Parla per te, caro Giacomo, perché a noi, francamente, durante le obbligatorie ore di letteratura italiana a scuola, ci hai un po’ fatto venire il latte alle ginocchia, pensando alla “donzelletta che vien dalla campagna in sul calar del sole” e ai malori di Silvia, che certo tutto voleva fuorché “rimembrare quel tempo della sua vita mortale, quando beltà splendea negli occhi suoi ridenti e fuggitivi”, mentre “pria che l’erbe inaridisse il verno, da chiuso morbo combattuta e vinta, perivi, o tenerella”.
T’abbiamo preso grandemente in giro, per usare una perifrasi gentile, ridendo della tua gobba, vera o presunta che fosse, del tuo mal di vivere, di quello che ora viene definito “mai-na-gioia”.
Un merito, almeno uno, tra tanta sofferenza io te lo devo, caro Giacomo, e lo dichiaro pubblicamente, quindi “Grazie!”. Grazie per avermi fatto venire voglia di recarmi a Recanati a visitare questo benedetto “ermo colle” che, a detta della mia collega Virginia, in realtà è un giardino, a vedere di persona questa maledetta siepe che “da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude”.
Perché, ammettiamolo, quanti di noi non hanno pensato, sbuffando sul libro: “A Giacomì, chiama er giardiniere tuo e falla levà, ‘sta siepe, se t’impiccia così tanto!“.
E la donzelletta che vien dalla campagna… solo di sabato e solo “in sul calar del sole“, vi siete mai chiesti “chissà che combina il resto della settimana?”. No? Non ci credo.
Però, però… Sempre secondo la mia amica “senza Giacomino, se dovessimo spiegare dove sta Recanati, la risposta sarebbe tipo tra il niente e il niente: mare da una parte, montagna dall’altra“.
Recanati: le origini
In verità le origini di Recanati si collocano già diversi secoli prima del Leopardi, ai tempi dell’Impero Romano e della sua caduta, e la sua massima espansione fu intorno al 1230, quando venne edificato il porto (Porto Recanati, fantasia portami via!). Alti e bassi si sono susseguiti nella sua storia, principalmente a causa della diatriba tra guelfi e ghibellini, che si sono alternati al governo della città, ma non siamo a scuola e non intendo dilungarmi oltre sull’argomento.
Cosa visitare oltre all’ermo colle?
Ci sono però altre cose per cui vale la pena visitare Recanati, e non solo per togliersi gli sfizi che vi dicevo prima. Eccone alcuni esempi!
- Nella Cattedrale di San Flaviano si trovano le spoglie di Papa Gregorio XII, l’ultimo papa a non essere sepolto a Roma.
- All’interno del complesso conventuale di Sant’Agostino ha sede una delle caserme più antiche di tutta l’Arma dei Carabinieri.
- La tomba di Beniamino Gigli, grande tenore del Novecento, nel cimitero cittadino. E, volendo, anche il museo a lui dedicato nel Palazzo Comunale. Palazzo che, benché di recente costruzione (fine Ottocento) ha tra i suoi pregi un’Aula Magna decorata dall’architetto Gaetano Koch.
- L’Annunciazione di Recanati, opera di Lorenzo Lotto, il pittore veneziano che è considerato una specie di “rivale” del più conosciuto Tiziano.
- La Necropoli di Fontenoce: scoperta di recente, si tratta di una necropoli eneolitica forse risalente al IV millennio a.C.
I luoghi leopardiani, a questo punto della gita, possono risultare scontati, ma consiglio comunque di non perderli: Palazzo Leopardi, la Piazzetta del Sabato del Villaggio (eh sì, ha proprio questo nome), il Colle dell’Infinito e, perché no?, la Torre del Passero Solitario. Non cercate invece la casetta dove sedeva “su la scala a filar la vecchiarella”, potreste restare delusi: esisteva sì, sul lato ovest della piazzetta succitata, ma è stata demolita.
In conclusione: a Recanati ci dovete andare, almeno una volta. Altrimenti potreste ritrovarvi a pensare, come il caro Giacomo:
A me, se di vecchiezza
La detestata soglia
Evitar non impetro,
Quando muti questi occhi all’altrui core,
E lor fia voto il mondo, e il dì futuro
Del dì presente più noioso e tetro,
Che parrà di tal voglia?
Che di quest’anni miei? Che di me stesso?
Ahi pentiromi, e spesso,
Ma sconsolato, volgerommi indietro.
E noi non vogliamo somigliare a Giacomino. Nemmeno un po’.
Termino questo viaggio sull’ermo colle lasciandovi ascoltare “L’Infinito” recitato da Vittorio Gassman. Una voce che, forse, m’avrebbe fatto amare maggiormente questo poeta, ai tempi della scuola. Chiudete gli occhi e immaginate la siepe, e “interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete”.
Alla prossima meta!
Annalisa A.
Postilla: Capitale della Cultura in Italia 2018
Recanati, che insieme a Visso aveva già sottoscritto un protocollo di collaborazione per valorizzare le opere leopardiane (ricordiamo che a Visso sono conservati cento manoscritti del poeta, tra i quali L’infinito e Alla luna), ha partecipato alla selezione per diventare Capitale della Cultura 2018, superando la prima selezione avvenuta a dicembre.
Tra il 10 e il 12 gennaio scorsi sono state ascoltate le 10 finaliste, che sono, oltre Recanati, Alghero, Aquileia, Comacchio, Erice, Ercolano, Montebelluna, Palermo, Settimo Torinese e Trento. Ogni audizione ha avuto la durata di un’ora e mezza e aveva come scopo principale il mostrare “in che modo e in che ambiti l’assegnazione del premio determinerebbe cambiamenti effettivi e duraturi”.
Questo è il video con cui Recanati si è presentata alla commissione:
Le delegazioni conosceranno l’esito il 31 gennaio prossimo alle ore 15 e noi di Inchiostro Virtuale vi terremo aggiornati su eventuali sviluppi.
Se la città scelta fosse proprio Recanati, non avreste scusa migliore per visitare l’Ermo Colle.
Giunta qui sicuramente da un mondo parallelo e da un universo temporale alternativo, in questa vita sono una grammar nazi con la sindrome della maestrina, probabilmente nella precedente ero una signorina Rottermeier. Lettrice compulsiva, mi piace mangiare bene, sono appassionata di manga, anime e serie TV e colleziono Lego.
In rete mi identifico col nick Lunedì, perché so essere pesante come il lunedì mattina, ma anche ottimista come il “primo giorno di luce”.
In Inchiostro Virtuale vi porto a spasso, scrivendo, nel mio modo un po’ irriverente, di viaggi, reali o virtuali.
Sono inoltre co-fondatrice, insieme a Jessica e Virginia, nonché responsabile della parte tecnica e grafica del blog.
Mi potete contattare direttamente scrivendo: a.ardesi@inchiostrovirtuale.it