Il suo nome è Paint, MS Paint.
Ha ritagliato, ridimensionato, combinato, incollato più screenshot lui di qualunque altra applicazione per PC. E non si è limitato a questo. Il cartello:
Si prega di lasciare libero il piazzale, causa trasloco.
con cosa l’avete scritto? Se siete evoluti, con Power Point, forse, oppure con Word. Ma noi ruspanti abbiamo usato sempre e solo lui, Paint.
Ebbene, preparatevi a cercare un’alternativa, perché Paint va in pensione.
Non sparirà subito dalla circolazione, ma con la revisione di Windows 10 di questo autunno il suo utilizzo sarà deprecato e, se non lo avete già sul pc, occorrerà scaricarlo (gratis) dallo store di Windows.
Paint non c’è più, anzi no, va in pensione
La ferale notizia della scomparsa di Paint dalla suite di Windows 10 è stata lanciata dal Guardian il 24 luglio, fonte il sito del supporto Microsoft.
Ne è seguita un’istantanea ondata mondiale di raccapriccio, al grido di «Nooo, ma proprio Paint… e mo come faccio?».
Poi, il giorno successivo, ecco la precisazione di Microsoft via blog:
MS Paint is here to stay, it will just have a new home soon, in the Windows Store where it will be available for free
In sintesi, come si legge sul sito del supporto:
Microsoft Paint: Will be available through the Windows Store. Functionality integrated into Paint 3D.
E, accanto, un asterisco nella colonna deprecated.
Immagino la scena. Faccio per aprire Paint e una vocina dal pc (no, tranquilli, non è Clippy) mi redarguisce deprecando: Cacchio fai con quel Paint, troglodita??? Ma usa Paint 3D!
Cosa vuol dire in informatica la deprecation di un prodotto?
Wikipedia ricorda che la parola deriva dal latino deprecare, che sta per allontanare un pericolo con la preghiera.
Il pericolo da cui guardarsi è che prima o poi quel prodotto, oltre a non evolvere più, diventi addirittura non più utilizzabile. Quindi Microsoft ci sta solo suggerendo di non usare più un’applicazione che è arrivato al capolinea del suo ciclo di vita.
E per renderci più facili le cose, la mette da parte, lasciando a portata di mano il nuovo prodotto, Paint 3D, e ricordandoci che:
In addition to the new 3D capabilities, many of the MS Paint features people know and love like photo editing, line and curve tools, and 2D creation are in Paint 3D.
Ok, cara Microsoft, ma il problema è lievemente diverso.
32 anni di onorato servizio
MS Paint è nato con Windows. Al lancio di Windows 1 nel 1985, Microsoft includeva infatti il PC Paintbrush (questo il nome originario di MS Paint) acquisito su licenza dalla ZSoft Corporation.
Nemmeno ricordavo di un Windows 1, prima di leggere la storia di Paint. I miei ricordi da utente partono da Windows 3.1, con un’applicazione grafica rudimentale ma efficace per quello che ci si aspettava: composizione e adattamento di ritagli di grafica, e poche altre semplici manipolazioni grafiche.
In questi 32 anni Microsoft ha continuato a fornirci esattamente questo, aggiornandone di tanto in tanto la veste, ma nemmeno più di tanto, per non sconvolgerci.
Ricordo a mala pena che, a partire da un certo momento, il default di salvataggio non era più il formato .bmp (bitmap), ma era diventato .png.
Un miglioramento non da poco, considerando la dimensione molto più contenuta del file.
Perché ho usato Paint?
Si è trattato di una sorta di selezione naturale. Il prodotto era lì, faceva quello che mi serviva, era semplice da utilizzare. Perché cercare alternative?
La stessa motivazione ha mosso milioni di utilizzatori in tutto il mondo.
È evidente che esistevano prodotti più evoluti, vedi Photoshop, con cui fare cose sublimi. Peccato che di quelle meraviglie non sentissi la necessità.
Mi è anche capitato di aprire un Photoshop, ma mi sentivo perso e mi mancava il tempo (in realtà la motivazione) per imparare: se quello che c’era mi andava bene, perché cambiare?
Quando Microsoft mi propone di passare a Paint 3D, perché: many of the MS Paint features people know and love […] are in Paint 3D, sottovaluta proprio questo aspetto. Paint 3D è diverso da Paint.
Quindi dovrei imparare a usare un tool diverso, non perché siano cambiate le mie esigenze, ma per adeguarmi alla roadmap di Microsoft.
Molti utenti lo faranno, può darsi che la nuova applicazione sia uno strumento meravigliosamente semplice. Però è una rottura, cara Microsoft.
Un tool universale
Girando in rete ci si imbatte in una quantità di utilizzi in qualche modo sorprendente di Paint.
In questi giorni è stato spesso rilanciato, con la notizia del pensionamento di Paint, il sito campredblood.com, blog-racconto del campo estivo ideale dell’autore (Pat Hines), mediante cartoni, tutti disegnati con Paint.
Ma ho trovato anche chi utilizza l’applicazione per disegnare tappeti o per disegnare circuiti stampati.
Per chi abbia bisogno di farsi guidare per mano, c’è anche una guida a disegnarsi un proprio logo o addirittura a muovere i primi passi con Paint.
Avrei immaginato di trovare anche entusiasti creatori di copertine di libri, invece non è così. A leggere i gruppi di discussione su Amazon, la qualità del risultato lascia a desiderare.
Perché elaborati tappeti e circuiti stampati complessi a piacere sì, e copertine di libri no?
La differenza sta forse nella creatività necessaria per una copertina che sia capace di attrarre. Servono effetti speciali su foto o su disegni complessi, più che disegni geometricamente regolari.
Probabilmente occorre quindi uno strumento più sofisticato, come Photoshop, e la professionalità di chi lo padroneggi. È molto probabile che abbia anche la creatività grafica necessaria.
Un pregio di Paint è quello di avere la praticità di un coltellino svizzero: pochi attrezzi basilari, e puoi farci tutto.
Esempio: debbo ritagliare un’immagine con precisione, ma sono un cane con il mouse.
Procedo così:
- ritaglio il bordo destro e quello inferiore, semplicemente riducendo rispettivamente la larghezza e l’altezza dell’immagine. Niente mouse, regolo direttamente l’impostazione delle dimensioni, con 1 pixel di risoluzione;
- a questo punto capovolgo l’immagine orizzontalmente e mi ritrovo il bordo sinistro a destra. Riduco la larghezza di quanto serve e ri-capovolgo l’immagine;
- infine capovolgo verticalmente, riduco l’altezza e ri-capovolgo.
Fatto! Preciso e senza fare affidamento sul mouse.
Gli altri sistemi operativi
Non ho mai avuto grande simpatia per Microsoft. Così, dopo aver giocato per qualche anno con Ubuntu, all’arrivo della versione 10.10 (10. = 2010, 10 = ottobre) ho provato l’ebrezza dell’essere stabilmente alternativo.
Un paio d’anni fa sono passato alla versione Xubuntu, con interfaccia di utilizzo più rudimentale, ma capace di girare meglio sul mio catorcetto, un netbook Aspire 1 della Acer.
Poi, un anno fa, mi sono fatto sedurre dalle promesse del Chromebook, immaginando di poter mandare in pensione il catorcetto.
Niente da fare, se devo lavorare su un foglio di calcolo, LibreOffice per Xubuntu è ancora molto meglio di Sheet di Google. E siamo ancora lontani da Excel, devo ammetterlo.
E per la grafica?
Su Ubuntu/Xubuntu passai quasi subito a Gimp, altro prodotto open source, utilizzabile quindi legalmente gratis.
Gimp è un prodotto molto più vicino a Photoshop che a Paint, ed è disponibile anche per piattaforma Windows. Quindi lo installai anche sul PC di lavoro, a fare concorrenza al padrone di casa.
Sul catorcetto non avevo alternative a Gimp, che ho utilizzato estensivamente per gli adattamenti delle immagini per il mio blog su Libero. Su PC niente da fare, per quello che dovevo farci, Gimp era troppo complicato.
Sul Chromebook? Ho provato una manciata di app. Neanche qui ho trovato qualcosa di equivalente.
Meno male che un PC Windows non ce l’ho più. Essere andato in pensione qualche mese fa mi risparmierà il trauma del passaggio a Paint 3D. Però un po’ di curiosità c’è, non mi dispiacerebbe provare la nuova creatura.
Tutto sta a convincere mia moglie a farmi mettere le mani sul suo Windows 10. Al momento è un update indietro, ma il passaggio da Windows 8 a 10 non è stato indolore: poche settimane dopo il passaggio, blocco dello Start menu. Si è risolto, mediante astrusi riti trovati su Internet, ma la parola aggiornamento è ancora tabù.
Prossimamente vi faccio sapere, stay tuned. Ammesso che vi interessi, beninteso.
Mi chiamo Pasquale Petrosino, radici campane, da alcuni anni sulle rive del lago di Lecco, dopo aver lungamente vissuto a Ivrea.
Ho attraversato 40 anni di tecnologia informatica, da quando progettavo hardware maneggiando i primi microprocessori, la memoria si misurava in kByte, e Ethernet era una novità fresca fresca, fino alla comparsa ed esplosione di Internet.
Tre passioni: la Tecnologia, la Matematica per diletto e le mie tre donne: la piccola Luna, Orsella e Valentina.
Potete contattarmi scrivendo a: p.petrosino@inchiostrovirtuale.it