Il gruppo musicale inglese dei Depeche Mode nel 2017 ha pubblicato il singolo Where’s the Revolution, come primo estratto dal loro quattordicesimo album in studio “Spirit”. Ispirandoci alla celebrazione francese del 14 luglio, anche noi ci siamo domandati: “Dov’è la rivoluzione?”.
Questa volta dunque gli inchiostrati si sono trovati per le mani, anzi per le penne, un topic piuttosto impegnativo… pronti per il recap?
It’s a Revolution!
Apre il tema Jessica, che entra subito nel merito con un articolo sulla rivoluzione in campo medico, in particolare sulle terapie mirate in oncologia.
“Abbiamo appena detto, infatti, che i farmaci intelligenti individuano e uccidono le cellule tumorali, grazie a specifici bersagli, individuati attraverso lo studio e il confronto con le cellule sane. I bersagli, o target in inglese, sono molecole chiave per lo sviluppo e la sopravvivenza delle cellule, che risultano alterate o più abbondanti in quelle tumorali. Grazie alle molecole chiave, dunque, non solo queste ultime crescono e si riproducono più in fretta, ma riescono anche a eludere i meccanismi volti a eliminarle”.
Mauro ci porta in Oriente, dopo la caduta dell’ultimo Imperatore, e ci racconta della nascita della Repubblica Popolare Cinese, da non confondere con la Repubblica di Cina.
“In questo periodo la Rivoluzione cinese era ancora a una fase iniziale. Non esisteva, infatti, una forza politica in grado di affermarsi su tutte le altre. La morte di Yuan Shikai permise, nel 1917, il rientro in patria di Sun Yat-sen e la rifondazione del KMT. La zona settentrionale, però, era in mano ai signori della guerra, caratterizzando un periodo di anarchia che si estenderà fino al 1928.
L’evento più importante, col senno di poi, risale però al 1921, anno di fondazione del partito comunista cinese. Inizialmente questo si alleò con il KMT per contrastare il governo di Pechino controllato dai Giapponesi“.
Dalla Cina ci trasferiamo in Medio-Oriente. È stata una vera rivoluzione in Siria, oppure i siriani hanno perso un’importante occasione? Ce ne ha parlato Virginia.
“Quella che si era inizialmente configurata come una guerra civile ha assunto ben presto connotati internazionali per via dei molteplici interessi economici e geopolitici che le potenze occidentali hanno sul territorio. La Siria, infatti, non è solo il principale teatro della battaglia d’influenza tra le due correnti dell’islam, quella sciita e quella sunnita, rispettivamente protette da Iran e Arabia Saudita, ma è anche una regione fondamentale per il petrolio, le basi navali e i rapporti commerciali dei Paesi occidentali”.
Sempre parlando di revolution, Annalisa ci ha fatto conoscere alcuni luoghi divenuti simbolo di eventi dal sapore rivoluzionario: la Bastiglia, Piazza Tienanmen e Woodstock. Con un bonus speciale a L’Avana!
“So di darvi una delusione, dicendovi quanto segue, ma se andate a Parigi scordatevi di “visitare” la fortezza. Il 16 Luglio 1789, due giorni dopo il cosiddetto “inizio” della rivoluzione, la Bastiglia non esisteva già più: era stata rasa al suolo dal popolo, un tantino alterato, diciamo. Il suo destino divenne quello di molti altri monumenti o luoghi-chiave della storia: fu trasformata in un souvenir. Alcuni commercianti di Faubourg Saint Antoine presero infatti i pezzi di muro e le pietre della Bastiglia e li misero in vendita, come ricordino di un momento storico importante”.
Anna ci “sorprende” con Stupor Mundi, pubblicato dalla francese Éditions Gallimard, nel 2016, e in Italia da Coconino Press, nel 2017. Un’opera dall’ambientazione medievale in cui si affronta la “rivoluzione delle immagini” tramite un oggetto che oggi diamo per scontato: la macchina fotografica.
“Ma cosa ci viene a fare in Italia una persona come Annibale? Lo scienziato intende sottoporre a re Federico II di Svevia, uno tra gli Stupor Mundi più attenti ai progressi delle arti e delle scienze, una sua rivoluzionaria invenzione. Annibale è, infatti, convinto di aver progettato una macchina prodigiosa da lui denominata Beït-el-Dhaw (Casa della Luce) che servirà per la creazione di una Suar Dhawyia (Disegno di Luce).
Questo apparecchio funziona così: il soggetto scelto come modello viene esposto a una luce intensa; il raggio luminoso passerà attraverso un’oculare, attraverserà la scatola Kenz-el-Dhaw (Tesoro di Luce) e si proietterà su un tessuto imbevuto di un composto chimico ideato dallo stesso Annibale nell’arco di nove lunghi anni di lavoro; il tessuto va, poi, portato nella Beït-el-Hamra (Camera Rossa), immerso in una soluzione e… qualcosa non funziona come dovrebbe!“.
Una rivoluzionaria tra le donne? Ce la presenta Cristina: è Lucrezia Borgia, controversa figura che, a cavallo del 1500, ha saputo rivoluzionare il ruolo sottomesso della donna “utile” solo per stringere alleanze utili al padre – Papa Alessandro VI – tramite matrimoni combinati.
“Lucrezia è una donna forte, sensibile e intelligente che si trova a dover combattere quotidianamente una battaglia persa in partenza solo perché donna.
Quando Lucrezia, poco più che bambina, scopre la menzogna sulla sua famiglia ne è sì sconvolta, ma è solo il primo di una lunga serie di torti che le verranno fatti, non ultima l’uccisione del marito che ama, ai quali per come può tenta di ribellarsi invocando la propria libertà di scelta.
Questa sua posizione fa sì che la sua figura sia stata macchiata dalle più inaudite calunnie“.
La storia si studia sui libri, ma c’è anche un altro modo, forse più interessante e piacevole: attraverso i quadri. Grazie a Serena scopriamo come l’arte ha rappresentato le rivoluzioni!
“Curiosamente, ho scoperto che un altro quadro, più vecchio di quasi cento anni, viene spesso associato alla rivoluzione francese, benchè non ritragga affatto quei momenti. L’opera è La libertà guida il popolo che invece racconta la lotta dei parigini contro Carlo di Borbone, che sfociò nelle Tre Gloriose Giornate di Parigi.
La libertà, ritratta come una donna a seno scoperto, tiene in mano la bandiera della Francia che rimanda ai valori per cui il popolo aveva combattuto durante la rivoluzione del 1789, mentre incita il popolo a seguirla. Il quadro, ad opera di Eugene Delacroix è considerato una della opere più conosciute e famose al mondo”.
Oggi diamo per scontato la presenza dello zero tra i numeri, così come i simboli delle quattro operazioni alla base dei calcoli (+, -, x e :). Pasquale ci racconta di come e quando sono stati inventati, rivoluzionando di fatto la matematica. Sapevate, ad esempio, che i simboli risalgono “solo” a dopo il 1450, anno di invenzione della stampa e, addirittura, l’uguale (=) al 1557?
“Intorno all’800 l’impero islamico si espande fino a comprendere parte dell’India. È l’occasione per le conoscenze matematiche indiane di contaminare le menti arabe ed espandersi.
Muhammad ibn Musa al-Khwarizmi, matematico arabo dal cui nome deriva la parola algoritmo, tratta nei suoi libri sia del sistema di numerazione indiano, che del metodo, sempre ideato in India, della risoluzione di equazioni, mediante la manipolazione dei sue membri. La parola araba per descriverla è al-jabr, da cui deriva il nostro termine algebra.
La contaminazione risale la Spagna, e si diffonde nel resto dell’Europa.
In Italia, a contribuire in modo determinante all’introduzione della nuova numerazione è Leonardo Pisano detto il Fibonacci.“
E dopo aver… rivoluzionato la vostra estate, gli Inchiostrati non andranno certo in vacanza, anzi! Continuate a seguirci, anche da sotto l’ombrellone!
Buone letture!
La Redazione
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