wrestling #speakingout

Dopo il #metoo, che ha aperto il vaso di Pandora e messo in subbuglio Hollywood, ora è il turno dello #speakingout, che sta mettendo al tappeto il mondo del wrestling.

#speakingout: scandali sessuali nel wrestling

Ad essere coinvolti sono sia i nomi del wrestling mainstream, quello della WWE, sia i nomi militanti nelle federazioni indipendenti. Iniziamo da questi ultimi!

Il caso David Starr, aka “The Product”

A fare da apripista sono stati i tweet di Victoria, ex fidanzata del lottatore che, commentando il caso recente del comico Chris D’Elia, ha fatto riferimenti alla sua storia personale e ha accusato il wrestler di stupro.

Nell’immediato Starr ha respinto le accuse al mittente, ammettendo di non aver avuto un comportamento sempre corretto nei confronti delle sue ex compagne. Successivamente però, attraverso una lettera, Starr ha pubblicamente chiesto scusa per la sua condotta, consapevole delle conseguenze dal punto di vista lavorativo. 

Conseguenze che non si sono fatte attendere. Infatti, la OTT, dal suo profilo Twitter, ha annunciato di aver tolto dalle mani di Starr il Titolo OTT, rendendolo vacante. 

Il caso “The Product” ha creato un effetto domino inatteso, che ha portato una catena di denunce che stanno scuotendo il mondo del wrestling. 

Il tweet è diventato virale a tal punto che, con l’hashtag #speakingout, numerosissime donne del wrestling hanno lanciato accuse di aggressioni e violenze sessuali contro nomi blasonati delle indie e della WWE.

Joey Ryan abbandona i social su consiglio dell’avvocato

Una lottatrice di nome Corinne Mink ha denunciato l’aggressione subita da Ryan, prima di uno show. La Mink ha, peraltro, rivelato di aver denunciato quanto accaduto alla federazione, la quale avrebbe assicurato di tagliare i ponti con il lottatore; tuttavia, 18 mesi dopo, Ryan era di nuovo sul ring.

A seguito della tempesta mediatica che lo ha investito in pieno, Joey Ryan ha cancellato sia il suo account Twitter, sia l’account Twitter di Bar Wrestling, la compagnia indipendente della California meridionale che gestisce.

Ryan ha affrontato queste affermazioni in una lunga dichiarazione, dicendo:

Dopo aver parlato con il mio avvocato, mi è stato consigliato di non rispondere ad alcuna specifica accusa in questo momento.

Dave Lagana rassegna le dimissioni 

Una delle accuse più importanti riguarda l’ex vicepresidente della NWA, Dave Lagana, accusato di violenza sessuale da Liz Savage.

La Savage ha scritto su twitter di essere stata aggredita sessualmente dall’allora amico Lagana, quando viveva con lui a Los Angeles.

Dave Lagana, nonostante abbia negato le accuse mosse contro di lui, ha rassegnato le dimissioni e la NWA ha rilasciato una dichiarazione ufficiale sulla questione, annunciando una ristrutturazione del management.

Sammy Guevara sospeso dalla AEW

Sammy Guevara è finito nell’occhio del ciclone dello #speakingput dopo che qualcuno ha postato una clip di un’intervista, risalente al 2016, in cui affermava di voler stuprare la superstar della WWE Sasha Banks.

Guevara si è prontamente scusato su Twitter, prendendo le distanze dalle sue inaccettabili affermazioni e provvedendo a scusarsi anche con la Banks, come la stessa ha confermato in una dichiarazione sulla vicenda. 

Questo non è bastato, però, per evitare la sospensione della All Elite Wrestling, la quale ha annunciato che, per tutta la sospensione, lo stipendio di Guevara verrà donato al “Women’s Center of Jaksonville”.

Lo #speakingout travolge anche il wrestling WWE

Tra i nomi più influenti comparsi sino ad ora, capeggia quello di Jordan Devlin.

Usando l’hashtag #speakingout, Hannah Francesca ha accusato la star della WWE NXT UK di aver abusato sessualmente di lei, condividendo alcune immagini in cui sono ben visibili segni di lesioni su tutto il corpo.

Devlin ha prontamente smentito le accuse con una dichiarazione condivisa su twitter.

Altre superstar finite nell’occhio del ciclone sono:

Lo #speakingout ha riportato sotto i riflettori il caso Ashley Massaro

L’avvocato della lottatrice Ashley Massaro, che ha militato nella WWE dal 2005 al 2008 e che si è tolta la vita lo scorso anno, ha reso pubblica una dichiarazione giurata della Massaro nella quale la stessa racconta di essere stata vittima di violenza sessuale e di essere stata completamente abbandonata dalla federazione. 

La Massaro prese parte a uno dei tanti tour degli atleti WWE presso le truppe militari degli Stati Uniti in Afghanistan, Kuwait e Arabia Saudita. Rimasta sola nella base, un sedicente medico militare le avrebbe somministrato della droga per endovena, rendendola incapace di muoversi. Del tutto inerme, ma perfettamente cosciente, la lottatrice sarebbe stata vittima di stupro.

Informato dell’accaduto il Boss della WWE, Vince McMahon, si mostrò profondamente dispiaciuto, ma invitò la Massaro a non rivelare la terribile esperienza vissuta per non far scoppiare uno scandalo e non rovinare i buoni rapporti della compagnia con l’esercito.

La WWE, senza smentire quanto accaduto alla lottatrice, quindi implicitamente ammettendo di esserne a conoscenza, ha provveduto a smentire il presunto incontro con Vince McMahon, Kevin Dunn, John Laurinaitis o altri dirigenti aziendali in cui la Massaro avrebbe ricevuto l’ordine di non denunciare la violenza subita alle autorità.

La WWE questa volta ha annunciato tolleranza zero 

Alla luce delle recenti accuse contro numerosi lottatori della federazione, la WWE ha rilasciato una dichiarazione nella quale si legge:

Prendiamo molto sul serio ogni accusa di questa natura e stiamo esaminando la questione. I singoli sono responsabili delle proprie azioni. La WWE ha tolleranza zero per le questioni relative alla violenza domestica, agli abusi sui minori e alle aggressioni sessuali. In caso di arresto per tale cattiva condotta, un talento WWE sarà immediatamente sospeso. In caso di condanna, ogni rapporto lavorativo verrà immediatamente interrotto.

Scritto da:

Virginia Taddei

Avvocato e redattrice, nonché co-fondatrice di Inchiostro Virtuale.
Potete contattarmi inviando una mail a v.taddei@inchiostrovirtuale.it