Vita e opere di un artista rivoluzionario
Il 22 febbraio si celebra l’anniversario della scomparsa di Andy Warhol (avvenuta nel 1987) e mi ha colpito vedere come, nonostante la sua morte, il carisma e la forza emanate dalle sue opere siano ancora fonte di ispirazione. Oggi vi parlerò proprio di questo artista, che ha rivoluzionato la visione dell’arte ed è considerato il padre della Pop Art.
Uno stile inconfondibile
Andy Warhol, all’anagrafe Andrew Warhola Jr, di origini slovacche, nacque a Pittsburgh il 6 agosto del 1928. Prima di diventare un artista, ha lavorato nel mondo della pubblicità, ad esempio per Vogue e Glamour, e osservando le sue opere tale influenza è più che evidente.
Warhol dipingeva oggetti comuni o volti noti avvalendosi di colori psichedelici e improbabili, capaci di restituire una visione “rinnovata” delle figure; perciò divenne il massimo esponente della Pop Art, ossia l’arte popolare che immortalava le grandi icone per celebrarle, senza alcuno scopo critico.
Campbell’s Soup
Una delle opere più celebri di Warhol ritrae un barattolo di zuppa, dell’azienda Campbell’s Soup, la più in voga e famosa in America in quegli anni.
Coca Cola
Un’altra, invece, ritrae la Coca Cola.
La Factory di Andy Warhol
Nel 1962 Andy Warhol fondò The Factory, ossia la fabbrica che presto divenne il principale punto di ritrovo degli artisti. Non era chiamata Factory per puro gusto estetico, ma Andy l’aveva pensata proprio come una fabbrica, all’interno della quale venivano girati anche film.
Ma più che film sembravano quadri, infatti Warhol sembrava più interessato alla messa in scena piuttosto che alla storia. Negli anni successivi le sue opere toccarono tematiche ancora taboo, come l’omosessualità e la transessualità, e le immagini divennero sempre più forti, quasi pornografiche. Tra i film più famosi di Andy Warhol, vale la pena citare Kiss del 1963, Eat (anch’esso del 1963) e Women in revolt, datato già 1971.
Benché incentrato sulla figura di Edie Sedgwick, il film Factory Girl racconta (seppur non fedelmente) la Factory di Warhol. Non credo personalmente sia il film più riuscito, ma se v’interessa date un’occhiata al trailer.
Banana Album
La Factory era anche il punto d’incontro dei musicisti, tra cui Lou Reed con i Velvet Underground, che addirittura usavano la fabbrica di Warhol come sala prove, e per loro Andy disegnò la celebre copertina dell’album di debutto: The Velvet Underground & Nico, conosciuto come il Banana Album.
Andy Warhol e Marilyn Monroe
Quando pensiamo a Andy Warhol, la prima opera che ci viene in mente è senza alcun dubbio il ritratto di Marilyn Monroe. Simbolo di un’America che fu. è considerata l’opera più riprodotta di sempre secondo alcune stime. In qualunque città vi troviate, di certo avrete visto il volto di Marilyn in stile Pop Art, magari ne avete anche uno in casa; quindi non risulta difficile capire perché, in una classifica degli artisti più acquistati (e più cari) al mondo, Warhol figuri al secondo posto lasciando indietro tanti, tantissimi, nomi celebri.
Consigli di lettura
Il nostro viaggio si conclude qua. Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche quello dedicato a Marilyn Monroe: ritratto di un’icona senza tempo.
Lettrice vorace e scrittrice per diletto. Raramente mi interesso ad un solo argomento, mi piace scoprire nuove cose e mi piace confrontare le mie idee con quelle degli altri, cosa che spero accadrà con i miei articoli.