In occasione del nuovo topic mensile ho scelto un altro fra gli spettacoli che la natura ci offre. Dopo i Camini delle Fate e i Ponti naturali, è arrivato il momento di parlarvi delle Cascate.
Cosa sono le Cascate?
Semplicemente un lavoro di secoli, durante i quali l’acqua scava la roccia, s’insinua e plasma il territorio per poi precipitare nel vuoto. Il risultato? Uno scroscio potente che dimostra come la natura sappia essere “creatrice di se stessa”, senza nessun intervento “esterno”. Ci sono cascate che si estendono in larghezza, altre che si tuffano da altezze spaventose, altre ancora che fanno della portata d’acqua il loro marchio di fabbrica.
Ce ne sono migliaia, anche negli angoli più remoti della Terra. La maggior parte sono “avvicinabili” e, ve lo dico, vale davvero la pena camminare per ore, inerpicarsi per sentieri o entrare nel cuore di boschi o foreste. A volte, invece, queste opere d’arte sono così irraggiungibili che, per scoprirle, bisogna sorvolarle.
Pronti con tuta e scarpe da trekking, (tanto per cambiare)? Si parte!
Cascata delle Marmore, Italia
La Cascata delle Marmore, orgoglio tutto italiano, è una delle più alte e più ampie del Vecchio Continente. Il dislivello complessivo tra la cima e la base è di 165 metri, suddiviso in tre salti che donano lo spettacolare aspetto attuale. La cascata è formata dal fiume Velino, che si getta nel fiume Nera fluendo dal vicino lago di Piediluco. Il nome Marmore deriva dai peculiari sali di carbonato di calcio che si sedimentano sulle rocce della montagna, il cui riflesso della luce del sole li fa assomigliare a cristalli di marmo bianco. Marmore è anche il nome del vicino paese medievale, uno dei borghi più belli della Valnerina.
La storia
Questo luogo affonda le sue radici nell’antichità dell’Umbria, quando i Romani irruppero nella vita di umbri ed etruschi che popolavano queste terre. Essi portarono con loro la civiltà romana, già molto avanzata, fondando città, bonificando intere aree, costruendo strade, acquedotti, templi e ville.
La Cascata delle Marmore si inserisce proprio in questo contesto: si tratta infatti di una straordinaria opera ingegneristica di sistemazione idraulica dovuta ai Romani. All’epoca, il Velino aveva un letto del fiume molto largo che formava una vasta zona di acque stagnanti, paludose e spesso malsane per la popolazione stessa. Il console romano Curzio Dentato decise di intervenire: per assicurare il deflusso di queste acque, fece scavare un canale che potesse convogliarle verso la rupe di Marmore, per poi farle precipitare nell’alveo sottostante del Nera.
Visitatori famosi
La Cascata è entrata fin da subito nell’immaginario collettivo, per la sua bellezza e unicità. Lo spettacolare salto ha ispirato nel tempo poeti ed artisti appartenenti ad ogni periodo storico: da Virgilio nell’Eneide, a Cicerone, fino a Lord Byron nel suo “Childe Harolds Pilgrimage“.
Oltre loro, è possibile citare tante altre illustri personalità: Plinio, Fazio degli Uberti, un gran numero di papi, Galileo Galilei, Vittorio Alfieri, Ferdinando II delle Due Sicilie, la Regina Madre di Napoli, Salvator Rosa, Corot, William Turner, Gioachino Belli, Benito Mussolini.
Storie e leggende
La Cascata è stata anche fonte d’ispirazione per numerose leggende, alcune particolarmente poetiche.
Sulle origini della cascata si racconta di una ninfa di nome Nera, innamorata del giovane pastore Velino. I due non potevano frequentarsi perché appartenevano a due mondi diversi: lei ninfa, semidea, e lui umano. Giunone, infuriata, trasformò Nera in un fiume perché aveva trasgredito le regole che non consentivano l’amore con gli esseri umani. Velino, vedendo quelle acque che prima non c’erano, si gettò a capofitto dalla rupe di Marmore credendo che Nera vi stesse annegando. Giove, per evitargli morte certa, durante il volo lo trasformò in acqua, così da salvarlo e permettergli di ricongiungersi con Nera per l’eternità.
Suggestiva è anche la leggenda del “Velo Da Sposa“: si narra che fu San Valentino a far scaturire la cascata principale direttamente dalla roccia, per provare la purezza della fanciulla Nera, messa in dubbio dal suo futuro sposo. Così facendo, creò un getto d’acqua simile appunto al velo di una sposa.
Se volete organizzare una visita in questo bellissimo parco date un’occhiata al sito ufficiale! È bene fare attenzione agli orari di visita della Cascata: infatti non è sempre possibile vederla nella sua piena forma, dato che le sue acque vengono utilizzate per la produzione di energia idroelettrica. Il rilascio delle acque viene perciò controllato regolarmente, e bastano pochi minuti per far sì che la portata della acque giunga al suo massimo, per poterla ammirare in tutto il suo splendore.
Cascate in Europa
Il primato per la nazione europea con la più alta concentrazione di cascate è ovviamente l’Islanda, meta turistica di cui vi ho già parlato in precedenza.
Nella terra del ghiaccio e del fuoco è facilissimo imbattersi in una cascata, ma tre su tutte catturano l’occhio: la Seljalandsfoss, anche nota come la “cascata liquida“; la Skágafoss, inserita in un paesaggio verdeggiante, ma al tempo stesso spoglio, che incanta con i suoi arcobaleni generati dal contrasto tra l’acqua e il sole che spunta dalle montagne; la Dettifoss, la più grande cascata d’Europa, nata da un’eruzione vulcanica e dal successivo terremoto che hanno formato il canyon Jökulsárgljúfur.
Se non amate il freddo non mi resta che consigliarvi, in alternativa, il Parco nazionale dei laghi di Plitvice, in Croazia.
Plitvice si trova a metà strada tra Zagabria, capitale della Croazia, e Zara in Dalmazia ed è formato dalla bellezza di 16 laghi alimentati dai fiumi Bijela Rijeka e Crna Rijeka, rispettivamente Fiume Bianco e Fiume Nero, e da sorgenti sotterranee, collegati tra loro da una serie di cascate (la più alta è di soli 76 metri), che si riversano nel fiume Korana.
Venne istituito nel 1949, divenendo il primo parco croato, e dal 1979 fa parte della prestigiosa lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco. Si divide in due parti: quella superiore, i cui laghi si trovano in una valle dolomitica circondati da foreste e collegati da spettacolari cascate, e la parte inferiore, dove si possono osservare laghi più piccoli e vegetazione più bassa.
Nell’area del parco vivono numerose specie di animali, tra cui: orsi, cinghiali, lupi, volpi, lepri, tassi e moltissime varietà di uccelli. Numeri alla mano, nel parco sono presenti ben 157 specie di uccelli, 50 mammiferi e 321 lepidotteri, oltre a 22 specie di flora protette dalla legge sulla tutela della natura della Repubblica di Croazia. Tra esse la più importante è la gospina papučica (Scarpetta di Venere, Cypripedium calceolus), l’orchidea più bella d’Europa. Altra peculiarità è costituita dalle piante carnivore, tra cui la okruglolisna rosika e la mala mješinka, una pianta carnivora acquatica estremamente rara.
A titolo informativo, per visitare il parco per bene ci vogliono dalle 6 alle 8 ore, ma è aperto tutto l’anno, pertanto… potete organizzarvi!
Cascate nel resto del mondo
Come già anticipato in apertura, le cascate sono migliaia, e se ne trovano in ogni angolo della Terra. Ecco un rapido riassunto delle più spettacolari e conosciute, suddivise per continenti.
In America del Nord
Tralasciando le ben note Cascate del Niagara, una distesa d’acqua –quasi– senza soluzione di continuità che si estende, più in larghezza che in altezza, al confine tra Stati Uniti e Canada, mi permetto di suggerirvi una valida ed altrettanto suggestiva alternativa: le Palouse Falls.
Alla fine dell’ultima era glaciale, ripetute alluvioni, conosciute come le inondazioni Missoula, hanno colpito la parte orientale dello stato di Washington formando le Palouse Falls. Situate in area isolata all’interno del Palouse Falls State Park, con un’altezza di circa 60 metri, erano precedentemente conosciute come “aput aput”, che significa “falling water“, così chiamate dagli indiani Palouse. Rinominate per commemorare la cultura indiana, le Palouse Falls si trovano a monte della confluenza con il fiume Snake.
Attenzione: il nome del fiume non è un caso. Tutta la zona è infatti la patria di serpenti a sonagli!
A differenza delle verdeggianti colline del Palouse a est delle cascate, le Palouse Falls si trovano nel deserto, ma vi è abbondanza di verde nel canyon al di sotto, che crea un meraviglioso contrasto con il basalto nero e marrone delle colline.
Se volete avere una prospettiva diversa delle cascate, a nord il sentiero scende fino alle rive del fiume Palouse, dove si incontrano prima le più piccole, ma non meno belle, Squaw Falls. Dopo aver attraversato il canyon per circa mezzo miglio si raggiunge una magnifica formazione rocciosa conosciuta come Castle Rock, che corona la cima delle Palouse Falls.
Extra “Falls”, per veri temerari
Quanto a bellezza e fascino, a mio parere nulla supera le Havasu Falls, una sorta di anfiteatro naturale scavato in scogliere di roccia rossa tipiche dei grandi canyon dell’Ovest americano, su cui la presenza di cascate e piscine naturali dall’acqua color turchese forma un contrasto di colori unico. Però… C’è un però.
Si trovano nell’Havasu Canyon, nella Riserva Indiana Havasupai, un territorio controllato dall’omonima tribù e non sono poi così semplici da raggiungere. Per visitarle occorre un’attenta pianificazione ed essere disposti a faticare parecchio per una bella camminata (dieci miglia rigorosamente a piedi o, al massimo, coi muli). Anche la spesa è… notevole.
Occorre prenotare con congruo anticipo (meglio se un anno prima), visto che il numero dei visitatori accettati è limitato e non è permessa l’escursione in giornata: praticamente per arrivare alle Havasu Falls è obbligatoria la prenotazione di un permesso per pernottare nei campground o nel lodge di Supai. Inoltre l’area di Havasu Canyon è un ambiente fragile e soggetto a inondazioni; alcune zone del canyon sono off-limits e, in alcuni casi, potrebbero verificarsi delle chiusure improvvise.
In America del Sud
E non si può che iniziare col botto, parlando di Salto Angel, ossia la cascata più alta del mondo, con ben 979 metri di salto e un tratto di caduta dell’acqua di 807 metri senza interruzioni. Si trova lungo il corso del torrente Carrao e precipita dall’altopiano della montagna Auyantepui, la “montagna del dio del male“.
Il nome viene dal suo scopritore, il pilota statunitense, Jimmy Angel. Gli indigeni la chiamavano “Parakupa-vena” o “Kerepakupai merú” ed era considerata, insieme alla montagna, un luogo sacro. Per raggiungerla occorre fare un’escursione di due giorni attraverso il fiume oppure sorvolare la zona con piccoli aerei. Per la bellezza dei suoi scenari, dal 1994 il luogo è Patrimonio dell’Umanità Unesco.
Se, invece, siete appassionati di film come 007 e Indiana Jones, non potete perdervi le Cascate dell’Iguazù, un sistema di 275 cascate alte fino a 70 metri e che si susseguono per circa 3 chilometri lungo il fiume Iguazu (da: “Y” acque, e “guasu” grandi), al confine tra la provincia argentina di Misiones e lo Stato brasiliano del Paraná. I salti d’acqua cadono in una gola a forma di U chiamata Garganta del Diablo (dopo un “Salto dell’Angelo”, non poteva mancare una “Gola del Diavolo”, giustamente), profonda ben 150 metri.
In Africa
Sembra quasi scontato suggerire le Victoria Falls, proclamate Patrimonio dell’Umanità UNESCO e situate al confine tra Zambia e Zimbabwe, lungo il corso del fiume Zambesi. Vennero scoperte dall’esploratore Livingstone nel 1855 e così chiamate in onore della Regina Vittoria. Il fronte delle cascate è ampio oltre un chilometro e mezzo, mentre l’altezza media è di circa 130 metri. Gli scrosci d’acqua si sentono prima ancora di avvicinarsi, tanto che la gente del luogo le chiama Mosi-oa-Tunya, ossia “fumo che tuona”.
Lo Zambesi, dopo il salto, scorre tra gole profonde e tortuose, una delle quali è traversata da un ponte lungo 250 metri, completato nell’aprile del 1905, su cui passa la linea ferroviaria di Capo Congo.
Se volete conoscere altri ponti interessanti, cliccate qui!
La storia geologica delle Vittoria Falls è controversa e l’ipotesi più attendibile è che l’altopiano su cui scorre il fiume si sia formato 150 milioni di anni fa, in seguito all’erosione di rocce basaltiche friabili. Quando lo Zambesi aprì il suo letto, oltre 500 mila anni fa, l’azione corrosiva dell’acqua avrebbe a poco a poco scavato il precipizio delle attuali cascate.
Se volete provare un bagno a prova di brivido, visitate questo sito nella stagione secca, ossia da settembre a dicembre. In quel periodo è possibile accedere alla Devil’s Pool, un piccolo specchio d’acqua in cima alle Cascate Vittoria adiacente a Livingstone Island, sul lato dello Zambia del fiume Zambesi. Basta non soffrire di vertigini, poiché sarete sul più pericoloso tetto del mondo: il bordo da cui si riversano milioni di metri cubi di acqua con una forza impressionante.
In Asia
Anche in questo continente si possono trovare vere e proprie perle. Le migliori in assoluto, sempre per mio gusto personale, sono le cascate Detian-Ban Gioc (德天瀑布), conosciute anche come “le gemelle“. Si trovano sul confine che separa la Cina (145 chilometri da Nanning, capitale del Guangxi) dal Vietnam (270 chilometri da Hanoi), circondate da splendide colline verdi di origine carsica e campi coltivati a terrazze.
Larghe 200 metri e alte 70, con 3 salti che amplificano il rumore dell’acqua, sono le cascate binazionali più grandi dopo quelle del Niagara, sul confine tra Canada e Stati Uniti. Le cascate hanno due lati: la cascata principale (denominata Detian Waterfall) è sulla parte cinese del fiume Guichun, mentre la Ban Gioc si trova sul lato vietnamita.
Sotto la cascata Detian c’è una piscina naturale larga oltre 200 metri e profonda più di 30, dove è possibile andare in barca, pescare con la gente del posto e perfino fare il bagno. Primavera ed estate sono le due stagioni migliori per visitare le Detian-Ban Gioc, dal momento che la portata delle cascate è maggiore rispetto agli altri periodo dell’anno.
In Oceania
Un vero e proprio paradiso per gli escursionisti, in Australia, sono le Mitchell Falls, una serie di cascate che si sviluppano per quattro livelli e precipitano in un lago d’acqua dolce con un tuffo di 80 metri. Si trovano all’interno del Parco Nazionale del Mitchell River, nella regione del Kimberley, uno dei luoghi più remoti dell’Australia.
Prendono il nome dal fiume omonimo, che ha scavato gole e cascate nel Mitchell Plateau e sfocia nella Baia di Walmsley e nel Golfo dell’Ammiraglio. Le cascate sono considerate sacre dagli aborigeni Wumambal, che le chiamano “Punamii-unpuu”. Secondo le leggende locali, infatti, nelle acque dei laghi formati delle cascate abiterebbero esseri soprannaturali chiamati Wungurr (serpenti creatori). Proprio per questo è tassativamente vietato fare il bagno.
Gran parte del flusso d’acqua delle Mitchell Falls è costituito dalla pioggia che si accumula durante la stagione umida. La portata delle cascate diminuisce nei mesi in cui le precipitazioni si riducono. La foresta pluviale, con folti boschi di palme e felci, incornicia le pozze d’acqua limpida sotto le cascate. Irrorati dalla luce, i laghetti assumono sfumature che vanno dall’indaco al blu oltremare fino al verde smeraldo. Uno spettacolo denso di magia e di fascino che non può lasciare indifferenti. Il percorso che permette di raggiungerle a piedi, però, è piuttosto accidentato. Per questo molti viaggiatori preferiscono servirsi degli elicotteri.
In questo articolo ho segnalato solo alcune fra le cascate esistenti al mondo, scegliendole in base ai miei gusti e fra quelle che considero “posti da visitare almeno una volta nella vita”. C’è l’imbarazzo della scelta, come sempre del resto, quando la natura ci mette lo zampino.
Al prossimo viaggio intorno al mondo, alla scoperta di…
Annalisa A.
Postilla: una cascata sottomarina…
La più grande cascata sottomarina al mondo si trova in Antartide. È il Getto Polare Antartico, un massiccio sistema meteorologico che circonda perennemente l’intero continente meridionale. Se si mettono insieme le immagini di 17 satelliti diversi, che monitorano il Polo Sud, è possibile osservare un gigantesco mulinello, alimentato e sospinto dal movimento della rotazione terrestre.
Si tratta di una gigantesca cascata sottomarina, non visibile dall’occhio umano, con un getto paragonabile a 500 milioni di cascate del Niagara, il cui dislivello è alto tre volte tanto il Salto Angel del Venezuela, che è considerata la cascata più alta del mondo coi suoi 979 metri.
L’acqua salata densa fredda e ricca di ossigeno cade lentamente sul fondo degli abissi. L’acqua salata è più densa, infatti, della comune acqua marina e tende a scendere verso il fondale. Essendo pesante, quest’acqua porta con sé l’ossigeno dell’aria presente in superficie, trasferendolo negli abissi dell’oceano.
Ogni secondo un milione e mezzo di metri cubi d’acqua densa, salata e ossigenata cala verso il fondale, in una corrente verticale irrefrenabile. Quando l’acqua tocca il fondo si espande per centinaia di chilometri e scende a cascata sulla piattaforma continentale, diretta a nord verso l‘Equatore. Non tornerà in superficie per almeno mille anni.
Giunta qui sicuramente da un mondo parallelo e da un universo temporale alternativo, in questa vita sono una grammar nazi con la sindrome della maestrina, probabilmente nella precedente ero una signorina Rottermeier. Lettrice compulsiva, mi piace mangiare bene, sono appassionata di manga, anime e serie TV e colleziono Lego.
In rete mi identifico col nick Lunedì, perché so essere pesante come il lunedì mattina, ma anche ottimista come il “primo giorno di luce”.
In Inchiostro Virtuale vi porto a spasso, scrivendo, nel mio modo un po’ irriverente, di viaggi, reali o virtuali.
Sono inoltre co-fondatrice, insieme a Jessica e Virginia, nonché responsabile della parte tecnica e grafica del blog.
Mi potete contattare direttamente scrivendo: a.ardesi@inchiostrovirtuale.it