Due ragazzi e due ragazze alle prese con la pubertà
Vi ricordate di quando eravate alle prese con i feroci cambiamenti fisici ed emotivi dell’età puberale? Beh, ce ne ricordiamo tutti! Come dimenticare i baffetti imbarazzanti dei maschietti alle medie o il primo accenno di tettine sotto le discutibili magliette di Leonardo Di Caprio o delle Spice Girls? La voce che si trasforma, il corpo che prende estranianti forme nuove, i primi peli solitari sotto le ascelle, quel senso infinito di inadeguatezza perenne, quelle pulsioni nuove e sconosciute che complicano la vita, e soprattutto i brufoli, i maledettissimi brufoli. Insomma, l’adolescenza che incombe con prepotenza, a tratti crudele e spesso senza un minimo di grazia. Big Mouth – la serie Netflix per gli adulti ideata da Nick Kroll, Andrew Goldberg, Mark Levin e Jennifer Flackett – parla di tutto questo e lo fa senza pudore e senza troppe accortezze.
Non ci sono fronzoli vari ed eventuali ad addolcire le tematiche trattate, non ci sono disegni patinati; al contrario, gli argomenti sono crudi, diretti, a volte sconvenienti, un po’ come la scelta dei tratti con cui sono disegnati i quattro protagonisti.
I protagonisti di Big Mouth
Andrew, occhialuto e munito del tristissimo baffetto adolescenziale, è già in fase di sviluppo, combatte in modo bizzarro le sue pulsioni sessuali, incarnate nella serie dal cosiddetto Mostro degli Ormoni, di nome Maurice, un essere fantastico dallo sgraziato aspetto demoniaco che spinge Andrew a lasciarsi andare a ogni stimolo e a esplorare la propria sessualità con la masturbazione.
Nick, il migliore amico di Andrew, è più ingenuo del primo, più minuto ed è ancora un bambino, vive con un certo disagio il fatto di non avere ancora segni tangibili di sviluppo sul proprio corpo.
Missy, una ragazzina dolcissima, che avrà il suo primo tenero approccio amoroso con Andrew. Una tredicenne candida e ingenua, che affronta senza troppa consapevolezza l’eccitazione dei primi baci.
Infine Jessi, la più matura del gruppo; si troverà ad affrontare l’arrivo del menarca durante la gita scolastica con tutte le paranoie del caso. Anche a lei, già in fase puberale, appare il corrispettivo femminile del Mostro degli Ormoni di Andrew, la scatenata Connie.
Big Mouth ci racconta senza peli sulla lingua i drammi quotidiani e tutte le (dis)avventure dei quattro tredicenni. La serie tratta con disinvoltura argomenti tabù come la masturbazione, la pornografia e il ciclo mestruale; lo fa con disarmante naturalezza. Basti pensare che, se pur in modo chiaramente stilizzato, vengono mostrati in alcune scene i genitali dei ragazzi.
C’è della volgarità in Big Mouth?
Certo, è una serie senza il minimo filtro, con personaggi secondari a volte buffi e pacchiani. Il racconto di ogni avvenimento è decisamente esplicito, ma una larga parte della trama è visionaria e onirica. Tutto può accadere in Big Mouth, cuscini che rimangono incinta, viaggi fantastici in un surreale mondo del porno, il fantasma del mostro sacro del jazz Duke Ellington (presenza fissa nella serie) che dispensa consigli, quello di Freddie Mercury che canta un comico inno all’omosessualità… e chissà quanto altro accadrà, visto che siamo ancora fermi alla prima stagione.
Avere tredici anni è terribile e Big Mouth ce lo ricorda bene, senza la pretesa di voler insegnare qualcosa (anche se qualche spunto educativo nella serie c’è). Niente viene raddolcito, tutto ci viene presentato proprio così come dovrebbe essere, con una trasparenza quasi disturbante; ma allo stesso tempo gli elementi fantastici presenti nella serie riescono a riequilibrare il tutto, rendendo la schiettezza delle immagini e dei dialoghi divertente e piacevole.
Perché dovreste vedere Big Mouth?
Per rivivere gli psicodrammi della pubertà, gli imbarazzi, la curiosità maldestra ed elettrizzante che solo a tredici anni si può provare; insomma per compiacervi di non essere ancora dei fottuti adolescenti!
Nata nel pieno dei fantastici anni ’80 tra gli argentei ulivi pugliesi. Vedo più film e serie tv che persone! Per questo ho scelto di parlarne su Inchiostro Virtuale.