Recensione a strati del secondo capitolo della saga prequel di Harry Potter, incentrata sulle figure di Newt Scamander, Grindelwald e Silente
Quando fu annunciato che la serie Animali fantastici sarebbe stata composta da cinque film anziché tre, il timore che la saga avrebbe potuto essere allungata solo per “fare massa” deve aver assalito più di un fan. Vorremmo poter dire che il pregiudizio fosse infondato ma, purtroppo, giunti al secondo film della serie (I Crimini di Grindelwald), la sensazione è proprio questa, con la lentezza che sembra ormai una cifra stilistica ineliminabile in Animali fantastici.
L’attesa seconda pellicola prometteva di entrare maggiormente nel vivo delle gesta di Grindelwald (Johnny Depp), momentaneamente sconfitto nel primo capitolo, e di un Silente (Jude Law) più giovane rispetto a quello al quale siamo abituati (qui grossomodo 46enne, essendo il film ambientato nel 1927 ed essendo il mago nato nel 1881, secondo il canone), oltre che di approfondirne il complicato rapporto (Silente era innamorato di Grindelwald).
Se Animali fantastici e dove trovarli sembrava un film introduttivo necessariamente lento, che si concentrava sui nuovi personaggi e soprattutto dava grandissimo risalto alle creature magiche tanto amate dal protagonista Newt Scamander (Eddie Redmayne), rivelandosi fin troppo lento, qui i presupposti per una maggiore dinamicità degli eventi sembravano esserci tutti. Invece I Crimini di Grindelwald sembra essere a sua volta un capitolo introduttivo che getta ulteriori basi per quello che (si spera) verrà.
La trama e i personaggi di Animali Fantastici – I crimini di Grindelwald
Il film inizia mostrandoci come Grindelwald recuperi la sua libertà e, subito dopo, come l’eccessivamente introverso Newt Scamander stia gestendo i mesi successivi all’epilogo del primo film, i cui eventi hanno complicato la sua possibilità di viaggiare da un paese all’altro indisturbatamente. Proprio in questo frangente viene introdotto il personaggio di Silente che, come nella saga di Harry Potter, si mostra sin da subito un abile tessitore di trame dietro le quinte.
Limitandoci a queste premesse per non scadere nello spoiler (la cui sezione apposita, come di consueto, troverete dopo la fine della recensione), possiamo affermare che da questo momento in avanti I Crimini di Grindelwald diventa una lunga attesa per un momento topico che, purtroppo, non arriverà (non in questo film, almeno). Per quanto si cerchi di scompigliare le carte in tavola con qualche ribaltamento di fronte e con qualche colpo di scena molto forzato, la trama prosegue senza particolari sussulti o momenti degni di nota. Ogni fazione prepara i propri ranghi e sceglie le proprie reclute per il confronto che ci sarà in futuro ma, come detto, non adesso.
Chi ha letto i libri di Harry Potter o visto i film sa cosa accadrà e quale sarà l’epilogo della rivalità fra Silente e Grindelwald (probabilmente quasi tutti quelli che vanno al cinema ne sono consapevoli), perciò si cerca di riempire di eventi quel lasso di tempo che finora il canone ha esplorato meno, ma viene fatto in maniera forzata e con qualche incongruenza narrativa che lascia qualche perplessità (e qualche osservazione per la sezione spoiler).
Perplessità che non risparmiano neanche il protagonista Newt Scamander. Ancora una volta la Rowling (qui in veste di sceneggiatrice) punta su un protagonista che fa della purezza d’animo la sua caratteristica principale. Un personaggio che vuole presentarsi senza macchia, ma con tante paure che lo portano ad essere molto complessato ed introverso, così tanto che è molto più facile trovarlo irritante che immedesimarvisi, come accadeva con Harry Potter. Newt, più che l’eroe, sembra essere uno spettatore privilegiato delle vicende di Grindelwald e Silente, vere star della saga che oscurano tutti i personaggi secondari, peraltro non particolarmente ispirati, con il solo Credence, ragazzo che non riesce a controllare i suoi poteri oscuri, che mostra qualche tratto interessante.
Cast, effetti speciali e colonna sonora
Discorso diverso per quanto riguarda gli attori: nonostante le critiche appena esposte al suo personaggio, non si può dire che Eddie Redmayne non esegua bene il compito che gli viene richiesto, portando sullo schermo lo strampalato magizoologo così come probabilmente era pensato nel progetto iniziale. A non funzionare, molto semplicemente, è Newt. Meglio ancora forse è il suo ruolo nel film a non andare bene: se non fosse il protagonista della saga probabilmente sarebbe più a suo agio nel contesto in cui si trova catapultato.
Promossi con voti piuttosto alti sia Johnny Depp che Jude Law: il primo, dopo parecchie interpretazioni deludenti, ha fatto capire perché la Rowling abbia insistito tanto (nonostante i numerosi problemi personali) per averlo nel ruolo di Grindelwald, un personaggio che già di suo ha una certa profondità rispetto alla mediocrità generale degli altri comprimari, esaltata soprattutto quando fornisce una giustificazione (di facciata o meno che sia) alla sua ostilità nei confronti dei non-maghi; il secondo, invece, riesce a mettere in scena un Silente estremamente credibile, che sarebbe un peccato non approfondire nei prossimi film della saga.
Menzione speciale per gli effetti speciali, mentre il design di alcune creature magiche sembra semplicemente poco in linea con lo stile del mondo magico ritratto nella serie principale, per quanto talvolta riuscito. Infine niente di particolare da segnalare sul fronte della colonna sonora, che svolge il suo compito senza vette particolari.
Riflessioni finali
In conclusione, Animali Fantastici – I Crimini di Grindelwald esplora un momento storico che nei racconti di Harry Potter rimane principalmente scoperto. Il film cerca quindi di insinuarsi in questo vuoto e di riempirlo con spunti e novità narrative che, purtroppo, (quando e se arrivano) appaiono forzate. I fan potranno soddisfare qualche curiosità e saranno soddisfatti nel vedere alcuni rimandi alla storia principale; tuttavia, se sperano di assistere ad un ampliamento significativo della “mitologia potteriana”, probabilmente rimarranno delusi.
Per chi non fosse un appassionato dell’opera di J.K. Rowling, invece, i motivi di interesse per questo film sono pochi. Ci troviamo esattamente dove eravamo due anni fa, con la speranza che la saga finora si sia presa il tempo necessario – due film, alla faccia! – per preparare al meglio il campo per i prossimi capitoli, i quali avranno il compito di dare una sterzata ad Animali fantastici, se non si vuole dare la conferma definitiva che l’aumento del numero di pellicole sia dovuto più a motivi di avidità che non di creatività.
E ora, chi non è interessato agli spoiler del film e ad una loro breve analisi, può tranquillamente chiudere l’articolo e magari tornare qui una volta visto il film.
Recensione con spoiler di Animali Fantastici – I crimini di Grindelwald
Perché chiunque abbia visto il film si starà domandando: ma è possibile che Credence sia realmente fratello di Silente e che il suo vero nome sia Aurelius?
La risposta molto probabilmente è no e ce lo suggerisce la matematica. Sappiamo dal film scorso che Credence è nato nel 1908, ma il canone di Harry Potter ci dice che la madre di Silente è morta nel 1899, mentre il padre è stato rinchiuso ad Azkaban sin dal 1890 senza più uscirvi fino alla sua morte. Appare molto più semplice che Grindelwald stia cercando di indirizzare l’obscuriale contro il suo nemico, che non può attaccare personalmente per via del loro patto di sangue. Inoltre sarebbe assurdo che una persona così importante nella vita di Silente non sia mai stata nominata nelle opere precedenti. Sarebbe un’aggiunta al passato del personaggio alquanto azzardata.
Eppure, nonostante ci siano stati forniti riferimenti cronologici che sembrerebbero confutare la rivelazione finale del film, nella pellicola ci viene implicitamente detto che non tutto ciò che è stato scritto deve essere preso per oro colato. Il riferimento è alla presenza della professoressa McGranitt nei flashback di Leta Lestrange ad Hogwarts: l’anno di nascita della docente è il 1935, ma qui compare già adulta in una scena ambientata una ventina di anni prima. Dobbiamo pensare che sia stato commesso un grossolano errore di continuity (visto il ruolo della Rowling nella realizzazione del film) oppure, molto semplicemente, che l’opera cinematografica si distacchi consapevolmente da quella letteraria?
D’altronde è già capitato che ci fossero differenze notevoli (ma non decisive) fra libro e film fra cui, per esempio, il destino della Bacchetta di Sambuco (distrutta nel film, utilizzata per riparare la bacchetta spezzata di Harry e poi deposta nella tomba di Silente nel libro) oppure l’incontro fra Grindelwald e Voldemort (nel film G.G. rivela al Signore Oscuro dove si trova la Bacchetta di Sambuco, mentre nel libro, forse in un atto di redenzione, non collabora ed addirittura gli scoppia a ridere in faccia, condannandosi a morte).
Non farebbe dunque gridare allo scandalo una McGranitt più vecchia di una trentina di anni, mentre sarebbe più difficile spiegare perché non sia mai stata fatta menzione di Aurelius finora, né nella saga cinematografica né in quella letteraria. Soprattutto per questo, oltre che per un discorso matematico che, come visto, potrebbe anche essere ignorato (con qualche difficoltà in più in questo caso), appare difficile che quanto rivelato da Grindelwald non sia niente di più che una bugia per sfruttare l’obscuriale contro Silente.
Consigli di lettura
Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche la recensione di Venom – La furia di Carnage.
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La teoria sull’obscurus è possibile, un filino forzata ma che non mi sento di escludere (anche se per me rimane più probabile il semplice raggiro per colpire Silente, per quello non l’ho riportata).
Sulla McGranitt ammetto di non ricordare questo dettaglio della nonna, ma in questo caso ci sarebbe il problema contrario, ossia sarebbe troppo giovane. Inoltre penso che dovrebbe avere un cognome diverso (salvo che il padre abbia preso il cognome della madre), mentre nel flashback mi sembra venga chiamata per cognome. Comunque, come scritto nell’articolo, questa sarebbe una modifica alla continuity molto marginale ed assolutamente tollerabile (a differenza di quello di Credence).
Da fan che, ormai da giorni, si sta arrovellando nelle varie interpretazioni, la tesi che si va definendo tra i veri fan, sia che Credence (esssere vivente umano) sia solo stato catturato da un obscurus, la tesi che sia l’obscurus di Ariana sorella di Albus. E qui le date ci entrerebbero tutte. Come ci é stato detto nel primo film, un obscurus è in definitiva un parassita che occupa i corpi per vivere e si sposta da un corpo all’altro quando l’occupato muore. Quindi la frase di Grindelwald “tuo fratello vuole farti nuovamente del male” in realtà si sta rivolgendo ad Ariana. Per quanto riguarda la McGranitt, bisogna ricordarsi che Minerva, professoressa ai tempi di Potter, ha il nome di sua nonna e fosse probabilmente professoressa ad Hogwarts (da verificare). Per il resto, concordo sul fatto che il film abbia lasciato un po’ l’amaro in bocca.