Imponenti sciami di locuste stanno devastando i raccolti di Somalia, Kenya, Etiopia e Sudan. Ora questa piaga si sta spostando dall’Africa orientale verso l’Asia passando da Yemen, Arabia Saudita e Pakistan, fino a raggiungere il confine con la Cina.
Una nuova piaga per l’Africa: le locuste
È sempre più grave l’invasione delle locuste nel Corno d’Africa, una migrazione che, secondo le Nazioni Unite, nell’ultimo mese ha raggiunto la dimensione di 200 miliardi di esemplari.
Partiti dallo Yemen lo scorso luglio, gli sciami si sono diffusi nell’Africa orientale, hanno attraversato Kenya, Somalia ed Etiopia, Tanzania e Uganda, facendo razzia dei campi coltivati.
Riccardo Bubbolini, agronomo del CEFA, Comitato Europeo per la Formazione Agricola, ha affermato:
Parliamo di interi chilometri quadrati di insetti. Alcuni che abbiamo misurato erano di 60 chilometri di lunghezza e 14 di larghezza, composti da 200 miliardi insetti in un solo sciame.
Le locuste possono percorrere fino a 150 chilometri al giorno e, in un solo giorno, sono capaci di consumare cibo pari a quello consumato da 90 milioni di persone.
Questi insetti si posano ovunque e divorano tutto quello che è erbaceo, dagli steli d’erba fino alle foglie degli alberi e ovviamente le coltivazioni. Divorano tutto quello che è commestibile per gli uomini e anche per il bestiame. Non dimentichiamo che qui ci sono i pastori nomadi, come i Masai, che si muovono in funzione delle piogge e dei pascoli. Questi sciami hanno divorato distese intere di foraggio e di savana e questo si traduce in un problema per il bestiame, non solo per i raccolti dell’agricoltura. (Riccardo Bubbolini)
Per questa ragione, se non verrà fermata in tempo, l’invasione delle locuste si trasformerà in una vera e propria catastrofe umanitaria.
L’Organizzazione ONU per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), ha avvertito che si tratta della peggiore invasione degli ultimi 25 anni, peraltro in territori che già si trovano in condizioni di enorme crisi alimentare. Per fronteggiare l’emergenza la FAO ha richiesto alla comunità internazionale 76 milioni di dollari, ma ad ora ne sono stati ricevuti solo 21 milioni.
La proliferazione delle cavallette è inevitabilmente legata ai cambiamenti climatici.
Locuste e cambiamenti climatici
La crisi climatica rimane il principale fattore scatenante: infatti, nei territori interessati nel 2019 tra marzo e la metà di maggio, le precipitazioni sono state inferiori del 50% rispetto alla media annuale e le forti piogge, che si sono abbattute successivamente, hanno provocato inondazioni che hanno distrutto ampie aree di coltivazioni e hanno creato le condizioni ideali per le locuste, che necessitano di terreno umido e sabbioso per deporre le uova.
I governi si stanno muovendo per fronteggiare l’emergenza
Il Primo Ministro dell’Uganda ha messo in atto un piano speciale di contenimento, che vede coinvolte anche le forze armate. Sul campo verranno utilizzati aerei, pick-up e trattori, per diffondere pesticidi, mentre alla popolazione sono stati consegnati centinaia di spray manuali.
Dal momento, però, che l’Uganda non ha gli aerei necessari per combattere le locuste, sta negoziando il prestito con il Kenya, che tuttavia ne ha solo un piccolo numero ed è a sua volta impegnato nella lotta contro l’invasione dei parassiti.
In Somalia il Ministero dell’Agricoltura ha dichiarato lo stato di emergenza. In Tanzania, la Commissaria Regionale del Kilimangiaro, Anna Mgwira, ha confermato alla BBC l’avvistamento di sciami nei villaggi dell’area di Moshi e ha comunicato che le attività si concentreranno nella zona di Taveta, al confine con il Kenya.
Il picco dell’invasione tra marzo e aprile
Gli esperti avvisano che il picco dell’invasione potrebbe esserci fra marzo e aprile, pertanto è fondamentale agire in maniera tempestiva.
La buona notizia è che siamo nel periodo posto tra due stagioni di raccolta, quindi abbiamo una finestra di opportunità per ridurre il fardello delle locuste in vista della stagione delle piantagioni, che inizia a marzo e aprile nella maggior parte della regione. (Dominique Burgeon, direttore Emergenze della FAO)
A destare preoccupazione è soprattutto il fatto che le locuste hanno iniziato la deposizione e la cova delle uova su larga scala, nei primi tre Paesi, ed è stata registrata “una riproduzione al di sopra della norma”.
Le locuste vivono solo tre mesi, ma si riproducono molto velocemente. Infatti, le femmine possono deporre fino a 300 uova ciascuna. In base alle stime degli esperti, in caso di mancato intervento adeguato prima di marzo, il numero degli insetti rischia di moltiplicarsi di oltre 500 volte entro il mese di giugno, invadendo altri Paesi dell’Africa orientale.
Abbiamo la possibilità di stroncare questo problema sul nascere, ma non è quello che stiamo facendo al momento e stiamo esaurendo il tempo a disposizione. (Mark Lowcock, dirigente ONU)
Avvocato e redattrice, nonché co-fondatrice di Inchiostro Virtuale.
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