
Sabato 14 giugno, alle ore 11:45 presso Le Conce a Foresta Burgos.
Sabato 14 giugno, alle ore 11:45, nella sala Convegni Le Conce, a Foresta Burgos, si terrà la presentazione del libro “Foresta Burgos, terra di cavalli e soldati. Storia della sua Comunità” (Carlo Delfino editore) di Antonio Cicilloni.
Introdotto da Pier Luigi Ledda il volume è un affettuoso e documentato omaggio a tutte le persone che nella prima metà del Novecento con il loro lavoro, all’interno del Centro allevamento quadrupedi dell’Esercito, donarono al piccolo borgo di Foresta un periodo di grande vitalità economica e sociale diventando un vero e proprio fenomeno di eccellenza nella Sardegna del tempo. Il libro restituisce mirabilmente i sentimenti di amicizia e la struggente nostalgia dei tanti forestani che ora, sparpagliati in altre città della Sardegna e del Continente, continuano a cercarsi per ricordare il loro “Centro cavalli” tramandando ai figli e nipoti il ricordo di un posto magico: la loro infanzia.
Antonio Cicilloni è nato a Carbonia nel 1956, si è laureato in Medicina Veterinaria presso l’Università di Sassari, si è specializzato in Sanità Animale. Ha prestato servizio come ufficiale veterinario nella Brigata Alpina Orobica nel Gruppo Artiglieria da Montagna Orobica. Attualmente in servizio presso la ASL Sassari. È appassionato di storia, in particolare di quella sarda ma anche di storie militari. È sposato e ha tre figli.
Ha pubblicato un primo volume di “Foresta Burgos, terra di cavalli e soldati”, andato rapidamente esaurito.
Nelle comunità degli ex Forestani o dei loro discendenti, come anche tra i curiosi e cultori di storia sarda, è cresciuto l’interesse per le complesse vicende di questa struttura militare-civile che tanto lustro ha dato alla Sardegna e al mondo ippico nazionale del tempo. Tutto ciò lo ha stimolato a proseguire e approfondire la sua personale ricerca su quanto poteva riguardare la storia, la vita e le persone del Compendio militare di Foresta B. Negli oltre tre anni successivi ha continuato a trovare, raccogliere e ricevere tanti nuovi documenti, dati, ulteriori contributi fotografici e precisazioni orali da parte dei Forestani dell’epoca, o anche discendenti. Ha recuperato e ha potuto consultare altro prezioso materiale che gli ha consentito sia di meglio precisare fatti, nomi, circostanze e avvenimenti, ma anche di correggere alcune imprecisioni presenti nel precedente volume dovute alla carenza e/o frammentazione di documenti ufficiali relativi al Centro di Raccolta e Allevamento Quadrupedi di Bonorva (Foresta Burgos), noto prima come DAC (Deposito Allevamento Cavalli) in seguito come CRAQ o CRQ.
Dopo un’attenta riflessione e una profonda analisi del precedente manoscritto, alla luce delle nuove documentazioni raccolte, e a seguito delle gentili richieste da parte di numerose persone, in accordo con l’Editore ha ritenuto necessario redigere un nuovo volume (“Foresta Burgos, terra di cavalli e soldati. Storia della sua Comunità”).
Anche stavolta il lavoro è stato molto impegnativo per le difficoltà insite nella ricerca e verifica del materiale documentale ufficiale e per l’assenza di testi specifici su Foresta. Nonostante ciò, ha rintracciato e consultato articoli di quotidiani dell’epoca, estratti inseriti in altri volumi, testi universitari, pubblicazioni varie, annuari di statistica, guide turistiche, riviste dell’epoca (di ippologia, zootecnia, veterinaria, agricoltura, sport ippico), atti di sedute parlamentari della seconda metà dell’Ottocento e della prima metà del Novecento, oltre a migliaia di Regie Gazzette Ufficiali, pur trovandovi sempre brevi notizie, spesso parziali, frammentarie o contradditorie.
Tutte queste prove scritte, sebbene ancora incomplete o lacunose, gli hanno comunque permesso di allargare ulteriormente e approfondire lo sguardo sul mondo militare, su quello dell’ippica e dell’allevamento equino, sugli zootecnici, sugli ippologi e ippiatri che ruotavano intorno al complesso mondo del cavallo militare, aiutandolo a definire, comprendere e far capire meglio il passato di Foresta.
Indubbiamente, uno degli ostacoli più difficili da superare è stato ancora una volta riuscire a rintracciare e intervistare parte degli ultimi testimoni diretti della diaspora da Foresta, sparsi in tutta la Sardegna e nel resto della penisola, alcuni dei quali venuti a mancare durante la stesura del libro o poco dopo. Queste persone, con il loro interesse, entusiasmo contagioso e sostegno verso il lavoro dell’autore, gli hanno generosamente e con grande disponibilità trasmesso le loro storie familiari e di comunità, condividendo immagini della loro vita personale o del villaggio di Foresta.
Il volume nasce con l’intento di dare un ulteriore contributo nel cercare di ricostruire la storia di un luogo molto peculiare, Foresta Burgos, che in un passato non tanto lontano era un piccolo borgo pieno di vita e a modo suo dinamico. La sua fu una breve parabola di una struttura unica in Sardegna, in cui si allevavano e formavano equini ad uso militare, che fu viva e vitale per oltre settanta anni, equiparabile a sole altre cinque analoghe presenti nel resto d’Italia.
Tale storia è scarsamente conosciuta al di fuori del Goceano, territorio in cui insiste Foresta, ma è una vicenda affascinante che merita di essere rivelata, anche per ricordare le tante persone che la realizzarono e la portarono avanti con dedizione, sofferenza, tanti sacrifici e privazioni, fossero esse militari o civili.
L’intento dell’autore è quello di contribuire a divulgare le vicende, relative al periodo compreso tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, di un reparto militare e di un villaggio incastonato su un piccolo altopiano tra le verdi montagne di un territorio racchiuso fra Goceano, Marghine, Meilogu e Monte Acuto in cui i cavalli regnarono sovrani.
I Forestani trasformarono una landa disabitata e inospitale, lontana da tutto e da tutti, quasi fuori dal mondo e in cui era piuttosto difficile vivere, in un centro gradevole, accogliente, decoroso, ricco di verde e di fiori, tanto da portare uno degli ultimi Direttori a definirla una “piccola Svizzera”.
Quest’ultimo pensiero fu condiviso da molti degli ospiti che negli anni si recarono in visita presso il Centro di Allevamento Quadrupedi. Quasi tutti, infatti, una volta giunti a Foresta, difficilmente riuscivano a celare il proprio stupore e la meraviglia nel trovare all’improvviso, quasi nascosto, un simile gioiello.
L’iniziativa è a ingresso libero fino a esaurimento posti. Gradita la prenotazione presso cnuraghe@libero.it 3333145324
Mario Ledda