Il presunto stupro di Ronaldo ai danni della Mayorga ha dato adito a tante discussioni infondate
Senza dubbio il caso del presunto stupro di Cristiano Ronaldo ai danni di Kathryn Mayorga sta avendo grande esposizioni mediatica e sta creando grosse discussioni fra chi difende a priori il campione portoghese e chi si fa bastare le accuse della presunta vittima per reputarlo colpevole. Una vicenda di cui si è parlato sin troppo (tanto da desisterne quasi dallo scriverne), eppure due parole vanno spese, anzitutto per fare un po’ di chiarezza sulla vicenda ed in secondo luogo soprattutto ci preme vedere com’è stato trattato ed affrontato il caso dalla stampa e dai lettori.
Ronaldo-Mayorga: cronaca di uno scandalo
La violenza risalirebbe al 2009 quando Kathryn Mayorga denunciò il reato da lei subìto alla polizia del Nevada, lasciando tuttavia anonimo il nome del suo aggressore, limitandosi a dire che fosse un personaggio famoso. Rapidamente i più diffidenti hanno iniziato a sollevare dubbi sul perché sia passato così tanto tempo fra la prima denuncia e la rivelazione dell’identità del presunto stupratore; alcuni hanno ipotizzato che il “grande potere” del Real Madrid sia stato in grado di insabbiare il caso fino a quando Ronaldo ha militato nelle sue fila, altri che ci sia una cospirazione internazionale per destabilizzare la Juventus.
Spiace deludere i complottisti, ma con ogni probabilità queste restano fantasie comunque utili per realizzare un’avvincente serie tv su Netflix, Sky o Amazon Prime Video. In un’epoca in cui abbiamo un po’ tutti la memoria corta non fa male ricordare che già nell’aprile 2017 fu rivelato nell’ambito delle inchieste di Football Leaks che Cristiano Ronaldo avrebbe violentato una ragazza, mentre il settimanale tedesco Der Spiegel (primo collaboratore dell’inchiesta appena menzionata) affermava di conoscere l’identità della presunta vittima. Il portoghese aveva immediatamente rispedito le accuse al mittente.
Dopo un anno e mezzo (l’equivalente in “anni-Ronaldo” di due Champions League vinte) il caso torna all’attenzione dei media, in particolare dopo che Der Spiegel rende nota l’identità della ragazza e pubblica una serie di documenti dove viene dimostrato che Cristiano ha versato qualcosa come 375.000 dollari per farle rispettare un accordo di riservatezza e non far menzione del loro presunto rapporto.
Perché Kathryn Mayorga non è uscita subito allo scoperto?
Verrebbe da chiedersi perché la Mayorga abbia atteso così tanto per uscire allo scoperto, domanda che non può essere posta senza contestualizzare il momento storico attuale: da quando emersero le prime informazioni sul presunto stupro ad oggi è scoppiata la bomba del caso Weinstein, che ha dato il via ad una sorta di epoca d’oro delle denunce contro molestatori e stupratori. Da quel momento il numero di donne ed uomini che hanno denunciato molestie e stupri compiuti da personalità di spicco è sensibilmente aumentato, talvolta tramutando la ricerca di un colpevole in una caccia alle streghe che non aiuta la causa di chi combatte realmente questo genere di crimini.
È molto probabile che le numerose denunce abbiano spinto la Mayorga ad uscire allo scoperto, magari anche forte del supporto di qualche associazione di vittime di molestie e stupro; in tal senso il fatto che la ragazza abbia un nuovo avvocato potrebbe essere un indizio, ma qui entriamo nel puro campo delle illazioni ed è bene quindi fermarsi immediatamente.
Ciò che sicuramente ha cambiato le carte in tavola è la strategia adottata proprio dal nuovo difensore della donna, che non ritiene valido l’accordo fra Cristiano Ronaldo e la Mayorga perché quest’ultima avrebbe firmato l’atto a causa della sua condizione di soggezione e debolezza, elementi questi che secondo la tesi accusatoria renderebbero senza dubbio nullo il patto fra le parti.
La difesa di Ronaldo ad oggi si fonda più sull’inutilizzabilità dei documenti pubblicati dal settimanale tedesco, sulla loro falsità e sulla violazione di privacy subita da Ronaldo più che sulla negazione del fatto stesso (comunque smentito via social dal portoghese). Der Spiegel ha risposto dicendo che quanto da loro pubblicato è assolutamente autentico. Nel mentre si era sparsa la voce che le prove raccolte all’epoca dalle forze dell’ordine fossero scomparse ma è stata la stessa polizia del Nevada a smentire la notizia: indumenti e referti (su tutti quello che proverebbe che la Mayorga abbia subìto una violenza) sarebbero tutti ben custoditi e pronti all’utilizzo.
Questo è quello che sappiamo ad oggi della vicenda e che dovremmo limitarci a riferire, perché da questo non possiamo desumere alcuna verità a favore di una delle due parti. Esemplare in tal senso è un tweet di uno dei giornalisti di Der Spiegel, Christoph Winterbach, in cui scrive:
“Only Mayorga and Ronaldo know the truth about the incident. It’s not our job to judge, we only report. We tell both sides of the story. The responsible authorities will determine the following steps. So far, of course the presumption of innocent applies to Ronaldo”.
Perché, attenzione, l’inchiesta si spinge a dimostrare semplicemente l’esistenza di un accordo fra le parti, ha dato possibilità ad entrambi di fornire la propria versione dei fatti e non ha mai affermato che lo stupro sia avvenuto o meno, né che l’accordo lo dimostri automaticamente. Non sono in grado di provarlo e, soprattutto, spetta alla polizia del Nevada che ha riaperto il caso.
Sarebbe sufficiente dire questo e attendere il verdetto della giustizia sulla vicenda. Ed invece anche questa brutta storia è riuscita a diventare terreno di scontro fra tifosi che scelgono a chi credere in base alla propria fede calcistica, come se il calcio c’entrasse qualcosa in questo contesto e come si dovesse necessariamente scegliere da che parte stare, quando in realtà bisognerebbe stare muti ed aspettare che chi di dovere faccia il proprio lavoro. Penso che l’unica cosa per la quale si possa tifare in questi casi sia la verità.
La reazione tutta italiana allo scandalo
Oltre a ciò, la cosa che veramente dovrebbe interessarci è la maturità nell’affrontare certi argomenti e, ancora una volta, l’Italia viene bocciata su tutta la linea. Ciò che è più avvilente è che una gigantesca insufficienza se la merita parte della stampa italiana: molti giornalisti infatti si sono lanciati in una difesa di Ronaldo – quel Ronaldo che ha garantito e garantisce materiale per un numero incalcolabile di articoli – sulla base di pure e semplici presunzioni.
Qualcuno parla apertamente di fango gratuito per destabilizzare il giocatore, altri dicono che si vede che Cristiano è un ragazzo troppo bravo e professionale per poter stuprare una donna (aprendo quesiti tuttora irrisolti sul nesso professionalità-stupro); non così bravo, però, da non evadere il fisco.
Qualcuno si è lanciato in perizie grafologiche, confrontando la firma del portoghese nell’accordo e gli autografi su poster, maglie e fogli, mostrando che sono diverse e che quindi quella sul documento è falsa (perché certo, le celebrità usano le stesse firme per autografi e per documenti legali, tanto mica gliele copia nessuno).
Un giornalista Rai ha scritto su Twitter, dopo l’ultimo gol di CR7 in campionato, che il portoghese poteva festeggiare doppiamente perché nel frattempo stava girando la voce – come già detto, smentita – che le prove che la polizia aveva fossero scomparse; senza magari pensare che potessero scagionarlo o senza pensare che comunque sarebbero venuti meno dei tasselli fondamentali per ricostruire la verità (quella cosina che dovrebbe essere il fine ultimo di un giornalista).
Degni di menzione anche i commenti al video in cui si vede Ronaldo ballare con la Mayorga, prova schiacciante che la donna fosse una zoccola consenziente e che abbia incastrato Cristiano. Peccato che il passare dal ballare al rapporto sessuale non sia così automatico, cosa che può pensare solo chi non si sente mai dire di no (complimenti) o chi non ha mai ballato in un locale. Un altro giornalista sempre di mamma Rai a tal proposito ha scritto su Twitter che – cito testualmente – “sarebbe anche utile insegnare ad una donna che in qualunque momento e dopo 30 minuti di sì, sì e sì, dire improvvisamente no è scortese ed anche cinico, a volte”.
Insomma, se non sarà una bugiarda questa Mayorga è sicuramente una gran maleducata. E così via fino a toccare vette di becerume fomentate da prese di posizione simili, che spesso culminano con illuminanti assunti quali “ma nessuna direbbe di no a Ronaldo” oppure “figurati se Ronaldo ha bisogno di stuprare una donna“. Per farvi capire quanto sia sbagliato questo ragionamento, provate a dire “figurati se Ronaldo ha bisogno di evadere il fisco” e tutto vi sarà più chiaro. Basterebbe attenersi alla sacra presunzione di innocenza che spetta a Ronaldo per evitare figure barbine in cui incappano alcuni difensori d’ufficio non richiesti.
Alla fine della fiera, cosa c’è di sicuro in tutta questa storia?
Ad oggi sappiamo con certezza poche cose:
- quale che sia la verità, una persona ha subìto un’ingiustizia enorme (sia essa Ronaldo o Mayorga);
- nessuno di noi è attualmente in grado di sapere la verità, perciò è bene evitare condanne od assoluzioni definitive;
- ancora una volta l’Italia si dimostra impreparata per trattare con maturità certi argomenti, nonostante il calendario segni che siamo nell’Anno Domini 2018.
Per gli altri argomenti di discussione non resta che una sola possibilità, per quanto poco appetibile essa sia: il silenzio.
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Avvocato e pubblicista, non giudicatemi male. Per deformazione professionale seguo qualunque fatto d’attualità. Non sono malato di sport, mi limito a scandire i periodi dell’anno in base agli eventi sportivi. Ogni tanto provo a fare il nerd, con risultati alterni.
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