’imperatore. Ebbene sì, sotto al terreno destinato all’uso agricolo in cui doveva sorgere un pozzo, si trovava la tomba del primo imperatore della Cina.
Qui trovarono il riposo anche numerose concubine che decisero di seguire il sovrano nel passaggio all’altro mondo. Per i tanti operai impegnati nella costruzione del mausoleo, invece, la morte fu una scelta obbligata: per evitare che potessero spifferare in giro i segreti della tomba, vennero rinchiusi al suo interno.
L’esercito di terracotta
L’imperatore, come detto, voleva affrontare al meglio anche la vita dopo la morte per cui si fece trovare preparato: al fine di dominare il nuovo mondo che lo aspettava, fece costruire, a difesa della sua tomba, un intero esercito – di terracotta appunto – che lo avrebbe seguito nell’aldilà.
Quella rinvenuta dal contadino, quindi, non era che una testa dei circa 8.000 soldati presenti all’interno del mausoleo. Questi rappresentavano il vero esercito dell’imperatore e, informazione preziosissima dal punto di vista storico, erano disposti esattamente come in schieramento di battaglia.
A rendere ancora più sensazionale questa scoperta è la grande qualità delle statue. Ognuna di essa è unica, diversa da qualunque altra per tratti somatici, espressione facciale, baffi, capelli e tanto altro.
Dati i loro abiti è anche possibile riconoscere il loro ruolo nell’esercito, cosa impossibile dalle armi da battaglia. Quelle rinvenute all’interno del sito, infatti, sono decisamente poche, probabilmente rubate in seguito al saccheggio della tomba in epoche antiche.
Dal punto di vista cromatico non è possibile distinguere le singole statue, poiché tutte presentano i colori dell’argilla. Eppure in origine, fino al momento della loro scoperta, erano decorate con bellissimi colori – tra cui il viola cinese – che differenziavano ancora di più ogni singolo soldato con ulteriori dettagli. I colori sono forse scomparsi? Sembra una battuta ma è successo davvero così.
Essendo state sepolte per oltre 2000 anni, nel momento in cui sono state esposte all’atmosfera le statue hanno subìto un processo rapidissimo di ossidazione e disidratazione, tanto che dopo 15 secondi i pigmenti hanno mutato colore e dopo 4 minuti gli strati pittorici si sono staccati.
Non solo soldati e argilla
Sarebbe un errore, però, pensare che all’interno del mausoleo fossero presenti solo i soldati dell’armata di Qin Shi Huangdi. Quasi come se fossero lì ad allietare le giornate dell’imperatore, vennero riprodotti fedelmente anche danzatrici, musicisti, funzionari ed eruditi.
Ma gli esseri umani non erano i soli “modelli” presenti nelle fosse. All’interno del mausoleo sono stati rinvenuti anche numerosi animali, tra cui cavalli, gru, maiali, galline e buoi, ognuno ricreato nei minimi particolari.
Non bisogna pensare, inoltre, che tutti i ritrovamenti siano in terracotta. A titolo di esempio, un carro trainato da quattro cavalli, una delle sculture più famose rinvenute nella tomba, è fatta interamente in bronzo.
Il Mausoleo di Qin Shi Huangdi
Arrivati a questo punto probabilmente c’è qualcosa che non vi torna. Finora ho parlato delle statue che accompagnano la vita nell’aldilà di Qin Shi Huangdi, però non ho fatto alcun cenno alla stanza in cui è sepolto materialmente il sovrano.
Il motivo è che al giorno d’oggi, sebbene si sappia esattamente il luogo in cui riposa il primo imperatore della Cina, i ricercatori hanno scelto deliberatamente di non procedere con gli scavi. Sebbene questa decisione possa sembrare folle, è in realtà molto saggia.
Visto il precedente del colore perduto dell’esercito di terracotta, la preoccupazione degli archeologi è quella di preservare la condizione originaria dei ritrovamenti. Solo quando l’evoluzione delle tecniche di scavo e di conservazione garantiranno tale condizione si potrà accedere alla maestosa tomba di Qin Shi Huangdi.
Non sappiamo ancora, dunque, se i resoconti di Sima Qian – fiumi di mercurio e cielo stellato di pietre preziose – siano stati confermati. Tuttavia i ricercatori hanno rilevato un alto livello di mercurio nel terreno in cui si trova la tomba, per cui le sue parole potrebbero nascondere un fondo di verità.
L’esercito di terracotta in Cina, quindi, può essere considerata senza dubbio l’ottava meraviglia del mondo per la sua importanza storica e grandiosità. Detto questo non mi resta che salutarvi: alla prossima!
Classe 1986. All’università ho scoperto la lingua cinese ed è stato amore a prima vista, tanto che da allora ho continuato a studiarla da autodidatta.
Nel blog, oltre a parlarvi della cultura cinese, cercherò di rendervi più familiare una delle lingue più incomprensibili per antonomasia.
Potete contattarmi scrivendo a: m.bruno@inchiostrovirtuale.it