Che cos’è la lingua Tangut? Perché si chiama così? In Cina si parla ancora oggi? Scopriamolo in questo articolo!
La storia della Cina è scandita dal susseguirsi di numerose dinastie che hanno regnato nel Paese. Ognuna di esse era caratterizzata da una propria cultura e, talvolta, anche da un proprio linguaggio. È il caso, ad esempio, della lingua Tangut o tanguta.
Diversamente da come si potrebbe pensare, però, il cinese moderno non si è evoluto dal Tangut ma, anzi, i due non appartengono nemmeno allo stesso gruppo linguistico. Come vedremo, però, la differenza è soprattutto visiva, poiché le due scritture, per quanto simili, sono profondamente diverse.
Ma quale popolazione parla (o parlava) il Tangut? E in quale periodo storico questa lingua ha vissuto il massimo splendore? Non ci resta che scoprirlo!
Lingua Tangut
Come detto in precedenza, la lingua tanguta e il cinese hanno ben poco in comune. Ciò significa che anche le rispettive popolazioni che le parlavano, pur vivendo entrambe sul territorio cinese, non coincidessero. A questo punto diventa inevitabile chiedersi chi parlasse la lingua Tangut e quale fosse il contesto storico di riferimento.
Il popolo Tangut
I tanguti erano tribù provenienti dalla Cina nord-occidentale che, a causa delle conquiste tibetane, furono costretti a emigrare nel centro dell’attuale territorio. A partire dal VII secolo d.C., inoltre, iniziarono dei rapporti di vassallaggio con la dinastia Tang.
Nei loro confronti i Tangut si dimostrarono degli alleati fedeli, aiutandoli nel contrastare alcune rivolte importanti. La gratitudine dei regnanti permise loro di conservare e rafforzare il proprio potere locale nell’area compresa, orientativamente, tra il Ganxi sud-orientale e lo Shanxi settentrionale.
Con la caduta dei Tang nel 907, però, la Cina conosce un periodo di confusione. Nel giro di poco più di 70 anni, infatti, si avvicendano al potere, anche contemporaneamente, 5 dinastie e 10 regni (五代十国). I Tangut seppero approfittare della situazione poiché, attraverso alleanze e rivolte con i vari imperi, acquisirono nuovi titoli e territori.
Ciò portò, nel 1038, alla nascita del primo e unico impero Tangut, noto anche come dinastia Xia Occidentale o Xi Xia (西夏). La lingua ufficiale del regno, inutile dirlo, era proprio quella tanguta.
La scrittura Tangut
L’origine occidentale della popolazione fa capire meglio per quale motivo la lingua Tangut non appartenga al gruppo delle lingue sinitiche – di cui fanno parte, tra le altre, il cinese e il cantonese -, tipiche della zona orientale, bensì a quelle tibeto-birmane.
La particolarità di questa lingua, però, è certamente l’unicità della sua scrittura. Per secoli, infatti, il suo significato è rimasto misterioso e impenetrabile, testimone di un tempo a lungo dimenticato. Ma andiamo con ordine.
Il sistema di scrittura tanguta nasce soltanto nel 1036, appena due anni prima della nascita dell’impero. Questo era formato da caratteri, i quali vennero ben presto insegnati a livello governativo per permettere la stesura di documenti ufficiali.
In questa lingua sono stati tradotti diversi testi buddisti (religione ufficiale della dinastia) e alcuni libri cinesi, tra cui “L’arte della guerra” di Sunzi. Altre trascrizioni riguardano dizionari e libri Tangut originali come, ad esempio, una collezione di proverbi.
La maggior parte dei testi redatti in lingua tanguta risale al XII/XIII secolo. Nel 1227, infatti, Gengis Khan con il suo esercito pose fine, dopo quasi 190 anni, alla dinastia Xia Occidentale.
Tuttavia la produzione di testi scritti in tanguto non si arrestò immediatamente, tanto che l’ultima trascrizione nota risale al 1502 in due pilastri Dharani. Nel corso della dinastia Ming (1368–1644) il popolo Tangut si estinse e con esso anche la propria lingua.
La riscoperta
Con la successiva dinastia Song la lingua Tangut non solo era ormai morta, ma venne completamente dimenticata. In quel periodo, infatti, si perse definitivamente la memoria della lingua parlata nell’impero tanguto.
Nel 1804 uno studioso cinese riscoprì la lingua Tangut grazie a un’intuizione. Notando un’iscrizione bilingue nella stele di un tempio, infatti, notò che nel testo era presente un nome dell’era Xia Occidentale. Lo stesso stile di scrittura misterioso, inoltre, era presente nel passo Juyong a Pechino.
Da lì in avanti iniziarono gli studi per riscoprire la lingua perduta. Tuttavia per quasi un secolo, sebbene se ne potesse intuire l’origine, mancarono le prove a supporto di tale tesi. Oltre a ciò la scrittura era ancora tutta da comprendere.
I primi tentativi in tal senso non si ebbero prima della fine del XIX secolo allorché si riuscirono a decifrare alcuni caratteri contenuti nella “Sutra del Loto“. L’impresa era però ardua poiché all’epoca non si conoscevano altri testi in questa lingua che potessero aiutare nella comprensione.
La svolta arrivò nel 1908 con la scoperta delle rovine della città Tangut di Khara-Khoto. Qui vennero riportati alla luce numerosi libri in lingua tanguta grazie ai quali si è potuto iniziare finalmente a studiare e decifrare questa lingua a lungo dimenticata.
Il Tangut, quindi, famoso per la sua scrittura, è una lingua morta parlata dall’omonima popolazione ormai estinta. Oggi, grazie a importanti ritrovamenti, può essere finalmente studiata e compresa. Detto questo non mi resta che salutarvi: alla prossima!
Classe 1986. All’università ho scoperto la lingua cinese ed è stato amore a prima vista, tanto che da allora ho continuato a studiarla da autodidatta.
Nel blog, oltre a parlarvi della cultura cinese, cercherò di rendervi più familiare una delle lingue più incomprensibili per antonomasia.
Potete contattarmi scrivendo a: m.bruno@inchiostrovirtuale.it