Cicatrici da acne. Image by freepik

Le cicatrici sono complicanze dell’acne che richiedono un’attenta gestione, in quanto aumentano la suscettibilità a traumi e infezioni, oltre a intaccare la sfera psicosociale delle persone interessate. Vediamo che aspetto possono assumere e come migliorarlo.

Da una metanalisi pubblicata nel 2023 su Skin Research & Technology,1 che ha coinvolto 37 studi per un totale di 24.649 partecipanti, è emerso che quasi la metà dei pazienti con l’acne ha la pelle segnata da cicatrici: esiti della guarigione imperfetta di noduli e cisti (lesioni infiammatorie che raggiungono il derma profondo) ma anche dei semplici brufoli, in caso di manipolazione o trattamenti inadeguati. Il rischio è maggiore negli uomini, nelle persone con familiari acneici e/o affette da forme severe della patologia (acne nodulo-cistica, conglobata o fulminans).

Che cicatrici può lasciare l’acne?

Le alterazioni della riparazione cutanea possono portare a una perdita di tessuto, con conseguente formazione delle cicatrici atrofiche, o a una sovrapproduzione dello stesso, dunque cicatrici ipertrofiche e cheloidi. Vediamo brevemente di cosa si tratta.

Cicatrici atrofiche

Sono depressioni o affossamenti cutanei di colore più scuro o più chiaro rispetto alle zone circostanti, in corrispondenza dei quali la pelle è più sottile, fragile, molle e secca, perché è carente dei componenti che le danno tono ed elasticità (acido ialuronico, collagene ed elastina). Si suddividono ulteriormente in:

  • ice pick scars o cicatrici a punteruolo, sembrano i segni lasciati da un chiodo, con i loro 2 mm di diametro che si restringe scendendo in profondità;
  • rolling scars o cicatrici a rullo, ovvero ampi avvallamenti (4-5 mm) che si formano quando la pelle è ancorata al grasso sottostante da cordoni cicatriziali anomali;
  • boxcar scars o cicatrici varioliformi, depressioni ampie dai bordi netti, spesso a forma di scatola.

Compaiono di frequente nel viso e nel collo.

Cicatrici ipertrofiche e cheloidi

Sono meno frequenti rispetto alle atrofiche, di colore rosato o rosso-violaceo e rialzate rispetto alle aree circostanti. Le cicatrici ipertrofiche rimangono entro i bordi delle lesioni originarie, mentre i cheloidi sono masse abnormi di tessuto cicatriziale che si estendono oltre i confini delle suddette lesioni.

Si formano soprattutto nella schiena, nelle spalle e nel petto, dove la pelle è più spessa e tende a produrre più collagene.

Come si rimuovono le cicatrici da acne?

Una revisione di studi clinici pubblicata su Skin Therapy Letter2 ha valutato le tecniche di rimozione più adatte in base al tipo di cicatrice: non ci rimane che scoprire i risultati di questa ricerca.

1) Punch excision

È l’ideale per asportare le cicatrici a punteruolo, piccole ma profonde. Rimosso il tessuto cicatriziale con un bisturi cilindrico, il foro risultante viene suturato o fatto guarire naturalmente se è molto ristretto. Questa procedura può lasciare punti di colore diverso rispetto alla pelle circostante o cicatrici lineari, di aspetto comunque più accettabile, che possono essere rimosse con il laser frazionale non ablativo. La punch excision viene condotta in ambulatorio sotto anestesia locale.

2) Punch elevation

Si differenzia dalla procedura precedente per il fatto che il tessuto cicatriziale viene portato allo stesso livello della cute circostante, risultando dunque adatta per le cicatrici varioliformi. Anche questa tecnica si effettua in ambulatorio, sotto anestesia locale, e può essere abbinata al laser frazionale non ablativo per migliorare ulteriormente l’aspetto della pelle.

3) Subcision

È indicata per le cicatrici a rullo, infatti consiste nel separare la cute dal grasso sottostante con un ago ipodermico, che recide i cordoni cicatriziali anomali, di modo che il tessuto torni allo stesso livello delle aree circostanti. Se dopo la procedura (anch’essa effettuata in ambulatorio, sotto anestesia locale) persistono delle lievi depressioni, è possibile riempirle con i filler di acido ialuronico, che dovrebbero essere ripetuti a distanza di 6-12 mesi.

4) Excision

L’escissione chirurgica viene usata per le cicatrici ipertrofiche e i cheloidi. Rimossa la massa cicatriziale con il bisturi, si sutura accuratamente la ferita per ridurre la tensione tra i lembi di pelle e accelerarne la guarigione. Questa procedura (che a seconda dell’estensione della cicatrice si può effettuare in ambulatorio o in day hospital) si può associare alla crioterapia (trattamento con azoto liquido) o alla brachiterapia (radioterapia interna) nel caso di cheloidi molto grandi.

5) Dermoabrasione chirurgica

Si avvale di frese rotanti in acciaio o altri materiali per rimuovere gli strati cutanei superficiali, stimolando così la produzione di tessuto sano. Questa tecnica, che per la sua invasività si effettua in day hospital e sotto anestesia locale o generale in base all’estensione dell’area, è utile per le cicatrici a rullo e varioliformi e richiede tempi di recupero molto lunghi.

6) CROSS – Chemical Reconstruction of Skin Scars

Il peeling chimico è una buona alternativa alla chirurgia per la rimozione delle cicatrici atrofiche e prevede l’applicazione di un acido come il TCA (acido tricloroacetico), causante un’ustione che innesca il ricambio del tessuto cicatriziale con pelle sana.

Un test su 30 pazienti ha evidenziato che l’applicazione di TCA puro è efficace e sicuro anche nelle pelli scure (fototipi IV-VI), per le quali il peeling chimico è in genere controindicato in quanto sono più a rischio di ipopigmentazione post-trattamento (ossia macchie bianche) rispetto a quelle chiare.3

7) Laser skin resurfacing

Le cicatrici da acne si possono trattare anche con il laser, che sfrutta le radiazioni infrarosse. Ne esistono due categorie: laser ablativi e non ablativi.

Laser ablativi

Agiscono con un duplice meccanismo:

  • da un lato vaporizzano l’acqua cellulare, rimuovendo gli strati cutanei superficiali;
  • dall’altro penetrano in profondità, fino al derma, dove causano l’accorciamento delle fibre di collagene (effetto lifting) e un’infiammazione che innesca il rinnovamento cutaneo.

Per le cicatrici atrofiche molto profonde è consigliabile il laser CO2, per quelle medio-profonde il laser Erbium. Una metanalisi pubblicata su Lasers Medical Science4 ha evidenziato che l’associazione del laser CO2 con il PRP (plasma arricchito di piastrine) è più efficace e ha tempi di recupero più rapidi rispetto al solo trattamento laser.

Invece, per quanto riguarda le cicatrici ipertrofiche e i cheloidi, si può ricorrere al Pulsed Dye Laser,5 che permette incisioni molto precise grazie all’emissione di brevi impulsi luminosi.

Laser non ablativi

Il già citato laser frazionale non ablativo (Fraxel) è utile per correggere le cicatrici superficiali, giacché agisce stimolando il ricambio cutaneo senza rimuovere il tessuto. Come scritto in precedenza, si può associare alle procedure chirurgiche per migliorarne l’efficacia.

8) Microneedling con radiofrequenza

Queste due tecniche si possono usare in combinazione per attenuare le cicatrici atrofiche. Il dispositivo è dotato di testine che forano la pelle con microaghi ed emettono onde elettromagnetiche capaci di raggiungere il derma. Ciò attiva la guarigione cutanea e l’accorciamento delle fibre di collagene ed elastina, con conseguente effetto lifting. La procedura è poco dolorosa e si attua in ambulatorio.

9) Iniezioni cortisoniche

Farmaci come il triamcinolone si possono iniettare nelle cicatrici ipertrofiche e nei cheloidi per ridurne la dimensione, in combinazione al Pulsed Dye Laser e al 5-fluorouracile (un farmaco che riduce il rischio di atrofia cutanea, macchie bianche e cicatrici di rimbalzo).

Rischi e avvertenze

La rimozione delle cicatrici da acne è un processo lungo e costoso, che generalmente richiede diverse sedute di trattamento per ottenere dei risultati soddisfacenti. Essi dipendono da svariati fattori: innanzitutto il tipo di cicatrice (le ipertrofiche e i cheloidi sono più difficili da trattare rispetto alle atrofiche); poi le tecniche utilizzate, che vengono scelte in base al tipo di cicatrice e alle caratteristiche del paziente, tra cui l’età, il tipo di pelle (scura o chiara) e la tendenza a formare cheloidi (diatesi fibroblastica).

Inoltre le procedure summenzionate espongono chi vi si sottopone a dei rischi, giacché possono manifestarsi:

  • gonfiore, arrossamento e bruciore;
  • emorragie e infezioni, in particolar modo con la dermoabrasione chirurgica;
  • macchie bianche, soprattutto nei pazienti con la pelle scura;
  • macchie brune, in quanto sensibilizzano la pelle alle radiazioni solari;
  • cheloidi, nei pazienti con diatesi fibroblastica.

Tali rischi si possono limitare rivolgendosi a personale medico qualificato e seguendo attentamente le indicazioni pre- e post-trattamento.

Consigli di lettura

Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche quello sulla skincare routine per acne; prodotti e consigli utili.

Riferimenti bibliografici:
  1. Liu L, Xue Y, Chen Y, Chen T, Zhong J, Shao X, Chen J. Prevalence and risk factors of acne scars in patients with acne vulgaris. Skin Res Technol. 2023 Jun;29(6):e13386. doi: 10.1111/srt.13386. PMID: 37357642; PMCID: PMC10240192;
  2. Jfri A, Alajmi A, Alazemi M, Ladha MA. Acne Scars: An Update on Management. Skin Therapy Lett. 2022 Nov;27(6):6-9. PMID: 36469561;
  3. Khunger N, Bhardwaj D, Khunger M. Evaluation of CROSS technique with 100% TCA in the management of ice pick acne scars in darker skin types. J Cosmet Dermatol. 2011 Mar;10(1):51-7. doi: 10.1111/j.1473-2165.2010.00526.x. PMID: 21332915;
  4. Wu N, Sun H, Sun Q, Cong L, Liu C, Zheng Y, Ma L, Cong X. A meta-analysis of fractional CO2 laser combined with PRP in the treatment of acne scar. Lasers Med Sci. 2021 Feb;36(1):1-12. doi: 10.1007/s10103-020-03105-z. Epub 2020 Aug 10. PMID: 32827074;
  5. Sutaria AH, Masood S, Saleh HM, Schlessinger J. Acne Vulgaris. 2023 Aug 17. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2025 Jan. PMID: 29083670.
Crediti fotografici

In apertura: image by freepik.

L’articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non sostituisce il rapporto medico-paziente.

Scritto da:

Jessica Zanza

Pubblicista, ex collaboratrice de L'Unione Sarda.
Sono cofondatrice e caporedattrice di Inchiostro Virtuale.
Potete contattarmi scrivendo a j.zanza@inchiostrovirtuale.it