Per questo appuntamento “a tema” vi porto a conoscere i Camini delle Fate, strane “costruzioni” disegnate dalla natura nel corso degli anni.
(Come sempre consiglio abbigliamento comodo e scarpe adatte alle scarpinate!)
Camini delle fate: di cosa si tratta?
I Camini, o più tecnicamente, le Piramidi di Terra sono il singolare risultato della forza erosiva dell’acqua dilavante, unita al potere corrosivo dell’acido carbonico. In poche parole è una reazione chimica tra l’acqua meteorica (pioggia e neve) ed i detriti morenici depositati durante le glaciazioni, oppure i depositi di lava e derivati, come il tufo.
Alcuni massi, generalmente di porfido o di materiale meno corruttibile, col loro peso e grazie ad uno strato costituito da materiale fine (prevalentemente limo), rendono il terreno sottostante più compatto e protetto dall’erosione della pioggia, così da formare, negli anni, un singolare “cappello” sostenuto da lunghi piloni.
E per lunghi, intendo proprio lunghi: alcuni di loro raggiungono (e talvolta superano) i 30 metri di altezza a fronte di una base di otto metri di diametro.
Secondo le credenze popolari, i massi sulla sommità furono posati da divinità celesti, ma nessuna magia è all’origine di questi colossi, si tratta solo di Madre Natura, impegnata in un’opera iniziata milioni di anni fa.
Queste “sculture” sono in perenne modifica, tant’è vero che è possibile notare forti differenze anche a distanza di pochi anni.
Dove si trovano i Camini delle Fate?
Ci sono diverse formazioni di questo fenomeno naturalistico tra i più curiosi, situate in varie parti del mondo. Le più famose e conosciute si trovano in Turchia (Göreme, in Cappadocia) e in Colorado (Hoodoos), ma ce ne sono diverse anche in Italia ed è proprio da una di queste che inizia il nostro viaggio.
1. Riserva naturale Piramidi di Zone, Brescia
Geograficamente il più vicino a Brescia, nonché “nostra” classica meta da gita scolastica, come il Parco di Naquane di cui vi ho già parlato in precedenza, questo sito si trova sul lato nord-est del Lago d’Iseo, salendo da Marone, nella valle del Bagnadona, a ridosso delle pendici nord-occidentali del monte Pura.
Il sentiero parte da dietro la chiesetta di San Giorgio, ad un’altitudine di circa 600 metri sull’altipiano Cislano, dove sono situati un comodo parcheggio ed un’area di sosta attrezzata. Si tratta di un tragitto facile, ben segnalato e con la storia della formazione geologica della zona. L’accesso è libero e consente di ammirare tutte le varie forme di erosione in un ambiente naturale molto interessante sia dal punto di vista botanico che faunistico.
Il percorso ad anello, immerso nel verde, è adatto anche ai non “sportivi” e piuttosto breve (circa un chilometro), passa intorno all’area delle piramidi ed arriva al lato opposto della vallata, per poi ricongiungersi con la strada.
La sua origine risale alla glaciazione del Riss (circa 150.000 anni fa), da una lingua laterale dell’imponente ghiacciaio camuno, dilatatosi dal bacino ora occupato dal lago d’Iseo. Lo scenario è particolarmente spettacolare non solo per le dimensioni, ma soprattutto per il contrasto dei colori dato dal violaceo delle piramidi e del paesaggio da cui emergono: il verde intenso della fitta boscaglia e quello più brillante del pianoro sovrastante, oltre alle cime calcaree che coronano lo sfondo.
Siete stanchi?
Finita questa full immersion nella “storia” della natura, se avete ancora qualche energia (nonché bambini al seguito) vi consiglio di visitare anche il Bosco degli Gnomi. (Esiste, esiste! Non è una favola!).
Si tratta di un’idea originale messa in opera dal signor Luigi Zatti, un artista locale (più conosciuto come “il Rosso di Zone“), il quale ha realizzato una cinquantina di sculture ricavandole, in parte, dai tronchi tagliati di alcuni alberi e ha dato una nuova vita al bosco nei pressi del quale ha il suo laboratorio.
Il sentiero parte circa all’inizio del paese e vi sono diversi cartelli che segnalano il percorso. L’ingresso è ovviamente libero e non vi sono orari di apertura.
2. Piramidi di Postalesio, Sondrio
Similari a quelle di Zone per origine, composizione (detriti morenici) e “forma“, le Piramidi di Postalesio si trovano all’interno di una riserva naturale protetta, istituita nel 1984 e facilmente raggiungibile.
Il loro nome dialettale è “pilùn“, cioè pilastri, colonne, ed hanno dimensioni più contenute rispetto alle “sorelle” bresciane: oscillano infatti tra i 3 ed i 12 metri di altezza.
Poco distanti dal comune di Postalesio, in provincia di Sondrio, sono concentrate in una zona che si colloca appena sotto il ciglio che delimita i prati del maggengo denominato Pra’ (il Prato), posto a 743 metri di altitudine. La zona d’accesso dispone di un comodo parcheggio e l’ingresso è libero.
Il sentierino, delimitato da parapetti in legno, effettua un anello completo intorno alla zona ed è panoramico, con diversi punti di osservazione. Attualmente sono sconsigliatissime le deviazioni dal sentiero in direzione della valle del torrente Caldenno, che scorre ad ovest sotto la zona delle piramidi, a causa di alcuni piccoli smottamenti.
Escursionista avvisato…
3. I Ciciu del Villar, Cuneo
Spostandoci in Piemonte, più precisamente in provincia di Cuneo, andiamo a conoscere i Ciciu del Villar, anch’essi situati all’interno di una Riserva Naturale.
A differenza dei precedenti, i Ciciu hanno avuto origine circa 12.000 anni fa, dopo l’ultima glaciazione (Wurm) da depositi di origine fluviale, su quella che viene definita una “conoide alluvionale“(*), mentre i grossi massi si sono accatastati in seguito a grandi frane di crollo, prodotte da forti scosse di terremoto.
*La conoide alluvionale è generalmente formata dai depositi lasciati da un corso d’acqua a regime torrentizio quando lo stesso sbocca da una valle montana ristretta in una pianura o in una valle più grande. Ha una caratteristica forma a ventaglio.
Anche la composizione dei “cappelli” è differente: si tratta infatti di gneiss occhiadino, una roccia metamorfica di origine magmatica tipica del Massiccio Dora-Maira (dominio geologico alpino che si estende dalla bassa Valle Maira alla media Valle Susa, dove scorre il fiume Dora Riparia).
Di diverso c’è anche il biglietto d’ingresso, seppur modesto (solo 3 euro quello a tariffa intera) e la proposta per due sentieri didattici, uno turistico da 30 minuti ed uno più impegnativo a livello escursionistico, da 1 ora e mezza.
Perché “Ciciu”?
Il loro curioso nome, in piemontese, significa “pupazzi“, per via della loro forma (anche se a me sembrano più funghi porcini, ndA) e deriva da una leggenda.
La tradizione vuole che San Costanzo, santo patrono di Villar, fosse in origine un soldato romano appartenente alla Legione Tebea. A seguito della sua conversione al Cristianesimo e della successiva opera di evangelizzazione, fu costretto a fuggire nei boschi, inseguito dai soldati romani. Giunto alla Costa Pragamonti si voltò verso di essi e lanciò una maledizione:
O empi incorreggibili, o tristi dal cuore di pietra!
In nome del Dio vero vi maledico. Siate pietre anche voi!
E subito un centinaio dei suoi inseguitori, secondo la leggenda, vennero immobilizzati e trasformati in pietra, in Ciciu, appunto.
A tal proposito, dato che siete nei paraggi, vi consiglio di visitare la Parrocchiale di Villar, dedicata, manco a dirlo, a San Costanzo. In origine era un’abbazia benedettina, fondata nel 722 ad opera del re longobardo Ariperto II, quindi è tra le chiese più antiche della provincia di Cuneo, con una suggestiva cripta risalente all’anno Mille, un ciclo di affreschi che racconta le vicende di San Giorgio e una lapide muraria insanguinata che la credenza popolare fa risalire al martirio del santo.
4. Camini delle Fate di Göreme, Cappadocia
Meno “gita fuori porta” e più “viaggio” vero e proprio, è il villaggio (e la valle) di Göreme, in Turchia. Qui si trovano le Piramidi di Terra più antiche, dato che la loro origine risale a 8 milioni di anni fa, a seguito delle eruzioni dei vulcani Hasan Dagi e Ercyas Daği, che trasformarono la regione in un grande altopiano, attualmente situato a 1000 metri di altitudine, nel cuore dell’Anatolia.
Ceneri e lapilli depositati hanno formato ampie distese di tufo, disposte in strati spessi diversi metri e caratterizzati da colori e consistenze differenti, mentre l’erosione del vento e del fiume Kizilirm oltre alla forte escursione termica della regione, hanno “disegnato” quella che, nella lingua locale, viene chiamata Peribacalar Vadisi (ossia la Valle dei Camini delle Fate).
In tutta questa regione, iscritta nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 1985, il paesaggio è meraviglioso, quasi fiabesco e irreale, fatto di torri, canyon, crepacci, pinnacoli e villaggi rupestri dai colori straordinari, che vanno dal rosso all’oro, dal verde al grigio.
La zona fu inizialmente abitata dagli Ittiti tra il 1800 e il 1200 a.C., poi invasa dagli Assiri, dai Frigi, Lidi, Persiani e infine dai Romani, che la trasformarono in loro provincia nel 17 d.C.
Le straordinarie strutture, che in alcuni casi raggiungono più di 40 metri di altezza, nell’epoca bizantina divennero rifugio di anacoreti e cristiani che scavarono le loro abitazioni nella roccia. Sempre qui i monaci eremiti costruirono i loro monasteri, intagliando ed affrescando le pareti, e realizzarono le famose chiese rupestri (se ne contano 365… una per ogni giorno dell’anno!).
Cos’altro vedere?
Sicuramente l’intero sito archeologico, o Museo all’aperto di Göreme, che ospita, tra le altre, la Tokali Kilise (Chiesa della Fibbia), una delle più interessanti; la più piccola, Elmali Kilise (Chiesa della Mela), che deve il suo nome al frutto che ha in mano l’arcangelo Gabriele e la Yilanli Kilise (Chiesa del Serpente), una delle più famose, con affreschi quasi integri.
Se poi non soffrite di claustrofobia, vale la pena visitare le meravigliose città sotterranee, come Derinkuyu, la più grande, dove si contano ben nove piani sotto il livello del suolo, in cui gli abitanti si rifugiavano in caso di incursioni nemiche.
Una curiosità per gli appassionati di Star Wars: è proprio in questa regione che sono state girate numerose sequenze della saga.
I Camini delle Fate non finiscono qui! Vi lascio con una fotogallery che mostra altre meraviglie “disegnate” dalla Natura.
Al prossimo viaggio!
Annalisa
Trentino Alto Adige
Piramidi di terra del Renon
Monumento naturale poco distante da Bolzano, chiamato “Lahntürme“, ovvero torri delle frane, i cui pinnacoli sono formati da coni di materiale morenico, residuo del ghiacciaio principale della Val Isarco e di alcuni ghiacciai locali secondari.
Piramidi di Plata
Formatesi diverse centinaia di anni fa in seguito ad una frana che distaccò il sentiero tra il maso (agriturismo) Thalerhof e la frazione Sopranessano.
Piramidi di Terento
Risalenti a circa 180 anni fa, quando il torrente Terner erose il terreno durante un’inondazione. Il materiale delle piramidi deriva da depositi morenici dell’ultima glaciazione (circa diecimila anni fa). Assumono uno speciale colore chiaro grazie al materiale granitico.
Piramidi di Segonzano
Si trovano in Valle di Cembra e sono resti di un deposito morenico risalente all’ultima glaciazione. Alcune di queste, le più originali, hanno il cappello, e son dette “Omeni de Segonzan”.
Liguria
Nella provincia di Savona, quasi al confine con quelle di Cuneo, Asti e Alessandria, si trova il Parco naturale regionale di Piana Crixia istituito nel 1985, territorio caratterizzato da calanchi e caratteristici funghi di pietra.
Colorado e Utah, Stati Uniti
Giunta qui sicuramente da un mondo parallelo e da un universo temporale alternativo, in questa vita sono una grammar nazi con la sindrome della maestrina, probabilmente nella precedente ero una signorina Rottermeier. Lettrice compulsiva, mi piace mangiare bene, sono appassionata di manga, anime e serie TV e colleziono Lego.
In rete mi identifico col nick Lunedì, perché so essere pesante come il lunedì mattina, ma anche ottimista come il “primo giorno di luce”.
In Inchiostro Virtuale vi porto a spasso, scrivendo, nel mio modo un po’ irriverente, di viaggi, reali o virtuali.
Sono inoltre co-fondatrice, insieme a Jessica e Virginia, nonché responsabile della parte tecnica e grafica del blog.
Mi potete contattare direttamente scrivendo: a.ardesi@inchiostrovirtuale.it
Ciao e buon lunedì!!! 🙂
Tantissimi complimenti per questo articolo!!!
Adoro tutto delle fate!!! Colleziono statuine da quando avevo 10 anni!!! 🙂
Ma poi lo sai che conosco benissimo le piramidi di Postalesio? Abito a Caiolo e ci vado spessissimo 🙂
Un saluto a tutti!!! 🙂
Aspetto con ansia il prossimo articolo!!!
Diana
Grazie, sono felice che tu abbia gradito l’articolo. Se ti piacciono le fate dovresti visitare il bosco degli Gnomi, allora 🙂
Appena torni a Postalesio mandaci una foto, la pubblicherò senz’altro!
Un saluto a te e a presto!
Annalisa